Vorrei che i servizi di questo post fossero letti soprattutto dai giovani, studenti o lavoratori che siano. Si parla assurdamente di depenalizzare l’uso di marijuana dicendo che è come fumare una comune sigaretta o un bicchierino di alcol. Mai nulla di più falso e diseducativo. La marijuana fa male, decisamente, in ogni circostanza, e pregiudica anche i nascituri quando la fumatrice è incinta. Il problema è generazionale. La generazione dei nostri genitori non conosceva tale fenomeno sociale e fu impreparata dinanzi a molti della mia generazione che vissero la liberà del sessantotto anche in termini di sessualità e uso di droghe. Molti della mia età non sono invecchiati poiché ci hanno lasciati lungo la strada della vita, morti per overdose da droghe pesanti. Ed ora i quarantenni di oggi sono in difficoltà in quanto si domandano con quale coerenza parleranno ai loro figli per indurli ad astenersi dal loro uso; forse basterebbe dire: “astenetevi dal compiere i nostri stessi errori”. In quaranta anni di giornalismo ho appreso e riferito ai lettori tanti episodi di uso della marijuana, in particolare da parte dei giovani. Cominciamo dai dieci trucchi che vengono utilizzati dagli assuntori per evitare di essere scoperti: consumare marijuana all’aria aperta, ventilare costantemente il locale dove si fuma, mantenere la marijuana in piccoli spazi chiusi, un barattolo chiuso ermeticamente mantiene la freschezza della cannabis e impedisce agli odori di fuoriuscire.

Lo stesso vale per i mozziconi di canne. Un posacenere aperto può diffondere odori molto sgradevoli in una stanza. Quindi usare barattoli o posaceneri chiusi, in modo da impedire agli odori di fumo di diffondersi per casa. Avere la precauzione che dopo aver fatto una boccata di canna o bonga, il fumo venga espirato verso il filtro, contenente carboni attivi. In questo modo gli odori vengono filtrati ed automaticamente aromatizzati con particolari essenze. Quando utilizzano lo sploof fanno una boccata di bonga o canna ed espirano il fumo dentro all’estremità aperta dello sploof. Il foglio acchiappa colore filtra il fumo, riducendo efficacemente gli odori più pungenti della marijuana. Molti consumatori di cannabis usano deodoranti per ambienti come il Febreze o l’Ozium, piuttosto efficaci per coprire gli odori più sgradevoli. L’uso di incenso, candele profumate o oli essenziali. Se non hanno la possibilità di acquistare deodoranti per ambienti di marche affidabili, evitano di comprare quelli più economici in vendita nei supermercati. Sono prodotti che nascondono gli odori della Cannabis solo in parte, creando una miscela di aromi poco gradevoli ma facilmente distinguibili. Appena consumato cannabis, molti tendono a pulirsi e profumarsi subito dopo averla assunto. Quindi doccia, pulizia dei denti e cambio dei vestiti che stanno indossando (lavando quelli puzzolenti il prima possibile per evitare che le ceste di vestiti sporchi sprigionino sgradevoli odori di fumo). Coloro che non hanno possibilità di cambiare tutti i vestiti, praticano un collutorio o consumano gomme da masticare, lavandosi le mani con abbondante sapone.

Le pipe sono un’ottima alternativa a bonghe e canne, dato che tendono a produrre molto meno fumo. Caricando meno i bracieri (una quantità sufficiente per una boccata di fumo) hanno la possibilità di ridurre al minimo la quantità di fumo, rendendo i suoi odori meno forti. Ma le forze dell’ordine non stanno certo a guardare e il contrasto all’uso è capillare e proficuo. Tutte loro hanno reparti cinofili che affiancano i colleghi territoriali nelle opere di ispezione e di controllo. Il primo obiettivo è quello di escludere gli istituti scolastici dal campo di azione dei pusher e dall’uso delle droghe nei bagni e nelle palestre delle scuole stesse. I cani dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato sono in grado di accertare persino se una persona ha fatto uso di droghe, anche se in quel momento non ne ha sulla sua persona. Infatti gli esperti ritengono errate le operazioni ad apertura delle scuole perché i consumatori si organizzano, evitando di entrare o sbarazzandosi di quanto possiedono. Sarebbe sempre opportuno accedere negli istituti alla seconda ora o nel caso di gite scolastiche lungo il percorso programmato e non alla partenza dinanzi a genitori e familiari che tendono – sempre e comunque – a tutelare i loro figli, negando – a volte – persino l’evidenza. Gli stessi dirigenti scolastici si dividono tra coloro che sollecitano i controlli delle forze dell’ordine e coloro che invece si preoccupano di smentire ogni illazione dei giornalisti e ribadire che i loro istituti sono immacolati. E questo accade puntualmente ogni volta che si gioca sull’assioma vizi privati e pubbliche virtù. Poi si trovano quantitativi nascosti nello sciacquone del bagno riservato agli studenti o celato in un banco che, puntualmente, non è quello del consumatore.

I cani puntano un giovane senza nulla addosso ma non è innocente, ha sicuramente maneggiato droga o portata addosso. L’uso di droghe aumenta in modo esponenziale il sabato sera e durante la stagione estiva quando aumenta in modo notevole la presenza di giovani sia sulle Isole Ponziane che lungo il litorale del Golfo. Per molti giovani non è fine settimana se non si fuma dell’erba o si assume qualche pillola di droghe sintetiche. Il tutto con apertivi a base alcolica e poi birra o vino. Sino allo sfinimento per essere poi degli “zombi” sino al pranzo domenicale. L’estate coloro che si recano sulle isole si forniscano dai loro pusher abituali per non restarne sforniti durante le vacanze. Un film girato sull’Isola di Ventotene e vincitore del Premio David di Donatello nel 1996 diretto da Paolo Virzì “Ferie d’agosto” con Silvio Orlando e Sabrina Ferilli già ventitré anni fa confermava tale andazzo. Unità cinofili della Guardia di Finanza hanno effettuato controlli al momento dell’imbarco nel porto di Formia e hanno trovato droga occultata nei modi più stravaganti. In un caso dei giovani l’avevano celata in un barattolo di Nutella immergendola nella crema. Altri l’avevano nascosta in un recipiente contenente uno spezzatino di carne con patate, e ancora in una stupenda frittata inserita in una pagnotta di pane casareccio. Ma i nostri stupendi amici a quattro zampe li hanno sempre beccati. Tolleranza zero, unica soluzione, unica alternativa. Nel prossimo numero inchiesta sulla cocaina e droghe pesanti.

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Marcello Rosario Caliman
Direttore Editoriale della presente testata. Giornalista accreditato CEI. Diacono dell'Arcidiocesi di Gaeta e Vice Direttore della Commissione Diocesana per l'Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso. Presidente Regionale del Lazio di Italia Nostra Onlus. Delegato per Gaeta dell'AICC affiliata UNESCO. Titolare di Cattedra Universitaria di Storia Greca - Università Telematica Pegaso Napoli, nonchè Cultore Universitario di Storia Contemporanea.