Accessi al mare: un diritto calpestato e deriso a Formia – Non demorderemo. È il fascino di una battaglia di civiltà quando la si conduce dalla parte di chi ha ragione. Ciò che è accaduto e sta accadendo a Formia ha ben pochi casi analoghi nel Bel Paese. Praticamente – lo ribadiamo – dalla rotonda dei Carabinieri e sino a Santo Janni quasi tutti gli accessi al mare sono occlusi al passaggio dei residenti e dei turisti e negli altri pochi casi non vi è certamente un clima di ospitalità verso coloro che raggiungono il mare, forti dei loro buoni diritti.

Ognuno si preoccupa di giustificare il suo comportamento, le sue regole e i suoi condizionamenti. Tranne le debite eccezioni sono motivazioni pretestuose. Il diritto di accesso al mare e a spiagge demaniali è inalienabile. Ora finalmente il Comune di Formia ha un dirigente del settore a tempo pieno che può evocare a sé i vari dossier per esaminarli. A quando il collocamento di cartellonistica che indichi i vari accessi? E servirebbe almeno un verbale di agenti di polizia giudiziaria per accendere i riflettori sul tema.

Le competenze sono di tutte le varie forze dell’ordine: polizia locale, guardia costiera, polizia provinciale, carabinieri, guardia di finanza, polizia di stato. Serve decisionismo e tanta buona volontà. Noi non demordiamo. Il sindaco Gianluca Taddeo, la giunta, il consiglio comunale non possono ignorare il tema. Quando frequentavo gli studi di giurisprudenza alla Federico II un docente raccontò la storia del mugnaio che cercava giustizia in Germania contro l’imperatore e tutti i giudici si rifiutavano di intervenire.

Alla fine il buon uomo esclamò: “Ci sarà un giudice a Berlino” e nella capitale trovò un giudice che gli diede giustizia ed emise la sentenza”. È un anno che poniamo il tema all’attenzione dell’opinione pubblica e non abbiamo nessuna intenzione di demordere.