Non basta più il femminicidio.

Togliere la vita a una donna è semplice, troppo semplice, è sbrigativo e la vittima trova la sua pace… eterna.

E’ molto più efficace picchiare sino allo sfinimento e, infine, lo sfregio.

La camorra una volta sfregiava le donne al viso con un coltello ma ora vi è anche la chirurgia polastica.

E allora bisogno usare tecniche più raffinate, come ad esempio tagliare i tendini delle gambe e far finire la vittima su una sedia a rotelle.

Ma perché più semplicemente questi carnefici non scompaiono dalla società civile e vanno a vivere nella giungla amazzonica o nei deserti dell’Australia?

Chi sono loro per avere il diritto di vessare altri esseri umani, che cosa si prova a prendere a pugni in faccia la propria donna o a calci anche quando cade inerme a terra?

E non bastano i casi di cui sono protagonisti uomini italiani per dover riferire anche di rumeni, nigeriani, tunisini, marocchini, ed altre etnie?

La Polizia di Stato – Questura di Latina, in modo meritevole, continua a prestare particolare attenzione alle problematiche che afferiscono i soggetti più vulnerabili e, a tal riguardo, nel pomeriggio di ieri  i poliziotti della II Sezione della Squadra Mobile, composta da  personale altamente specializzato nella trattazione dei reati contro la persona, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di  aggravamento della misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, applicando la misura degli arresti domiciliari emessa dal GIP presso il Tribunale di Latina nei confronti di quarantaduenne iniziali T. M., cittadino romeno classe ‘78.

La specifica attività investigativa, condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina nella persona del Sostituto Procuratore dott.ssa Giorgia ORLANDO, ha consentito di mettere in evidenza come l’interessato abbia tenuto nei confronti della compagna convivente, e talora anche in presenza dei figli minori conviventi, una pluralità di condotte violente consistite in maltrattamenti fisici e psichici protratte nel tempo.

È stato accertato che l’uomo picchiava abitualmente la compagna, colpendola con calci e pugni al volto ed al corpo.

Inoltre l’uomo ripetutamente umiliava la donna con frasi volgari e di pieno disprezzo, minacciandola con frasi del tipo “ti ammazzo, ti taglio i tendini delle gambe così stai su una sedia a rotelle”; inoltre impediva alla compagna di uscire da sola.

Una volta ultimate le formalità di rito, l’indagato è stato condotto presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari ma i poliziotti, avendo fiutato che l’uomo stesse progettando di sottrarsi alla misura applicata, hanno deciso di effettuare un accorto servizio di appostamento.

Dopo qualche ora i sospetti sono stati confermati, infatti l’uomo è stato notato nel mentre a bordo di una bicicletta si stava allontanando dal proprio domicilio.

Gli agenti della Mobile lo hanno quindi immediatamente bloccato, traendolo in arresto per evasione.