Il Ministero della Salute informa che alle ore 18.00 di venerdì 17 aprile nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del nuovo Coronavirus sul territorio nazionale, i casi totali nel nostro Paese sono 172.434, al momento sono 106.962 le persone che risultano positive al virus. Le persone guarite sono 42.727. I pazienti ricoverati con sintomi sono 25.786, in terapia intensiva 2.812, mentre 78.364 si trovano in isolamento domiciliare. Purtroppo si registrano complessivamente 22.745 deceduti. Nella regione Lazio 332 e in provincia di Latina 20 deceduti. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – ISS, Silvio Brusaferro, in apertura della conferenza stampa settimanale sull’analisi dell’andamento epidemiologico relativo a Covid-19 in Italia: “La curva del contagio è in fase decrescente a livello nazionale anche se con intensità diverse di circolazione del virus nelle varie zone del Paese. L’adozione delle misure di lockdown hanno consentito di limitare la diffusione del virus in molte aree. La Lombardia rimane la regione più colpita anche se la curva dimostra un decremento dei casi. Il Veneto mantiene la stessa tendenza così come l’Emilia Romagna. In altre regioni la circolazione del virus è più limitata”. L’ISS per la prima volta propone una mappa aggiornata delle nuove zone rosse istituite a livello locale. Dopo quelle iniziali, che includevano i dieci comuni nel lodigiano, in Lombardia, e il comune di Vò Euganeo, in Veneto, ne sono nate altre. Oggi vengono individuate zone rosse in 100 comuni (spesso con presenza di strutture sociosanitarie) di 8 regioni. Le zone rosse sono quelle dove a causa di un’elevata trasmissione di SarsCoV2 vengono realizzate misure restrittive aggiuntive rispetto al resto del territorio regionale. “Questo dimostra una forte reattività in tutto il Paese nell’andare a intercettare precocemente dei focolai adottando delle misure tempestive per bloccare la circolazione del virus all’interno della comunità”. Il tasso di letalità complessiva è del 12,6 per cento.

I decessi confermati 19.996 (all’atto della relazione, oggi sono 22.745). L’ISS ha analizzato 1.738 cartelle cliniche di soggetti deceduti con infezione confermata da SarsCoV2. L’età media dei decessi è di 80 anni (quella degli infetti è di 62 anni) e il sesso maschile è quello più colpito (quasi il 70 per cento dei decessi). I casi confermati di Covid-19 negli operatori sanitari sono 16.991. L’età media è di 48 anni e il 31,8 per cento è di sesso maschile. La survey sul Covid-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie, iniziata il 24 marzo, coinvolge 3.420 RSA pubbliche o convenzionate che fanno parte dell’Osservatorio Demenze dell’ISS. A oggi sono state contattate 3.276 RSA (il 96% del totale) distribuite in modo rappresentativo in tutto il territorio nazionale. Hanno risposto finora 1082 strutture, pari al 33% delle strutture contattate. La partecipazione alla survey è su base volontaria. Dal 1 febbraio al 15 aprile il numero di decessi totali, Covid-19 positivi (confermati da tampone) e con sintomi simi-influenzali sono quasi settemila. Ha sottolineato Graziano Onder, direttore del Dipartimento Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’ISS: “La gran parte dei decessi è avvenuta nella seconda metà di marzo in corrispondenza col picco dell’infezione nel nostro Paese. Questa è una criticità non solo italiana ma che riguarda tutta Europa e il Nord America perché i residenti hanno una fragilità e una vulnerabilità che predispone ad avere gli effetti più negativi legati all’infezione. Anche la condivisione di spazi sociali e di stanze in comune facilita il contagio”. Tra le principali criticità riscontrate nelle RSA: l’impossibilità di eseguire tamponi, la difficoltà di isolare i casi positivi o sospetti, l’assenza di personale e la mancanza di dispositivi di protezione individuale. L’ISS fornisce: un supporto telefonico o via mail da personale infermieristico specializzato nella gestione del rischio infettivo. un decalogo per contrastare Covid-19, una check-list di autovalutazione sulla preparazione a implementare un piano urgente di contenimento delle infezioni, un corso specifico per il personale socio sanitario delle RSA sul rischio da Covid-19, preparazione e distribuzione di rapporti tecnici dedicati, coordinamento con i referenti delle ASL indicati dalle regioni per la segnalazione delle situazioni più critiche.