95 anni di Pedemontana. L’ombra degli espropri – Nel lontano 1930, in pieno regime fascista, l’architetto Giovannoni nel suo piano regolatore sottolineava la necessità che la città di Formia dovesse essere dotata di una nuova arteria viaria parallela all’Appia per un suo scavalco verso i declivi montani degli Aurunci ovvero una strada Pedemontana. Alla fine degli anni cinquanta fu, al contrario, potenziata la consolare via Flacca sul litorale formiano. Attualmente la utilizzano ogni giorno duemila camion e migliaia di auto. In seguito, dopo varie previsioni urbanistiche dei decenni successivi, si giunge addirittura all’approvazione alla fine degli anni settanta del piano regolatore dell’architetto Rossi.
Soltanto durante il governo di Piero Badaloni con assessore Meta ai LL.PP. si perviene addirittura agli espropri ed agli scavi per il primo lotto. La prima progettazione della Variante di Formia si registra negli anni 1997 – 2001 e la “Giustino Costruzioni spa” inizia gli sbancamenti in zona Itaca. Ma poi si registra la risoluzione contrattuale. Abbiamo scherzato!!! Il tratto da realizzare è di 11 km. da Formia Est a Gaeta Est. Nel 2008 stipulano una convenzione tra di loro Regione Lazio e ANAS. Nel 2013 la Regione Lazio decide la risoluzione della convenzione.
Il Comune di Formia per ridurre i costi propone di ridurre il tracciato a 7,9 km. In data 18 dicembre 2024 in sede ANAS viene approvato il progetto definitivo elaborato dalla R.T.I. Proger spa con un costo di progettazione esecutiva per 5,698 milioni di euro, dando così avvio alla fase delle osservazioni da parte del Ministero dell’Ambiente, della Regione Lazio, del Ministero dei Beni Culturali e della Provincia di Latina inizialmente da presentarsi entro il 13 marzo 2025, poi riaperta entro il 5 settembre 2025. Si farà? E quando infine? Quando il Calcio Napoli di Diego Armando Maradona vinse il primo scudetto nazionale una mano ignota scrisse su un muro del Cimitero di Poggioreale la seguente frase: “Che cosa vi siete persi”. Quando e se sarà realizzato il secondo tratto della Pedemontana qualcuno scriverà su un muro del Cimitero di Formia “Che cosa vi siete persi!”
Formia e l’ombra degli espropri: il Comitato per l’Incolumità Stradale boccia la “Pedemontana” e rilancia proposte alternative
A Formia si respira un’aria pesante. Non solo per l’inquinamento atmosferico che assedia quotidianamente i quartieri attraversati dal traffico, ma anche per un senso crescente di impotenza e frustrazione che si diffonde tra cittadini e residenti. La causa è sempre la stessa, da decenni: un congestionamento viario diventato ormai sistemico, capace di paralizzare la città per intere ore. Il problema è tanto grave quanto noto, eppure le soluzioni restano intrappolate nella rete di promesse disattese, studi infiniti e progetti che, seppur finanziati, non vedono mai l’avvio concreto dei cantieri. Tra le poche voci che da tempo cercano di tenere alta l’attenzione sul tema c’è quella del Comitato Permanente per l’Incolumità Stradale degli Abitanti di Formia.
Un gruppo civico che da anni monitora con costanza le criticità della mobilità urbana e interurbana, denunciando con dati alla mano i rischi, le contraddizioni e i ritardi di un sistema viario che sembra regredire anziché progredire. L’ultima denuncia è contenuta in un articolato dossier recentemente trasmesso a tutti gli enti coinvolti nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per la cosiddetta “Variante Appia” – altrimenti nota come Pedemontana di Formia – un’opera da oltre vent’anni in fase di progettazione, ma che finora ha prodotto più ombre che risultati. Il Comitato è netto nella sua analisi: la Variante, così come concepita, è un’opera costosa, tecnicamente discutibile e ambientalmente impattante, che non risolve affatto i problemi di traffico che affliggono la città. Piuttosto, rischia di aggiungerne di nuovi. Nel frattempo, ogni giorno che passa senza un intervento strutturale, la situazione peggiora.
È sufficiente percorrere la tratta da Santa Croce a Vindicio in pieno giorno per rendersi conto della portata dell’emergenza: ambulanze bloccate nel traffico, mezzi pesanti che tagliano in due il centro urbano, ritardi sistematici per studenti, lavoratori e turisti. “Formia – scrive il Comitato – muore soffocata dal traffico”. Ma a soffocare non è solo la viabilità. A strangolare il futuro della città è anche la gestione nebulosa di un’opera pubblica che avrebbe dovuto rappresentare una svolta. Dopo due decenni di discussioni, il progetto della Pedemontana è stato ridotto da 11 a 7,9 km, mentre i costi sono lievitati fino a superare i 530 milioni di euro.
Viabilità, ambiente, trasparenza, sicurezza i temi del Comitato Permanente per l’Incolumità Stradale degli Abitanti di Formia
Una spesa enorme, che avrebbe dovuto garantire trasparenza, condivisione con i territori, ascolto delle comunità locali. Invece, denunciano i cittadini, le amministrazioni comunali non sono state coinvolte nei processi decisionali, mentre si moltiplicano gli episodi di incaricati privi di credenziali ufficiali che si presentano a casa dei residenti per effettuare rilievi, alimentando confusione e sospetti. A oggi, sono già stati spesi quasi 10 milioni di euro in studi e progettazioni, senza che alcun cantiere sia stato effettivamente aperto.
Dal punto di vista tecnico, inoltre, non mancano le criticità. Il tracciato, secondo il Comitato, appare irrazionale: parte da un’area poco funzionale allo snodo logistico della futura Tirreno – Adriatica e termina in una zona che rischia di trasferire il problema del traffico direttamente su Gaeta, anziché risolverlo. Anche il consumo di suolo agricolo appare spropositato, con milioni di metri cubi di roccia da scavare e smaltire, e un impatto ambientale sottovalutato, soprattutto in relazione agli habitat naturali attraversati dalla strada. Particolarmente delicata è poi la questione del rischio idrogeologico legato alla galleria di Costamezza, una delle più lunghe d’Italia tra quelle ancora da realizzare: la sua costruzione comporterebbe un impatto geotecnico e ambientale di cui non è stata fatta una valutazione completa e trasparente.

Alla luce di questo scenario, il Comitato non si limita alla denuncia. Propone alternative concrete, realizzabili, già discusse in sedi istituzionali e più rispondenti alle esigenze del territorio. Tra queste, un nuovo svincolo a sud in zona Santa Croce, vicino al futuro Ospedale del Golfo; un nuovo ingresso a nord in corrispondenza di XXV Ponti, con collegamenti diretti verso il porto e la SR213; e infine il commissariamento dell’opera, per superare gli ostacoli burocratici e riprendere il controllo operativo del progetto. Ma soprattutto, viene chiesto con forza che le risorse già stanziate – in particolare i 79 milioni e 250 mila euro destinati al primo stralcio – vengano impiegate da subito per migliorare la viabilità ordinaria. Sono decine, infatti, le opere di piccola e media entità che potrebbero alleviare subito i disagi della popolazione: la sistemazione della rotonda “Caduti di Nassiriya”; la realizzazione di rotatorie in punti critici come Vindicio, Acqualonga e via Spaventola; l’introduzione di norme più stringenti per i trasporti eccezionali, che troppo spesso scaricano il traffico sul centro cittadino; la creazione di stalli esterni per i bus extraurbani; il rilancio del Piano Urbano del Traffico, oggi abbandonato; la messa in sicurezza urgente del ponte Tallini e di altri viadotti; la riapertura della via ex Sparanise, fondamentale per il collegamento tra frazioni interne e l’area portuale.
Il messaggio finale del Comitato è chiaro: “Non tollereremo più ritardi, sprechi e decisioni prese sulla pelle dei cittadini”. Per questo, si dichiara pronto ad avviare iniziative legali, amministrative e contabili nei confronti di enti e soggetti responsabili di questa situazione. Il dossier consegnato nelle mani delle autorità non è solo una denuncia, ma un documento tecnico-politico che rappresenta l’urgenza di una comunità stanca di essere ignorata. A Formia il traffico non è solo un problema di mobilità. È diventato una questione una questione di salute pubblica, di diritto alla sicurezza, di rispetto per una città e i suoi abitanti. E la pazienza, ormai, sembra davvero agli sgoccioli. Con questo documento continua la battaglia di Gaetano Quercia e Gaetano Merenna e non solo. Da constatare che l’opinione pubblica ormai non crede più nella realizzazione della Pedemontana. Servono progetti alternativi che facciano respirare la città di Formia. In altro servizio analisi dei ricorrenti e cronologia delle scelte sbagliate dagli anni cinquanta in poi.













