Avvistato nuovamente il Pesce coniglio: ecco perché è una minaccia per il Mediterraneo – Un piccolo pesce tropicale riaccende l’attenzione sul rapido cambiamento dei mari italiani. A metà ottobre, nelle acque della Riviera di Ponente, è stato pescato un pesce coniglio striato o marezzato (Siganus rivulatus), una specie di origine tropicale mai segnalata prima nel Mar Ligure. L’avvistamento è stato confermato e documentato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, che ha diffuso la notizia come parte di un più ampio monitoraggio sulle specie invasive del Mediterraneo.
L’esemplare, lungo circa otto centimetri, è stato catturato il 15 ottobre 2025 su un fondale sabbioso-roccioso tra i 5 e i 10 metri di profondità, a pochi metri dalla riva. Un secondo ritrovamento, avvenuto il 26 ottobre a Specchiolla (Brindisi), nel Basso Adriatico, riguarda un individuo di quindici centimetri pescato su un fondale misto di Posidonia oceanica e roccia a circa 15 metri.
Il pesce coniglio è originario del Mar Rosso ed è arrivato nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, nel fenomeno noto come migrazione lessepsiana. Negli ultimi decenni la specie ha esteso progressivamente il proprio areale verso ovest e nord, fino a raggiungere ora anche le acque liguri.
Gli studiosi considerano questo nuovo record geografico un chiaro segnale del riscaldamento delle acque e delle trasformazioni in corso negli ecosistemi marini del Mediterraneo. Si tratta infatti di una specie termofila e gregaria, che predilige acque calde e poco profonde, nutrendosi principalmente di alghe verdi e rosse.
Ecco perchè il pesce coniglio è pericoloso
Dietro l’aspetto innocuo del Siganus rivulatus si cela una potenziale minaccia per la biodiversità. Come spiegano i ricercatori, la sua intensa attività di pascolo può portare alla desertificazione dei fondali rocciosi, riducendo la copertura algale e mettendo in difficoltà numerose specie autoctone.
A ciò si aggiunge un aspetto di sicurezza: i raggi delle sue pinne contengono una sostanza velenosa, e le punture – pur non mortali – provocano forte dolore e reazioni infiammatorie.
Insieme al congenerico Siganus luridus, il pesce coniglio è oggi inserito tra le specie invasive e potenzialmente dannose per gli ecosistemi del Mediterraneo centrale.
Le due nuove osservazioni sono state rese possibili grazie al lavoro congiunto tra scienziati, pescatori e comunità locali. In Liguria la segnalazione è arrivata grazie alla collaborazione di Daniele e Sara Vallerga, Nadia Repetto e Maurizio Wurtz, mentre in Puglia il ritrovamento è stato comunicato da Domenico Leo, con il supporto dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto.
La Stazione Zoologica Anton Dohrn, attraverso la sua rete territoriale GMC-SZN, sottolinea l’importanza di queste partnership come esempio concreto di scienza partecipata: un modo per trasformare le osservazioni dei cittadini in dati scientifici utili alla tutela della biodiversità marina.
L’arrivo del pesce coniglio in Liguria rappresenta un nuovo tassello del processo di tropicalizzazione del Mediterraneo, innescato dal cambiamento climatico e dal progressivo aumento delle temperature marine.
Gli esperti invitano a non sottovalutare il fenomeno: la diffusione di specie aliene come il pesce coniglio, il pesce scorpione o il pesce palla maculato può modificare in profondità gli equilibri ecologici dei nostri mari.
Le istituzioni scientifiche – tra cui il CNR-Irbim e l’ISPRA – incoraggiano cittadini e operatori del mare a partecipare alle campagne di segnalazione come #Attenti4, per contribuire al monitoraggio e alla protezione degli ecosistemi costieri.
Un campanello d’allarme per il Mediterraneo
L’apparizione del Siganus rivulatus davanti a Varazze non è solo una curiosità naturalistica: è un campanello d’allarme che racconta la trasformazione in atto nel mare nostrum.
Un piccolo pesce tropicale che, nel suo silenzioso viaggio verso nord, testimonia la fragilità di un equilibrio marino che cambia sotto i nostri occhi.













