Quando si desidera parlare della storia della presenza degli americani a Gaeta è necessario partire da un libro di cronache dell’epoca scritto nel 1989 da un ufficiale dei carabinieri Aldo Lisetti, con la consorte Lidia Scuderi, “Shore Patrol”, storia e cronaca degli americani a Gaeta e nel Sud Pontino periodo 1966 – 1988. Il lavoro conserva il ricordo di avvenimenti, vicende, episodi, alcuni inediti, di un particolare aspetto della vita cittadina a Gaeta e della convivenza italo americana, raccontati da chi li ha vissuti molto da vicino, a volte “da dentro”, soprattutto negli anni Settanta. Ogni comunità ha la sua identità, costruita in secoli di storia. Gaeta, splendida cittadina laziale di cultura e tradizione napoletana, adagiata sul mare, è stata sempre una fortezza inespugnabile, nonché ultimo baluardo dei Borbone. In ogni epoca storica senza alcun dubbio la presenza militare a Gaeta è stata sempre molto forte. Gli abitanti sono abituati da sempre alla presenza di militari espressione della potenza di turno. Nel 1966 il presidente francese Charles De Gaulle decide l’uscita della Repubblica di Francia dalla Nato e di conseguenza tutte le basi Nato d’oltre alpe debbono chiudere, tra le quali la base navale Nato di Marsiglia, che ospita la VI Flotta della marina statunitense, che ha un ruolo nevralgico perché deve contrastare le presenze sovietiche nel Mar Mediterraneo, tenuto conto dei delicati teatri mediorientali e nordafricani.

Nel 1967 la VI Flotta prende possesso della base navale di Gaeta. La città registra l’arrivo di migliaia di marinai, marines e dipendenti civili statunitensi, con le rispettive famiglie. La comunità gaetana subisce favorevolmente tale rivoluzione della sua vita quotidiana in quanto gli americani locano appartamenti, compiono acquisti significativi nei negozi, frequentano i locali di intrattenimento, integrandosi nell’intero golfo, persino a Gianola vengono locati numerosi appartamenti. Molti locali montano insegne in lingua inglese, adottano menù a stelle e strisce e assumono personale che sappia parlare l’inglese, soprattutto ragazze alle quali i militari non restano per nulla indifferenti anche solo per il gusto di una battuta. Nella città di Marsiglia molte attività illecite fiorivano intorno alla VI flotta e i marsigliesi decidono di non perdere il guadagno, trasferendo a Gaeta le loro attività criminali consistenti in contrabbando, traffico di droga, prostituzione. La città diventa parimenti uno dei campi di battaglia della guerra fredda, arrivano a Gaeta i servizi segreti sovietici e degli stati membri del Patto di Varsavia. A poca distanza dal Golfo di Gaeta vi sono altri due importanti obiettivi per lo spionaggio; la base sotterranea Proto della Nato a Mondragone e la centrale nucleare di Sessa Aurunca. Lo stesso Aldo Lisetti, allora con i gradi di capitano al comando della Compagnia Carabinieri di Gaeta, individua finti turisti, coppiette di innamorati, in realtà componenti dei vari servizi segreti, che con teleobiettivi riprendono le navi americane. Attualmente è presente in modo stabile la USS Mount Whitney, che è una delle due navi di comando anfibio di classe Blue Ridge della Marina degli Stati Uniti. È parimenti la nave ammiraglia e di comando della Sesta flotta degli Stati Uniti. La USS Mount Whitney funge anche da piattaforma di comando Afloat di Naval Striking e Support Forces NATO.

soÈ stata realizzata, con costruzione iniziata l’8 gennaio 1969, presso il cantiere Northrop Grumman Shipbuilding Newport e varata l’8 gennaio 1970, con una lunghezza di 189 metri, un baglio massimo di 33 metri. Ma in realtà che cosa si prevede al presente per Gaeta? I bene informati parlano di un potenziamento dell’organico con l’arrivo di 450 marines con famiglie, complessivamente duemila persone. I marines saranno a disposizione del comando della nave, in caso di emergenze nello scacchiere mediterraneo. Parimenti dovrebbe riaprirsi la base logistica realizzata a Monte Orlando, nel cuore del Parco Regionale della Riviera di Ulisse. Quindi, in sostanza, un comando strategico Europa – Africa, anche a sostegno degli stati africani associati, a cominciare dalla Liberia. Ogni volta che una nave militare italiana giunge nella rada è festa grande per la popolazione, in particolare per i più giovani, con visite a bordo e brevi crociere. Ma soltanto una più consistente presenza statunitense può incidere beneficamente sull’economia e il commercio cittadino.