PAOLA VILLA: STORIA DI ORDINARIA ODISSEA SANITARIA… – Paola Villa, consigliere comunale di Formia comunica: “Antonio, nome di fantasia, è un uomo di mezza età che da qualche tempo sta approfondendo, per vari problemi, il suo stato di salute. Così, circa una ventina di giorni fa, Antonio aveva un appuntamento presso l’ospedale di Gaeta per fare una ecocardiografia, un esame prenotato regolarmente al Cup, oltre quattro mesi fa. L’esame è di controllo e per fortuna non si tratta di cosa urgente. Il giorno prima dell’esame Antonio viene contattato dall’ambulatorio di Gaeta, un’infermiera comunica che l’ecocardiografo si è guastato e quindi non può essere fatta l’indagine ed eseguito il controllo.
La telefonata si prolunga perché Antonio chiede lumi su dove e quando potrà eseguire l’esame, vista la sua delicata situazione di salute, purtroppo l’infermiera pur essendo rammaricata, non sa cosa rispondere. Consiglia ad Antonio di rivolgersi al “recup” per vedere se c’è qualche posto disponibile in altre sedi sanitarie limitrofe. Antonio si attacca al telefono e il “recup” gli comunica che per riprenotare in una qualsiasi altra struttura sanitaria, bisogna prima annullare la prenotazione per Gaeta, quindi riprenotare per un’altra sede, ma così i tempi per avere l’esame si allungherebbero di oltre quattro mesi. E Antonio pensa…”menomale che è solo un controllo”.
Antonio non si arrende e quindi decide ugualmente di recarsi all’ambulatorio di Gaeta il giorno dell’esame e parlare direttamente col medico per chiedere informazioni sui tempi di riparazione e su quelli per una eventuale richiamata a Gaeta rispettando la priorità acquisita. Il cardiologo purtroppo non ha informazioni certe: potrebbero volerci mesi, si tratta di apparecchiature delicate e non essendoci un “macchinario jolly” sostitutivo, si deve ordinare il pezzo guasto alla casa madre, sostituirlo, tenerlo in prova per un bel po’ e poi restituirlo per l’utilizzo con l’utenza. Ciononostante, il dottore si impegna in prima persona a cercare una soluzione alternativa, tranquillizzando Antonio.
Finalmente dopo una settimana la soluzione arriva, con una telefonata con la quale comunicano ad Antonio di recarsi all’ambulatorio di Minturno, dove sarà possibile fare l’ecocardiografia. E così avviene… Arrivato a Minturno Antonio trova sulla porta dell’ambulatorio il cartello riportato sotto in foto, non ci crede, non può essere che anche qui è rotto l’ecografo. Dopo un primo momento di spaesamento fortunatamente comprende che il cartello è datato di qualche settimana e che l’ecografo di Minturno ora funziona!
Certo un “ecocardiografo jolly” in tutta la Asl di Latina non esiste… chissà se oggi l’ecocardiografo di Gaeta è ancora guasto…forse se l’avessero aggiustato avrebbero richiamato il nostro Antonio…ma ciò non è mai successo! Se oggi Antonio ha potuto fare l’esame e tranquillizzarsi sui suoi problemi di salute lo deve solo alla dedizione e al senso di responsabilità del cardiologo che sicuramente si è dovuto sobbarcare un lavoro doppio per smaltire le indagini arretrate, ma con grande senso del dovere non ha lasciato nessuno senza risposta. Il dottore ha sopperito alle enormi carenze della Asl, non si è arreso all’evidenza, ha messo la parola fine ad una odissea sanitaria di Antonio e probabilmente di tanti altri.
Valeva la pena raccontare questa piccola storia di ordinario eroismo sanitario…solo per riflettere che quando ci troviamo al pronto soccorso, negli ambulatori sanitari pubblici o nei reparti dei nostri ospedali, prima di urlare, insultare e aggredire il personale sanitario, prima di offendere e perdere la pazienza, pensiamo e comprendiamo che chi decide sulla macchina sanitaria non sono i dottori, gli infermieri, gli oss…ma sono i burocrati, i presidenti di regione, i direttori sanitari, quelli messi là dalla politica e da nessun altro, quelli che non hanno vinto alcun concorso per stare lì.
Quelli che tagliano nastri insieme ai politici di turno “in fascia tricolore” inaugurando per la terza, quarta volta un reparto, un centro diagnostico…per un semplice selfie…mentre i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario continuano a spaccare il capello in quattro per garantirci la salute, l’ accesso alle cure e la dignità della vita.