Sole e mare: così il Golfo di Gaeta può produrre acqua potabile

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Sole e mare: così il Golfo di Gaeta può produrre acqua potabile – Il futuro dell’acqua potrebbe nascere proprio dal Sole. Mentre la crisi idrica si fa sempre più pressante, una nuova tecnologia basata su un minerale “miracoloso”, la Perovskite, promette di rivoluzionare il modo in cui trasformiamo l’acqua di mare in acqua potabile — e nel Golfo di Gaeta questa innovazione trova un contesto ideale per essere sperimentata.

Il Golfo di Gaeta, con la sua ampia esposizione solare e la presenza di istituti di ricerca e porti attivi tra Formia, Gaeta e Minturno, rappresenta uno dei luoghi più promettenti del Mediterraneo per testare soluzioni di desalinizzazione sostenibile. Negli ultimi anni, infatti, il Lazio meridionale ha conosciuto periodi di siccità sempre più lunghi, con impatti significativi sulla risorsa idrica e sulle economie agricole locali.

In questo contesto, la tecnologia sviluppata dai ricercatori dell’Università UNIST in Corea del Sud potrebbe aprire nuove prospettive. Si tratta di un sistema che utilizza un materiale innovativo a base di perovskite ossida (La₀.₇Sr₀.₃MnO₃), capace di assorbire la luce solare e convertirla direttamente in calore, senza alcun consumo elettrico.

Il principio è semplice ma potentissimo: il dispositivo concentra il calore solare sull’acqua marina, facendola evaporare rapidamente. Il vapore, privo di sale, viene poi condensato in acqua dolce. Grazie a una struttura a “V” rovesciata, il sistema riesce a evitare il problema principale dei dissalatori solari — l’accumulo di sale sulla superficie — spingendolo naturalmente verso i bordi.

I risultati sono sorprendenti

I risultati sono sorprendenti: un’efficienza del 94% nella conversione dell’energia solare in calore (contro il 30-40% dei sistemi tradizionali) e una produzione di circa 3,4 litri di acqua dolce all’ora per modulo, senza bisogno di elettricità.

Immaginare decine di questi moduli galleggianti lungo la costa tra Sperlonga e Scauri non è più fantascienza. Il mare, il sole e la necessità di acqua dolce si incontrano in un equilibrio perfetto. Piccoli impianti modulari potrebbero garantire una riserva idrica costante per le attività turistiche, agricole e portuali, riducendo la dipendenza dagli acquedotti e dai bacini interni, sempre più in difficoltà.

L’idea di una “piattaforma blu” per la sostenibilità nel Golfo di Gaeta potrebbe inoltre attrarre fondi europei e investimenti nel campo della blue economy, creando nuove opportunità di ricerca e lavoro locale.

La sfida globale della crisi idrica si gioca anche a livello locale, dove territori come il nostro possono diventare veri e propri laboratori a cielo aperto. La Perovskite, nata come promessa per il fotovoltaico, torna oggi protagonista di una nuova rivoluzione: quella dell’acqua che nasce dal sole.

Nel Golfo di Gaeta, il mare potrebbe finalmente dissetare la terra, trasformando una risorsa infinita — la luce — nella più preziosa di tutte: l’acqua.

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Stefania Maria Giulia Di Benedetto
Stefania Maria Giulia Di Benedetto nasce a Fondi, dove vive attualmente. Fin da bambina nutre una profonda passione per l'arte, la storia, la scrittura e la letteratura. Ha sempre scritto diari, un modo per preservare ciò che altrimenti sarebbe stato dimenticato. Ogni piccolo ricordo si trasformava in una storia, che, forse per gioco, assumeva spesso una forma letteraria. Si laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi "La Sapienza" di Roma e ottiene l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato presso la Corte d'Appello di Roma. Nonostante il suo percorso giuridico, la sua passione per la comunicazione l'ha sempre accompagnata. Stefania è ideatrice e amministratrice della pagina Facebook "Misteri Pontini fin sui Monti Aurunci, Ausoni e Lepini", che cura anche come editrice. Dal 2022, collabora con l'Associazione Pro Loco Fondi Aps, dove ricopre il ruolo di segretario e direttore, gestendo i profili social dell'associazione e collaborando nella organizzazione di eventi e manifestazioni. Studiosa indipendente appassionata di ricerca storica. Negli ultimi anni ha approfondito lo studio di fonti d’archivio, cronache locali e testimonianze documentarie, sviluppando progetti di ricerca originali e contribuendo alla divulgazione storica attraverso articoli, conferenze e incontri pubblici. Ha collaborato in qualità di referente al progetto editoriale "Italian Ghost Story" ed è coautrice del libro “I fantasmi di Fondi”. È autrice del testo teatrale “Giulia Gonzaga, la contessa di Fondi: tra amori, intrighi e rivalità” e dei libri "Il bassorilievo di via P. Giannone a Fondi: un'ipotesi dionisiaca, tra mito antico e devozione popolare"; "Le reliquie del santi fondani. Con accenno storico alla reliquia eccellente di San Tommaso d'Aquino a Fondi" .