Covid, pediatra: “Virus più temibile di miocarditi, sì a vaccino under 12”

Farnetani: “Complesso esaminare impatto raro effetto avverso, ma proteggendo piccoli si evitano morti per virus”

“Non si ritardi l’inizio della vaccinazioni per i bambini sotto i 12 anni”, quando arriverà il via libera degli enti regolatori. “Perché non è vero che i piccoli si ammalano meno” di Covid-19.

“Al contrario, hanno la stessa probabilità di infettarsi degli adulti, ma in una percentuale maggiore presentano forme asintomatiche, cioè la sola infezione senza manifestazioni cliniche, o una malattia lieve o moderata. Ho già stimato ricoveri o decessi che si evitano vaccinando i bambini”.

A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Italo Farnetani, professore ordinario di pediatria della Libera Università Ludes di Malta.

Nel dibattito fra gli esperti sull’opportunità di immunizzare i più piccoli, uno dei nodi principali è quello delle miocarditi che sono state identificate come rari eventi avversi dei vaccini a mRna, in particolare per i maschi under 30.

Un tema che ha spinto per esempio il virologo Andrea Crisanti a dire che, per avere un quadro chiaro, bisogna guardare prima i dati sul campo in arrivo dagli Usa, senza correre.

“Per quanto riguarda la miocardite – osserva Farnetani – bisogna fare un importante specificazione: noi non conosciamo l’esatta incidenza e prevalenza dei casi di miocardite che si presentano nei bambini non vaccinati, in quanto la miocardite è una malattia che spesso non viene diagnosticata in modo esatto e certo, talvolta viene confusa con altre malattie perché si presenta con un’estrema variabilità di manifestazioni cliniche, cioè con sintomi che spesso vengono riferiti ad altre malattie. Pertanto i casi di miocardite sono, nella popolazione non vaccinata, molte di più di quanto si pensi”.

Se non si conosce l’esatta incidenza e prevalenza della miocardite – fa notare Farnetani – non si può confrontare il numero di casi riscontrati nella popolazione vaccinata, proprio perché non ho un termine esatto di confronto.

Sui vaccinati si ha un estremo controllo e attenzione ai vari sintomi”, ma sulla popolazione generale della stessa fascia d’età ovviamente “non c’è la stessa attenta valutazione”.

Anche guardando ai numeri disponibili, prosegue, “i casi di miocardite riscontrati sono da 50 a 79 ogni milione di dosi somministrate.

Mettendo a confronto questo dato con i casi di Covid, i ricoveri e i decessi, il rapporto costo beneficio è sempre vantaggioso. Ogni caso di miocardite riscontrato è comunque 212 volte meno dei casi di Covid prevenuti, 6 volte meno dei ricoveri in ospedale in reparti normali, 2 volte in meno di quelli in terapia intensiva. E si evitano 3 decessi. Inoltre i casi di miocardite riscontrati si sono sempre risolti in pochi giorni”.

Se non si conosce l’esatta incidenza e prevalenza della miocardite – fa notare Farnetani – non si può confrontare il numero di casi riscontrati nella popolazione vaccinata, proprio perché non ho un termine esatto di confronto. Sui vaccinati si ha un estremo controllo e attenzione ai vari sintomi”, ma sulla popolazione generale della stessa fascia d’età ovviamente “non c’è la stessa attenta valutazione”.

Anche guardando ai numeri disponibili, prosegue, “i casi di miocardite riscontrati sono da 50 a 79 ogni milione di dosi somministrate. Mettendo a confronto questo dato con i casi di Covid, i ricoveri e i decessi, il rapporto costo beneficio è sempre vantaggioso.

Ogni caso di miocardite riscontrato è comunque 212 volte meno dei casi di Covid prevenuti, 6 volte meno dei ricoveri in ospedale in reparti normali, 2 volte in meno di quelli in terapia intensiva.

E si evitano 3 decessi. Inoltre i casi di miocardite riscontrati si sono sempre risolti in pochi giorni”.

Sulla bilancia rischi-benefici deve essere pesato anche un altro aspetto spesso non considerato. E’ un elemento che va nel ‘piatto’ degli “effetti negativi di Covid”. Da questo lato della bilancia vanno valutati anche “i danni di carattere psicologico – spiega l’esperto all’Adnkronos Salute – l’insonnia, l’inappetenza, la depressione, il ridotto rendimento scolastico”.

Se si considerano anche questi aspetti, che hanno avuto un grande impatto nella vita dei più piccoli durante la pandemia, “i vantaggi della vaccinazione sono ancora superiori. E un grande vantaggio è proprio evitare la Dad, la quarantena, e il rischio di doversi isolare dal gruppo dei coetanei”.