Formia: darsena La Quercia

Gli amministratori comunali hanno  un’idea di come gestire la città derivata dalle loro esperienze e competenze, quasi mai avendo una visione immaginativa, fisica di essa, che è prerogativa di chi si occupa di progettazione. Organizzare come gestire il quotidiano e le emergenze è già compito arduo che richiede esperienza, abilità, dedizione completa; il saper immaginare visivamente il futuro urbano e indirizzarlo secondo scopi preordinati richiede competenze specifiche, compiti che spesso vengono demandati senza possedere gli strumenti culturali per giudicarli e preventivamente fermarli e correggerli se non inseriti in un quadro logico.

Accade così che negli ultimi decenni  Formia non abbia assunto una immagine urbana unitaria e valida perché formata e composta da interventi slegati che la contingenza del momento ha fatto realizzare senza avere ben in mente un piano globale che desse indirizzo e istruzione. E, si badi, non si sta parlando di Piano Regolatore; l’idea di città deve partire da un indirizzo di base: turismo, commercio, cultura. Da ciò ci si chiede quali caratteristiche debba avere una cittadina che voglia aspirare ad essere inserita tra quelle ad alto livello con le stesse prerogative.

Oggi è facile anche per chi non abbia possibilità di spostarsi di conoscere esattamente la conformazione di moltissime località turisticamente rinomate e di successo turistico-commerciale grazie ai vloggers che riempiono la rete dei loro resoconti e alle loro camminate con videocamera a velocità ed altezza d’uomo (cito ad esempio ProWalks su Youtube). Tutti possiamo così vedere nei particolari Ravello o Positano, Montecarlo, Nizza, Vienna o le Cinque Terre in Liguria senza spostarci da casa. Ciò che accomuna le località turistiche di successo è, oltre a poter offrire intrinseche caratteristiche del luogo (che Formia anche  possiede), il rigore e la pianificazione di ogni aspetto fisico dell’immagine urbana volto ad esaltarne le qualità  così da attirare un turismo di livello tale da mantenere o inserire la località tra quelle che beneficiano maggiormente in termini economici dei flussi turistici.

Ciò è la prassi per ogni località turistica di pregio, ma non lo è mai stata per Formia. Come altre volte detto, sarebbe auspicabile un assessorato alla qualità urbana che sovraintendesse ogni intervento sul territorio; un territorio dove latitano le più elementari norme come la regolamentazione di vetrine e insegne e dove si vedono privati recintare le proprietà con lamiera metallica ondulata. Si badi che non è l’assenza di piano il fattore importante; ma la mancanza di indirizzo culturale che crei una immagine della città. L’immagine allegata a questo articolo mostra Darsena La Quercia in tutto il suo disordinato accavallarsi di elementi costruiti in stili diversi senza un criterio logico e disegnato. L’immagine non riprende l’inesplicabile passerella messa probabilmente solo per coprire un collettore fognario. E’ il luogo dove si dice Totò abbia scritto Malafemmina. Oggi non avrebbe l’atmosfera da essere inspirato a tanto.

Aspirare oltre il livello di una corretta gestione amministrativa a far elevare l’immagine della città per attirare un turismo di qualità che spenda in proporzione ci sembra un obbligo per un luogo come Formia che possiede valori e ricchezze per la maggior parte inespresse o sottoutilizzate.

 

giuseppe grassi

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