Le parole della senatrice Ilaria Cucchi sulla morte del formiano Francesco Valeriano

La senatrice ricostruisce i contatti con il carcere dopo il pestaggio e chiede responsabilità

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La morte di Francesco Valeriano, il giovane di Formia deceduto dopo sei mesi di sofferenze successive a un pestaggio avvenuto in carcere, riaccende il dibattito sulle condizioni di detenzione e sulle responsabilità dello Stato. A portare l’attenzione pubblica sul caso è stata la senatrice Ilaria Cucchi, che ha raccontato il proprio coinvolgimento diretto sin dai primi momenti successivi all’aggressione.

Cucchi, senatrice della Repubblica e nota per il suo impegno sui temi dei diritti umani e delle condizioni carcerarie – battaglie nate dalla vicenda del fratello Stefano, morto nel 2009 mentre si trovava sotto custodia dello Stato – ha pubblicato un lungo intervento sulla sua pagina Facebook, ricostruendo i passaggi immediatamente successivi al pestaggio subito dal formiano Francesco Valeriano.

Nel post, la senatrice ha scritto: “Immediatamente dopo aver saputo del pestaggio, avevo contattato la direzione del carcere. Avevo chiesto come potesse essere accaduto. Ho recuperato quello scambio. La direttrice parlava di una “violenta ed imprevedibile aggressione”. Si era verificato l’esatto opposto di ciò che dovrebbe accadere davanti agli occhi di uno Stato consapevole, vigile. Che cura, e che non abbandona. Ma Francesco Valeriano e la sua famiglia sono stati abbandonati. Alla sofferenza, a un calvario durato sei mesi, alla morte arrivata ieri 11 dicembre. L’ultimo giorno di una vita che doveva essere recuperata, salvata. Il carcere dovrebbe essere una scuola, un luogo in cui si impara a vivere in libertà e con gli altri. Oggi invece è una camera di tortura, alimentata a indifferenza. E ne siamo tutte e tutti responsabili”.

Parole dure, che chiamano in causa non solo l’episodio di violenza in sé, ma l’intero sistema di controllo, prevenzione e tutela che avrebbe dovuto proteggere un detenuto affidato allo Stato. Nel racconto della senatrice emerge un contatto diretto con l’amministrazione penitenziaria, avvenuto quando Francesco Valeriano era ancora vivo, e la consapevolezza che qualcosa, fin da subito, non avesse funzionato.

Il caso di Valeriano, secondo Cucchi, non può essere liquidato come un evento imprevedibile. Al contrario, rappresenta l’emblema di un fallimento più ampio: quello di un carcere incapace di garantire sicurezza, cura e dignità, trasformandosi invece in un luogo di abbandono.

La morte del giovane di Formia, avvenuta l’11 dicembre, chiude tragicamente una vicenda che ora chiede verità. E l’intervento della senatrice Cucchi, ancora una volta, riporta al centro una domanda scomoda: cosa accade davvero dietro le mura delle carceri italiane e quanto lo Stato è disposto a vigilare su chi, anche da detenuto, resta un cittadino da proteggere. Di seguito il post pubblicato dalla senatrice Ilaria Cucchi sulla propria pagina Facebook:

Il post della senatrice Ilaria Cucchi