Emergenza freddo. Pioggia di polemiche quelle che hanno caratterizzato per quasi tutto il mese di gennaio le soluzioni relative all’emergenza freddo nel Golfo di Gaeta. Da Formia a Gaeta, le responsabilità sono rimbalzate da amministrazione in amministrazione.

I riflettori su questa questione sono stati puntati nel momento in cui la Cri ha lanciato un appello per i senza tetto sparsi tra le città di Gaeta e Formia, chiedendo ai cittadini di raccogliere coperte e quanto più possibile per sopperire al clima rigido di quei giorni.

“Fino a poco tempo fa la partecipazione, e soprattutto l’attivismo, era più ampio- ha dichiarato Emilio Donaggio, presidente della Croce Rossa Comitato Locale Sud Pontino- coprivamo 90 giorni grazie al sostegno di associazioni, famiglie, albergatori e ristoratori e ognuno di loro contribuiva come poteva”. “Oltre tutto- continua Donaggio- ci avvalevamo della tensostruttura  al Molo Vespucci di Formia, che quest’anno non ne abbiamo più potuto usufruire, per valutazioni politiche diverse. Queste decisioni dipendono dal distretto socio sanitario, però noi comunque al difuori di questa scelta politica facciamo la nostra attività unità sociale di strada”.

Infatti, in occasione di una riunione tra il Sindaco Paola villa, la delegata alla povertà Matilde Aratari, l’assessore ai servizi sociali Giovanni D’Angiò, Don Mariano del Villaggio Don Bosco e una rappresentanza della Croce rossa, si stavano cercando altrove locali disponibili per ospitare gli indigenti e ripararli dal freddo: da edifici confiscati alla camorra o altri ancora fuori uso, le opzioni prese in considerazione non erano poche, ma per ognuna di esse ci sarebbe voluto molto tempo. Per questo motivo, si è poi fatto avanti Don Mariano, ospitando alcuni di loro proprio al Villaggio Don Bosco.

Nonostante infine si sia trovato un accordo per dare accoglienza e rifugio ai clochard del Golfo, le polemiche e le questioni politiche restano. Non ultime infatti sono le dichiarazioni dell’assessore alle politiche sociali di Gaeta, Lucia Maltempo, che così dichiarava in un’intervista: “A prescindere da quello che deciderà il distretto socio-sanitario mi attiverò per fornire comunque risposte concrete». Esortando la sindaca Paola Villa ad attivarsi concretamente piuttosto che “scaricare su Gaeta, comune capofila del distretto dallo scorso settembre, responsabilità che invece appartengono quasi esclusivamente al Comune di Formia. Il distretto è chiamato a svolgere una funzione di supporto e non si sostituisce alle politiche sociali del Comune”.

Non è tardata la risposta della prima cittadina di Formia che all’assessore ha risposto spiegando concretamente che le decisioni da prendere non sono del comune di Formia, ma del distretto socio sanitario attraverso una riunione di tutti i comuni del golfo che il distretto comprende, da Itri a Spigno, e che quindi la gestione dei finanziamenti non dipendono da nessun comune nello specifico e che quindi è sciolto dal bilancio comunale.

A tali dichiarazioni sono seguite quelle del primo cittadino di Gaeta Cosmo Mitrano, che ha ribatito la volontà di portare alla luce progettualità per gli invisibili ma che al netto non si po’ promuovere alcunché se il comune di Formia non verserà la restante quota dei nove comuni del distretto.

Ad oggi, le iniziative per sopperire al freddo di clochard o di famiglie indigenti non sono poche, come le Colazioni Solidali messe a disposizione dalla chiesa di San Nilo a Gaeta. Don Antonio Cairo, con il supporto di associazioni ed esercenti del territorio coordinate da Rossella Schirru, delegata alle associazioni solidali, offrono un pasto caldo, e anche qualcosa in più, a chi ne ha più bisogno, ormai da un anno.