L’Associazione Cittadini per la Tutela dei Beni Comuni di Formia a firma di Anna De Meo, Associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine (Patrizia Menanno), Associazione Pendolari Stazione di Minturno Scauri (Francesco Valerio), Confconsumatori Latina (Franco Conte), Comitato Acqua Gaeta (Michele Vaudo), Laboratorio Socio Politico San Giacomo Gaeta (Marcello Di Marco), La Barba di Giove (Mariarita Manzo), Sud Pontino Social Forum (Biagio Magri) hanno scritto congiuntamente una lettera aperta ai Sindaci dei Comuni dell’Ambito Ottimale 4, all’ARERA, al Garante del Servizio Idrico Integrato della Regione Lazio, alla Segreteria Tecnica Operativa di ATO 4 del seguente tenore.

“Premesso che che l’ARERA, nell’Allegato A alla deliberazione 28 dicembre 2015, 664/2015/R/idr, integrato e modificato dalla deliberazione 27 dicembre 2017, 918/2017/R/IDR, recante “Aggiornamento biennale delle predisposizioni tariffarie del servizio idrico integrato”, ha previsto che “Laddove l’entità del costo effettivo di morosità, superiore a quello riconosciuto (3,8%, ndr), rischi di compromettere l’equilibrio economico-finanziario della gestione, verrà valutata, previa presentazione di apposita istanza, la possibilità di riconoscere costi aggiuntivi in sede di conguaglio. La suddetta istanza dovrà essere corredata da un piano di azioni per il ripianamento dei costi di morosità, da valutare congiuntamente alle misure per garantire la sostenibilità della tariffa per le utenze finali”.

che in conseguenza della facoltà concessa, Acqualatina S.P.A., nel 2017, ha presentato all’ARERA specifica istanza, recepita dall’EGATO, con la quale richiedeva il riconoscimento di un costo di morosità addirittura pari al 9%, ben superiore al 3,8% ordinariamente previsto;

che l’ARERA con la deliberazione n.35/2017, ha approvato la proposta di aumento tariffario, riconoscendo al Gestore una somma quantificata in 15 Mln di euro.

Considerato che i bilanci della società Acqualatina SPA, per gli anni dal 2016 al 2019, sono stati chiusi con importanti utili (per tutti vedi utile prima delle imposte relativo all’anno 2016 pari a 27.364.000 € su 118.588.000 € di ricavi), segno che non era a rischio di compromissione l’equilibrio economico-finanziario della gestione;

che la percentuale di morosità sul totale, pari al 13% (anno 2017), risulta non particolarmente elevata se raffrontata ad analoghi servizi erogati (es. TARI dei Comuni), fermo restando -per chi scrive- l’obbligazione al pagamento;

che, per quanto è possibile desumere dall’articolazione delle morosità, emerge un consistente credito (2,5 mln) verso i comuni che, pur avendo incassato dagli utenti le somme relative all’incidenza dei consumi idrici e fognari nelle tariffe dei servizi dagli stessi erogati, non pagano al Gestore le fatture emesse che li riguardano.

Preso atto

che lunedì 4 febbraio la Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 ha discusso le problematiche inerenti la morosità, le modalità di riscossione e soprattutto gli ulteriori aumenti della tariffa idrica, rinviando l’approvazione del punto all’o.d.g.;

che dalla Relazione accompagnatoria alla proposta di deliberazione si è appreso che il Gestore avrebbe intenzione di richiedere all’ARERA, per il periodo regolatorio 2020- 2023, in conto morosità, un ulteriore aumento del 10%;

che in sede di discussione è emersa la proposta di attivazione della procedura che consente al Gestore di procedere con l’iscrizione a ruolo della tariffa del servizio idrico integrato di cui al DLgs n. 152/2006, art.156, sul presupposto che il servizio sia di rilevanza pubblica e pertanto il corrispettivo di tale servizio sia da considerarsi tributo;

Valutato

che tale proposta di riscossione coattiva -propria degli enti pubblici- è da respingere sia perché il Gestore non è un ente pubblico che ha i bilanci in pareggio, ma una società per azioni che produce utili, sia perché mette l’utente a rischio pignoramento senza che abbia il modo di esporre le sue ragioni, come avverrebbe in un normale giudizio civile;

che ricorrono tutti gli estremi per respingere la proposta di ulteriore aumento tariffario del 10%, atteso che 1) non è a rischio di compromissione l’equilibrio economico-finanziario della gestione; 2) che la proposta non “è corredata da un piano di azioni per il ripianamento dei costi di morosità, da valutare congiuntamente alle misure per garantire la sostenibilità della tariffa per le utenze finali” se non l’invocato utilizzo della forza pubblica e la proposta di riscossione coattiva; 3) che si dà per scontata l’efficienza del Gestore nel recupero della morosità, le cui azioni di merito sono invece tutte da dimostrare.

Tutto ciò premesso, considerato, preso atto e valutato,

anche alla luce del particolare momento pandemico che ha messo in seria difficoltà le famiglie degli utenti, già eccessivamente vessate, alle quali, peraltro, viene fornito un servizio idrico non efficiente (torbidità, disservizi, costi energetici per perdite di rete…a tacer d’altro),

Le sottoscritte associazioni chiedono che sia ritirata la proposta di Deliberazione n.8 già all’ordine del giorno della seduta del 1 febbraio 2021 della Conferenza dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia e che sarà nuovamente portata in discussione in codesta assise entro fine febbraio”.