Gaeta, Notte di Natale: inaugurazione di due quadri dedicati a San Carlo Acutis e alla Beata Chiara Luce Badano (articolo con approfondimento)

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Nella notte di Natale, la parrocchia di Santo Stefano in Gaeta inaugurerà due quadri dedicati a San Carlo Acutis e alla Beata Chiara Luce Badano, giovani testimoni di fede particolarmente significativi per la Chiesa contemporanea.
La Santa Messa della Notte di Natale, presieduta dal parroco don Stefano Castaldi, avrà inizio alle ore 23:00. Al termine della celebrazione eucaristica si terrà la benedizione e l’inaugurazione dei quadri, che saranno esposti stabilmente nella chiesa parrocchiale.


«Un momento suggestivo, che consideriamo come un dono di Gesù Bambino alla comunità parrocchiale. Sara molto bello entrare in chiesa e lasciarsi catturare dal sorriso coinvolgente dei due giovani contemporanei che hanno profondamente amato Gesù», ha dichiarato don Stefano, sottolineando il valore spirituale dell’iniziativa nel contesto gioioso della celebrazione natalizia, offrendo alla comunità e alla cittadinanza un’occasione di preghiera e riflessione attraverso la testimonianza di fede di San Carlo Acutis e della Beata Chiara Luce Badano.

Chi era Carlo Acutis, il beato dell’era digitale

Jeans, felpa, zaino in spalla e una passione per il computer. A prima vista Carlo Acutis sembrava un ragazzo come tanti. Eppure, a distanza di anni dalla sua morte, è diventato uno dei volti più riconoscibili della santità contemporanea, soprattutto tra i giovani. Nato a Londra il 3 maggio 1991 e cresciuto a Milano, Carlo è morto nel 2006 a soli 15 anni, colpito da una leucemia fulminante. Oggi è beato della Chiesa cattolica e considerato un simbolo di come fede e tecnologia possano convivere.

Appassionato di informatica, videogiochi e calcio, Carlo utilizzava Internet non solo come strumento di svago, ma come mezzo di evangelizzazione. Fin da giovanissimo imparò a programmare e a creare siti web, mettendo le sue competenze al servizio della fede. Il suo progetto più noto è una vasta mostra digitale sui miracoli eucaristici nel mondo, documentata con rigore e resa accessibile online. Un lavoro che, dopo la sua morte, è stato tradotto in numerose lingue ed esposto in migliaia di parrocchie nei cinque continenti.

Al centro della sua vita spirituale c’era l’Eucaristia, che Carlo definiva “la mia autostrada per il Cielo”. Partecipava quotidianamente alla Messa e viveva la fede con semplicità, senza ostentazioni. Accanto a questa dimensione spirituale, emergeva una forte attenzione verso gli altri: aiutava i compagni in difficoltà, difendeva chi veniva preso in giro e destinava parte dei suoi risparmi ai poveri.

La Chiesa ha riconosciuto ufficialmente la sua testimonianza il 10 ottobre 2020, quando Carlo Acutis è stato beatificato ad Assisi. Oggi il suo corpo è esposto nel Santuario della Spogliazione, meta di pellegrinaggio per migliaia di fedeli, in particolare giovani e studenti che vedono in lui un modello vicino, credibile, attuale.

Spesso definito il “patrono di Internet” – titolo non ufficiale ma ormai entrato nell’immaginario collettivo – Carlo Acutis rappresenta una nuova idea di santità: non distante dal mondo, ma immersa nella quotidianità, tra scuola, amicizie e tecnologia. Una santità possibile, come ricordava lui stesso con una frase diventata celebre: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.

La sua storia continua a parlare a una generazione cresciuta online, mostrando che anche nel cuore dell’era digitale si può vivere una fede autentica, profonda e gioiosa.

Chi era Chiara Luce Badano, la beata della gioia nel dolore

Aveva solo diciotto anni Chiara Badano quando la sua breve vita si è conclusa, ma il segno lasciato è stato profondo e duraturo. Oggi è conosciuta come Beata Chiara Luce Badano, una giovane donna che ha trasformato la sofferenza in testimonianza di fede, diventando un punto di riferimento soprattutto per adolescenti e giovani.

Nata il 29 ottobre 1971 a Sassello, in provincia di Savona, Chiara era una ragazza come tante: amava lo sport, gli amici, la musica e la vita all’aria aperta. Cresciuta in una famiglia semplice, entrò giovanissima nel Movimento dei Focolari, che ne plasmò la spiritualità e il modo di vivere le relazioni. Il soprannome “Luce” non fu casuale: descriveva perfettamente il suo carattere solare e il suo modo di stare al mondo.

A sedici anni arrivò la diagnosi che cambiò tutto: osteosarcoma con metastasi. Iniziò così un lungo percorso di cure, segnato da dolori fisici intensi e da momenti di grande prova. Chiara affrontò la malattia con una serenità che colpì medici, familiari e amici. Non si ribellò al dolore, ma lo offrì a Dio, scegliendo di viverlo come un atto di amore per gli altri, in particolare per i giovani e per le missioni.

Nonostante le sofferenze, Chiara continuò a preoccuparsi più degli altri che di se stessa. Rinunciò persino alla morfina per rimanere lucida e poter condividere fino in fondo la sofferenza di Gesù, mantenendo sempre uno sguardo rivolto agli altri. Celebre la sua frase: “Se tu lo vuoi, Gesù, lo voglio anch’io”, sintesi di una fede semplice e radicale.

Negli ultimi mesi di vita preparò personalmente il proprio funerale, che volle come una “festa di nozze”: niente nero, solo fiori bianchi e canti gioiosi. Chiara morì il 7 ottobre 1990. Aveva 18 anni.

La Chiesa ha riconosciuto ufficialmente la forza della sua testimonianza il 25 settembre 2010, quando è stata beatificata a Roma. Oggi Chiara Luce Badano è considerata una delle figure più significative della santità giovanile contemporanea: una santità fatta non di gesti straordinari, ma di amore, fiducia e luce, anche nel momento più buio.

La sua storia continua a parlare a un mondo spesso spaventato dal dolore, ricordando che la gioia non nasce dall’assenza di sofferenza, ma dal modo in cui la si attraversa.