La consegna del premio Dino Villani 2018 a Giacomo e Annalisa Sgroi

Il 18 ottobre 2018 nell’aula consiliare del comune di Gaeta, l’Accademia Italiana della Cucina ha consegnato il premio Dino Villani 2018 “Al produttore che si sia distinto nella lavorazione artigianale di un prodotto alimentare di rilevante qualità organolettica lavorato con ingredienti di prima qualità, con una ben identificata tipicità locale non industriale”. Il premio è stato conferito alla presenza del sindaco Mitrano e del delegato Pino Orlandi, alla società Crispy and Crunchy, a Giacomo e Annalisa Sgroi, (già panificio Calegna, Dolce & Pane) per la produzione artigianale della tiella di Gaeta. “Il riconoscimento più grande è sicuramente far apprezzare la qualità dei nostri prodotti ai gaetani- ha detto Annalisa Sgroi- che è molto difficile, e mi ha dato delle grandi soddisfazioni”.

“Dopo 36 anni di attività per me è come arrivare all’apice di una carriera- ha affermato Giacomo Sgroi, proprietario e gestore del panificio- mia madre mi ha trasmesso il saper fare, ma soprattutto mi ha trasmesso l’amore e la passione per questo prodotto, la tiella”. “Quando mi chiedono se ci sia un segreto in particolare- ha continuato a spiegare Giacomo Sgroi- io rispondo che l’unico segreto che conosco è sicuramente molta passione, è l’ingrediente fondamentale, altrimenti non saremmo andati avanti e io, come mia figlia Annalisa non avremmo potuto fare i grossi sacrifici che l’arte bianca comporta”. “Io già all’inizio, quando ho preso in gestione questa attività, non credevo che saremmo arrivati a questo punto- ha raccontato Giacomo- sono un capitano di macchine, per cui ho navigato, ho rilevato questa attività più per spirito d’avventura che per mestiere, dato che non sono un fornaio. Non sapevo come gestirla, ma alla fine ci sono riuscito”.

Alla domanda del come si trovasse a lavorare con sua figlia Annalisa, Giacomo ha risposto: “Io non mi aspettavo che mia figlia rilevasse l’attività. Ho tre figli, di cui due maschi, e inizialmente quando ho capito che loro non avrebbero avuto la pazienza di portare avanti l’attività ero pronto a chiudere i battenti. Poi è arrivata lei e ha dimostrato molta passione e pazienza e non so forse perché ha un po’ i geni di mia madre- ride- stiamo andando avanti, e anche molto bene a questo punto”.

L’Accademia Italiana della Cucina si interessa della salvaguardia della cucina tipica italiana e della cultura della civiltà della tavola, espressione viva ed attiva dell’intero paese.Fondata da Orio Vergani nel 1953, dal 2003 è Istituzione Culturale della Repubblica Italiana. L’attività istituzionale viene svolta attraverso 210 Delegazioni in Italia e 81 all’estero. Nel basso Lazio dal 2006 opera la Delegazione di Formia-Gaeta. Come veicolo di promozione culturale, le Delegazioni dell’Accademia sono presenti sul territorio partecipando alle più importanti manifestazioni gastronomiche ed indirizzando la propria attività sociale verso iniziative – convegni, pubblicazioni, ricerche storiche, istituzione di premi e borse di studio – volte alla divulgazione dei principi e dei valori fondamentali dell’Accademia stessa. L’Accademia è una Istituzione Culturale della Repubblica Italiana che ha compito di salvaguardare, insieme alle tradizioni della cucina italiana, la cultura della civiltà della tavola, espressione viva e attiva dell’intero Paese, con il fine di tutelare le tradizioni della cucina italiana, di cui promuove e favorisce il miglioramento in Italia e all’estero. Come veicolo di promozione culturale, le Delegazioni dell’Accademia sono presenti sul territorio partecipando alle più importanti manifestazioni gastronomiche ed indirizzando la propria attività sociale verso iniziative – convegni, pubblicazioni, ricerche storiche, istituzione di premi e borse di studio – volte alla divulgazione dei principi e dei valori fondamentali dell’Accademia stessa. Il Premio Dino Villani è un riconoscimento che l’Accademia dà a chi ha saputo creare un prodotto di pasticceria artigianale utilizzando prodotti locali di certa provenienza e che rispettano le tradizioni del luogo, e a quanto pare Giacomo e sua figlia Annalisa ci sono riusciti.