Il flashmob sulla spiaggia di Serapo

“Le spiagge libere stanno scomparendo”. L’accorato appello della scrittrice Manuela Salvi che negli ultimi tempi è scesa in campo, o meglio in spiaggia in questo caso, in difesa del diritto di preservare le spiagge libere della Riviera di Ulisse. 

Come lei stessa ha spiegato e ribadito a più media, anche a livello nazionale, l’ultima intervista andata inonda su La7, “le spiagge per il nostro paese sono un simbolo: della nostra Storia, delle nostre tradizioni, del nostro DNA più profondo. Un sistema economico e politico che nega l’accesso libero al mare deve seriamente riconsiderare se stesso perché si tratta, di fatto, di vendersi l’anima”. 

Il suo impegno è iniziato nel mese di luglio con l’apertura di una pagina facebook chiamata “Gaeta ruba le spiagge libere ai cittadini con la scusa del Covid”, in cui i cittadini organizzavano flashmob per dar voce alle minoranze che hanno rischiato di essere cacciate qualora volessero posizionarsi con la propria attrezzatura sulla spiaggia.   

“Si gioca sull’equivoco – ha continuato a spiegare – noi del posto sappiamo quali sono le spiagge libere, mentre il turista cade in confusione, perché non sa effettivamente quali spiagge il Comune di Gaeta ha dato in concessione e quali ritiene, sulla carta almeno essere ancora libere. Le soluzioni adottate dalle autorità ad oggi sono state le multe. Ma la multa non è una soluzione per questo tipo di problema. Perché che le forze dell’ordine fanno la multa il giorno prima e il giorno dopo il noleggiatore persevera, si sta punto e d’accapo”.

L’impegno della Salvi è arrivato ad oggi, fino a fondare un comitato cittadino, con la stesura di un vero e proprio atto costitutivo del “Comitato per la Difesa delle Spiagge e del Mare della Riviera d’Ulisse”, tra le cui firme spicca la sua, che come spiegato da lei stessa, si collega ad un’azione al livello nazionale di più ampio respiro: “Da scrittrice – ha spiegato la Slavi – non posso che pensare che la penna ferisca più della spada. In questo caso è bastata una firma per prendere un impegno serio nei confronti di una delle cose che amo di più al mondo: il mare. Il mare è di tutti e non chiede la dichiarazione dei redditi. Difendere il diritto a questo bene pubblico per me è l’unico modo, al momento, per capire se questo paese sia davvero destinato a una morte lenta tra diritti lesi e soprusi e illegalità diffusa”. L’ultimo atto di fiducia, l’ha definito Manuela Salvi, per questa Italia che pare non abbia più valori da offrire.