Un tesoro archeologico in una villa privata a Fondi: parola agli esperti.

L’archeologo Alessandro De Bonis: “Le opere abbracciano un arco temporale di oltre mille anni”.

Il responsabile di zona della Soprintendenza Francesco Di Mario: “L’importanza dei reperti porta a prendere in considerazione una rivalorizzazione del Museo Civico di Fondi”

Il presidente di Italia Nostra Maria Luisa Fiore, dopo essere stata ieri la prima a prendere posizione, evidenzia: “perfetta sintonia con il pensiero degli archeologi De Bonis e Di Mario e invitiamo sia a rivalutare il Museo Civico cittadino che a cambiare atteggiamento verso la conservazione dei reperti archeologici.

Troppi errori in passato e troppe dispersioni. Occorre iniziare dalle scuole, educare i giovani secondo l’assioma: si conosce ciò che si ama, si ama ciò che si conosce”

Propedeutici a questo articolo sono le interviste agli archeologi della stessa Maria Luisa Fiore e il servizio con ricco corredo fotografico pubblicato ieri da chi scrive.

Tutti soddisfatti di questo nuovo maxi sequestro di reperti di inestimabile valore a Fondi.

A rinvenire questo vero e proprio tesoro archeologico, nel giardino e all’interno di un’abitazione privata della città, sono stati i carabinieri di Fondi nell’ambito di un’operazione volta a prevenire i fenomeni predatori.

I militari della Tenenza di Fondi diretti dal sottotenente Emilio Mauriello e sotto il comando del comandante della Compagnia di Terracina, competente per territorio, capitano Francesco Vivona, a seguito della segnalazione di un tentato furto, stavano perlustrando una residenza quando si sono imbattuti in un autentico museo.

Immediato il sequestro di un lunghissimo elenco di beni archeologici, nella giornata di ieri trasportati presso il Museo Civico di Fondi dove sono attualmente custoditi sotto la responsabilità del direttore della struttura Alessandro De Bonis, nominato custode giudiziario ed esperto per la valutazione.

A seguire le delicate operazioni di trasporto e deposito gli assessori Vincenzo Carnevale e Claudio Spagnardi.

La Soprintendenza, nella persona del responsabile di zona Francesco Di Mario, si è subito messa a disposizione e al lavoro per catalogare e studiare busti, capitelli, anfore e persino un sarcofago, nel complesso risalenti a diverse epoche storiche.

Lunghissima la lista dei reperti rinvenuti tra i quali spiccano alcune opere di grandi dimensioni:

un busto di età romana verosimilmente raffigurante l’imperatore Servio Sulpicio Galba Cesare Augusto;

un busto di marmo bianco;

due capitelli di cui uno in stile ionico (uno in giardino uno negli interni);

elementi marmorei decorati di rilievo;

un piccolo sarcofago;

blocchi architettonici e lastre di pietra lavorati a gradina;

una edicoletta votiva;

diverse anfore, alcune delle quali del tipo “Dressel”;

un rilievo con scene danzanti

due iscrizioni

Spiega il direttore del Museo Alessandro De Bonis, anche perito per la valutazione dell’intero tesoro archeologico messo sotto chiave, “Sono giorni di studio intenso ci sono infatti opere romane dell’età repubblicana e imperiale ma anche elementi ceramici del periodo medievale.

Stiamo ancora approfondendo ma, da un primo studio, emergono spunti interessanti per ricostruire l’evolversi del contesto culturale dall’età romana all’età tardo antica, fino al periodo medievale. Quanto rinvenuto nella villa è, sostanzialmente, uno spaccato della storia artistica locale relativa ad un arco temporale di oltre mille anni.

Particolarmente interessanti le due iscrizioni sulle quali sono in corso ulteriori approfondimenti”.

La proprietaria della residenza, come riportato nel gazzettino dei carabinieri del comando provinciale di Latina, è stata denunciata per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato.

La stessa è stata tuttavia molto collaborativa con le forze dell’ordine e con gli esperti.

Grande soddisfazione per il ritrovamento dei reperti è stata espressa anche dal responsabile di zona della Soprintendenza Francesco Di Mario, che commenta: “I rinvenimenti degli ultimi mesi hanno notevolmente arricchito la collezione del Museo Civico e questo porta a prendere in considerazione una rivalorizzazione della struttura museale dato che i nuovi reperti acquisiti negli ultimi mesi, oltre ad essere molto numerosi, sono anche di grande pregio”.

Alle parole del soprintendente fa eco l’appello del sindaco Beniamino Maschietto e dell’assessore alla Cultura Vincenzo Carnevale che invitano i cittadini a consegnare alle autorità eventuali reperti storici, evitando ripercussioni penali e conseguenze spiacevoli.

Aggiungono: “Ancora una volta ringraziamo i carabinieri e la Soprintendenza il cui lavoro congiunto ha consentito di recuperare reperti antichissimi e, allo stesso tempo, di riportare alla luce frammenti della storia millenaria della nostra città. Il responsabile di zona della Soprintendenza Francesco Di Mario e l’archeologo nonché direttore del Museo Alessandro De Bonis da giorni sono al lavoro per ricostruire la storia di ogni singolo reperto. Si tratta, sostanzialmente, di un interessante spaccato di storia romana e medievale locale che ci auguriamo di poter presto conoscere meglio e condividere con la città”.