Spett.le PREFETTURA DI LATINA UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO prefettura.preflt@pec.interno.it – Spett.le QUESTURA DI LATINA PEC: digos.quest.lt@pecps.poliziadistato.it – Spett.le TRIBUNALE DI LATINA P.ZZA Bruno Buozzi 1 Latina Pec prot.tribunale.latina@giustiziacert.it Oggetto: MANIFESTAZIONE SIT-IN di protesta Venerdì 3 Novembre 2023 COOP. KARIBU E CONSORZIO AID. La Uiltucs Latina in nome e per conto dei lavoratori e delle lavoratrici della COOP KARIBU’ e del CONSORZIO AID i quali hanno richiesto la costituzione di parte civile nell’udienza prevista per il prossimo venerdì 3 novembre nonché al disagio e difficoltà ancora persistente dei lavoratori e di conseguenza delle tante famiglie nonché ad essere inoccupati e in attesa dei stipendi e competenze accumulate da mesi ed ancora oggi non percepite, proclamano il SIT IN di protesta che si svolgerà presso la zona antistante del Tribunale di Latina P.zza Bruno Buozzi, 01 il giorno Venerdì 3 Novembre p.v. dalle ore 09.00 alle ore 14.00. LA PRESENTE VALE COME RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE AI COMANDI DELLE FORZE DELL’ORDINE DI COMPETENZA. Comunichiamo al suddetto Comando che la Uiltucs Uil Latina sarà presente con le maestranze interessate oggi inoccupate della KARIBU’ e CONSORZIO AID oltre a lavoratori nostri iscritti del settore a sostegno della vertenza. Tale manifestazione è indetta a fronte delle difficoltà degli ex lavoratori rimasti senza lavoro a causa delle rinomate problematiche causate dai rappresentanti della COOP KARIBU E CONSORZIO AID la manifestazione non recherà alcun disturbo alla collettività non avendo strumentazione sonora. LA UIL AVVERTE: VENERDI 3 NOVEMBRE CONTINUEREMO A GRIDARE INNANZI IL TRIBUNALE DI LATINA ” SCANDALO KARIBU- PER LADY/SOUMAHORO IL DENARO E LE CARTE STRISCIAVANO SULLO SHOPPING, PER NOI LAVORATORI I SOLDI DEI STIPENDI ARRETRATI NON C’ERANO MAI. 400MILAEURO DI STIPENDI ANCORA DA PERCEPIRE. Continuano le manifestazioni e sit-in di protesta dei lavoratori COOP KARIBU’ e CONSORZIO AID, Venerdì 3 Novembre mattina in coincidenza dell’udienza preliminare fissata presso il Tribunale di Latina saremo davanti i cancelli di P.zza Bruno Buozzi per continuare a dimostrare le difficoltà e il disagio dei lavoratori e lavoratrici Karibu’, i quali dopo le ultime misure cautelari che hanno determinato gli arresti, rimangono ancor più convinti sul comportamento e l’operato di questi rappresentanti, la quale finalità era solo ed esclusivamente quella di “svuotare le casse delle Coop” per interessi personali tralasciando i lavoratori senza il pagamento dei salari, tante mensilità e competenze per circa 400milaeuro il totale delle competenze ancora non pagate ai lavoratori che rappresentiamo. Per la Uiltucs Latina gli inquirenti stanno effettuando un ottimo lavoro, e’ ciò che attendevano i lavoratori, le risposte la chiarezza sulle tante dichiarazioni e denunce che attraverso la Uiltucs Latina sono partite sin dall’inizio di questa vicenda, i lavoratori nonostante il disagio di non aver ancora percepito i stipendi arretrati sono soddisfatti e credono nel lavoro svolto dalle istituzioni competenti, comunque chiedono uno sforzo nel pagamento delle loro spettanze. Come categoria a nome di tutti i lavoratori ricordiamo che abbiamo fatto richiesta nella costituzione di parte civile, in questo SCANDALO KARIBU’ abbiamo subìto un danno enorme, dichiarano e gridano i lavoratori, la nostra professionalità il nostro tempo dedicato all’accoglienza ed integrazione compresa l’attenzione nelle case per minori non coincideva con gli evidenti e chiari fatti che emergono oggi dai documenti del  Tribunale di Latina che hanno determinato gli arresti, il loro metodo ha distrutto le nostre famiglie e di conseguenza i nostri progetti devastati dalla spregiudicatezza dei rappresentanti di Coop Karibu e Consorzio AID. La Uiltucs Latina Venerdì mattina innanzi al Tribunale di Latina continuerà insieme ai lavoratori a gridare e denunciare che il solo il coraggio ed il disagio di questi lavoratori hanno interrotto il solo profitto di questi “faccendieri dell’accoglienza” continuando a sostenere che coloro che dovevano sorvegliare probabilmente avevano una vista molto limitata, non dovevano essere solo i lavoratori ad interrompere questo strano percorso dei soldi pubblici destinati all’accoglienza e integrazione.