Si dava per estinta da venti anni ed ecco che ricompare nella piana del Garigliano. Un nuovo nucleo di lontra è stato scoperto lungo il fiume Garigliano, e parte dei suoi maggiori affluenti nell’ambito di un progetto per il censimento della lontra. Il progetto si concentra nelle regioni dove ancora questo raro mustelide risulta ancora assente o con scarsi segnali di presenza da monitorare (Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria e appunto Lazio) o è riapparso solo recentemente (Friuli Venezia Giulia, Trentino – Alto Adige). La scoperta è stata fatta questa estate dal biologo Simone Giovacchini, responsabile dei censimenti nel Lazio. Si tratta della prima segnalazione della specie dal 2000, anno in cui era stata dichiarata quasi estinta nella regione. Questo monitoraggio arriva a circa 40 anni dal precedente e ad oltre 10 dal Piano di Conservazione per la lontra (PACLO) curato da ISPRA. Il censimento è coordinato da referenti regionali che stanno controllando i siti selezionati a scala nazionale all’interno di celle di griglia di 10 x 10km, anche con il supporto di volontari. La lontra euroasiatica (Lutra lutra), che per sopravvivere ha bisogno di habitat fluviali integri e in buona salute, è ancora oggi una delle specie più rare del nostro Paese. Dopo aver rischiato, nel secolo scorso, l’estinzione in Italia, da qualche anno è in lenta ma costante ripresa. Grazie anche alle politiche nazionali ed europee di conservazione, si è assistito alla riunificazione dei due nuclei meridionali – gli unici vitali del Paese – alla ripresa in alcune regioni confinanti e al timido ritorno nell’area alpina, legato all’espansione della specie da Austria e Slovenia e a qualche segnale nel versante francese/ligure. Nonostante questo, la popolazione italiana di lontra è ancora oggi tra le più minacciate e isolate d’Europa, essendo ancora assente in gran parte del suo areale storico, soprattutto nelle regioni centrali e settentrionali della penisola. In Italia complessivamente si stimano tra gli 800 e i 1.000 individui di lontra, un numero ancora ben al di sotto del limite vitale minimo.