E’ questa la prima tappa del progetto “I Fari culturali del Mediterraneo” sostenuto dal Ministero per i beni e le attività culturali con il bando “Boarding Pass” promosso dal Teatro Bertolt Brecht di Formia con la direzione artistica di Maurizio Stammati, dalla Compagnia Errare Persona di Frosinone con la direzione artistica di Damiana Leone e dal Centro R.A.T- Teatro dell’Acquario di Cosenza con la direzione artistica di Antonello Antonante.

Dal 29 al 31 marzo a Manouba la lettura dell’Odissea tra musica e teatro nel sito archeologico di d’El Battan, il work shop con gli studenti tunisini, la commedia dell’arte portata dalla compagnia formiana con il suo “Pulcinella Mon Amour” per la regia di Maurizio Stammati in scena con Pompeo Perrone, Chiara Ruggeri, Serina Stamegna, Antonella Spirito insieme agli spettacoli delle altre compagnie italiane con il concerto “Buon viaggio” dei musicisti calabresi Checco Pallone e Piero Gallina, “Esperanto” degli artisti Damiana Leone, Alessandro Stradaioli, Marco Acquarelli insieme allo spettacolo “Omar ed Juliette” della compagnia tunisina Maraya,  e il musicista Samih Mahjoubi con il suo luth,

Un ponte che si traduce in occasioni di formazione, in promozione di progetti ed iniziative comuni volti allo sviluppo di una cultura di integrazione e di pace, di diversità come ricchezza ed occasione di crescita che vedrà ad agosto anche Formia al centro del Mediterraneo.

Fino a novembre, infatti, si accenderanno altri cinque Fari in luoghi diversi del Mediterraneo: Patrasso in Grecia (10-11-12 maggio), Siviglia in Spagna (8-9-10 novembre), Formia (24-25-26 agosto), Frosinone (25-26-27 ottobre) e Cosenza (11-12-13 luglio). Prenderanno vita, così, sei festival interculturali in cui gli artisti dei partner stranieri, l’associazione Il Faro di Patrasso, A.C.POR La Investigation Y Desarollo del Teatro Profesional en Andalucia di Siviglia e Maraya di Tunisi, si alterneranno agli artisti delle compagnie italiane.

Una comunità ideale e concreta come quella del Mediterraneo, fucina secolare di tradizioni e arte in tutte le sue forme, un “marchio” distintivo tra cibo, paesaggio e costumi, un patrimonio da preservare. Anche il Mediterraneo come terra di conflitti, di focolai sempre accesi, come un mare maledetto è al centro del progetto che investe nella cultura come unione, nella conoscenza come un ponte tra popoli e Paesi.