Che mantenere l’Ufficio del Giudice di Pace sia faticoso e oneroso è fuor di dubbio.

Che i Comuni che hanno scelto di mantenerlo debbano, pro quota, contribuire alle spese di gestione è altrettanto scontato.

Che la legge che ha previsto il mantenimento sia vessatoria è altrettanto pacifico.

Che l’Ufficio di Gaeta, in vista dell’aumento delle competenze e della ventilata ipotesi di soppressione dei Tribunali sub provinciali (id est Cassino), vada difeso e potenziato, restando l’unico presidio per una Giustizia di prossimità, è altrettanto indubbio.

Ma il Comune capofila e sede dell’Ufficio, cioè GAETA, oltre a chiedere denaro – si badi bene legittimamente in base alla Convenzione stipulata e, supponiamo, previa puntuale rendicontazione delle spese eventualmente anticipate – si sta attivando per superare le ormai croniche difficoltà finanziarie e l’inefficienza dell’Ufficio?

Cosa potrebbe o dovrebbe fare il Comune sede dell’Ufficio, in un’ottica non individualistica e litigiosa ma comprensoriale?

Innanzitutto, crediamo che debba chiedersi il sostegno della Regione Lazio, o mediante contribuzione diretta o mediante distaccamento di proprio personale, come accaduto per molti altri Uffici dei Giudici di Pace (per tutte vedasi la Regione Basilicata (per l’ufficio di Polla) e le Marche (per l’ufficio di Fabriano) che hanno cofinanziato il mantenimento dei presidi giudiziari. La Regione Lazio va sollecitata senza indugio sul punto.

Secondariamente, le circa 1500 pendenze civili annue (i cui importi per contributi unificati vanno da 43 a 237 euro ciascuna, ed escludendo quindi ove da applicare le marche da 27 euro e quelle per il rilascio di copie) generano incassi per almeno circa 150.000,00 euro, interamente trattenuti dallo Stato. Occorre, quindi, con umiltà aggregarsi alle altre realtà nazionali che stanno lottando sul tema per discutere del ristoro almeno di una quota dei contributi unificati incassati dallo Stato, vincolandoli alle spese di gestione sostenute dai Comuni quali fitti dei locali, utenze e fotocopiatrici.

Occorre, poi, anche rivendicare a favore dei dipendenti Comunali assegnati agli uffici del Giudice di Pace, ai quali viene erogato lo stipendio dai rispettivi Comuni, il pagamento dell’indennità giudiziaria a carico del Ministero, atteso che i contratti collettivi Enti Locali non prevedono tale bonus.

Infine, per quanto concerne lo specifico dell’immobile ove è attualmente ospitato l’Ufficio giudiziario, i costi del mutuo dello stesso (tra l’altro, invece, all’INPS offerto dall’Amministrazione gaetana a titolo gratuito) incidono per una gran parte sulla spesa (Formia sborsa la metà del mutuo), per cui v’è da mettersi alla ricerca di idonei locali comunali non necessariamente a Gaeta (essendo possibile spostare la sede dell’Ufficio con un semplice decreto del Ministero), da utilizzare gratuitamente ovvero da condurre in affitto a prezzi più ragionevoli.

La politica ha il compito di cercare le strade per risolvere i problemi mentre l’immobilismo e le sterili polemiche servono solo ad alimentare divisioni ed inasprimenti, non giovando certamente alla comunità.

Partito Democratico Formia Circ. “Piancastelli – Diana” Unità Tematica Giustizia e Legalità” Avv. Patrizia Menanno.