Tutti noi nel corso della nostra formazione, soprattutto cristiana, ci siamo imbattuti nella figura di Ponzio Pilato, Prefetto della Giudea, demonizzato dalle cronache perché lasciò che condannassero Gesù Cristo.

Recentemente, a seguito di alcune discussioni tra diversi storici di storia locale, sembra che la figura di Pilato sia strettamente legata all’isola pontina di Ponza, un po’ come Cicerone a Formia.

Di Ponzio Pilato, a parte la mitologia ed i racconti del settecento, che notizie abbiamo a disposizione per ricavarne una storia più vicino possibile alla verità?

In primo luogo sembra ci siano dei frammenti marmorei, rinvenuti nel 1961 presso l’anfiteatro romano di Cesarea risalenti al periodo tiberiano, sulle quali Ponzio Pilato viene chiaramente menzionato in un’incisione seppure frammentaria:

“[Caesarensibu]s Tiberiéum/[Pon]tius Pilatus/[Praef]ectus Iuda[ea]e”.

Così traducibile: “presso i Cesarensi, Ponzio Pilato, Prefetto di Giudea, [dedicato a] Tiberio”.

Questa lapide certifica in modo diretto ed inconfutabile che il personaggio istituzionale Ponzio Pilato sia effettivamente esistito e che il suo cognome è riportato nel modo corretto dalla storiografia. Come gli scritti di Giuseppe Flavio, Filone, Tacito e di quanti altri narrano di Ponzio Pilato, fanno riferimento ad un personaggio vero della storia.

Ad avvalorare questa tesi, gli storici si sono anche affidati allo studio della struttura dei nomi delle persone in epoca romana e della toponomastica quali “emergenze storiche” e “fossili culturali” grazie ai quali, articolando un organico ragionamento, arrivare alla verità.

Quindi, non avendo dati diretti e certi sulla connessione del personaggio con l’isola, è chiaro che solo in base alla metodologia deduttiva ed alle fonti su citate è possibile mettere insieme la parte mancante della vita di Pilato.

Tra gli antichi romani vigeva la formula del “trinomia” composta da praenomen, nomen e cognomen.

Il “praenomen” era il nome proprio, di solito tralasciato, il “nomen” (nostro cognome di adesso) distingueva le famiglie (gens), il “cognomen” distingueva il soggetto dai componenti della stessa famiglia e, di solito, descriveva fisicamente la persona o si riferiva a sue gesta. Nel caso del personaggio in questione, ‘Ponzio’ è il nomen e ‘Pilato’ il cognomen. Quindi Ponzio indica la famiglia di origine.

Fin dalla prima costituzione dell’Impero Romano e soprattutto durante la sua formidabile espansione, ogni nuovo territorio conquistato veniva affidato, attraverso il sistema delle “centuriazioni”, ad un’aristocrazia militare fidata (anche a riposo) che dava o prendeva da quel territorio il “nomen” anche per una questione di immediatezza amministrativa. Da ciò la prima deduzione sul nome della famiglia Pontius riferita a Ponza va tenuta necessariamente in considerazione, unitamente al fatto che in tutto l’Impero nessun altro luogo portava quella denominazione.

Se la famiglia Ponzio, di elevatissimo rango tanto da mandare un proprio membro in Giudea quale Procuratore dell’Imperatore, non appare minimamente nella documentazione fino a sconoscerne il luogo di nascita, probabilmente è solo perché non risiedeva a Roma. E dove avrebbe potuto risiedere l’importante famiglia Pontius (appartenente a Pontia) se non a Pontia?

Pilato ad un certo punto della sua carriera, cadde in disgrazia e fu processato a Roma. Accadde che nel 36 d.C. un altro palestinese si autoproclamò il Messia, concentrando sul Monte Garizim, monte sacro in Samaria, una moltitudine di seguaci. Pilato, ritenendo la riunione sediziosa e pericolosa per la stabilità politica della zona, inviò immediatamente la cavalleria romana che massacrò tutti. Questa feroce repressione nel sangue non garbò al legato di Siria Lucio Vitellio, che lo destituì e lo spedì a Roma per farlo processare. Non si conosce con precisione la sorte di Pilato, di certo si sa che non fu ucciso. Infatti fu mandato in esilio lontano da Roma, ma non risulta dove. Qualcuno dice in Gallia, altri dicono a Ponza: di fatto nessuna prova concreta, ad oggi, emerge dalla storia.

Tuttavia, come è ampiamente provato e su accennato, al quel tempo si usava allontanare gli indesiderati ed i condannati scomodi appartenenti alle alte caste in luoghi distanti, ma nello stesso tempo ben controllati da Roma, possibilmente di proprietà della famiglia di appartenenza. Ed allora Pilato fu relegato a Ponza? Può darsi. Certo è che in Gallia nessuna traccia di Ponzio Pilato è stata mai rilevata.