In questi tempi difficili a causa del covid-19 anche le attività sportive risentono delle restrizioni, dei rischi di contagio e delle comprensibili diffidenze.

Chi scrive in questo momento non ha in mente il calcio professionistico che è legato totalmente al mondo degli affari, basta pensare che secondo un accordo assurdo una squadra è autorizzata a non scendere in campo soltanto quando i positivi al covid-19 superano il numero di dieci, ma a quello praticato sui campi di provincia, dove quando piove in abbondanza diventano pantani e quando non si bagnano si alza – giocando – una nuvola di polvere ma ciò nonostante il calcio resta lo sport più bello del mondo.

E in tal senso pubblico volentieri una riflessione reperita in internet:

Inizi a giocare che hai 5 anni.

E la tua vita cambia, da subito.

Conosci pochissime parole, eppure una ti fa già brillare gli occhi: pallone.

Il pallone che inizia, con te, il viaggio della vita.

Quando la scuola non va, lui c’è.

Quando a casa non va, lui c’è.

C’è sempre.

Così il tempo passa.

E tu inizi a ragionare per stagioni e non più per anni.

Tutto ciò che ti circonda va in funzione del pallone, sempre.

Anche se sei un dilettante, anche se a fine giornata non ti viene in tasca niente.

Dal bambino che eri sei un diventato ragazzo.

E poi un uomo, sempre con il pallone tra i piedi.

Tutti i giocattoli che volevi tener tuoi per sempre sono andati perduti.

Tutti, tranne uno: il pallone.

Lui c’è, ancora.

C’è quando la tua fidanzata non ti capisce.

C’è quando tua moglie non ne può più.

C’è quando, quella piccola creatura che hai messo al mondo, fa i suoi primi passi.

C’è e ti accompagna.

Ti accompagna come quando, da piccolo, facevi goal tra due sassi ed esultavi come in uno stadio vero.

Dicono che con il tempo, molte cose, vadano a perdersi.

E forse è vero.

Perdiamo amici, oggetti e tempo.

Tantissimo tempo.

Ma il pallone no.

Il pallone ha sempre resistito.

Lo abbiamo recuperato tra le spine, sotto le macchine, nella boscaglia più temuta.

Siamo cresciuti ed invecchiati con lui.

Forse perché non ci ha mai chiesto niente, ma ci ha sempre dato tutto.