Gigi Di Fiore, intervistato dal dott. Iadicicco, presenterà il suo nuovo libro “L’Ultimo Re di Napoli”  Sabato 9 febbraio, con inizio alle ore 18,30, presso la sala Ribaud del Comune di Formia, e si renderà disponibile agli interventi del pubblico e della stampa. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Formia, vedrà la presenza dei rappresentanti istituzionali.

Il Centro Studi Storici Archivistici “Formia”, costituitosi di recente sotto la presidenza del dott. Aldo Treglia, prosegue nei suoi obiettivi di promozione e diffusione degli studi sulla storia del comprensorio che gravita intorno alla “Perla del Tirreno” e, dopo l’apprezzato convegno organizzato sull’epigrafia latina, che ha visto, tra gli altri studiosi, la presenza del prof. Heikki Solin dell’Università di Helsinki, ha accolto l’invito dell’Associazione Terraurunca, presieduta dal dott. Daniele Iadicicco, a presentare congiuntamente l’ultimo impegno letterario di Gigi Di Fiore, “L’ultimo Re di Napoli”, che sta già riscuotendo notevole successo, dedicato alla figura di Francesco II di Borbone, ultimo sovrano del regno delle De Sicilie, attraverso i 33 anni di esilio compresi tra la caduta di Gaeta e la morte avvenuta ad Arco nel Trentino.

Sgombrato il campo dalla retorica risorgimentale che ha irriso il ruolo ed il carattere del Re napoletano, chiamandolo molto ingenerosamente “Franceschiello” ed affidandolo alla storia come un regnante pavido ed imbelle, Gigi Di Fiore, giornalista e scrittore, da sempre impegnato ad analizzare, con documenti attendibili alla mano, la storia dell’Italia meridionale attraverso l’esperienza borbonica, senza disdegnare di interessarsi di criminalità organizzata nella capitale partenopea e dintorni, con questo libro conferma il suo spirito critico nei confronti della storia “scritta dai vincitori”.

Egli rende giustizia ad un personaggio come Francesco II, oppresso dalle responsabilità di governo, cui si sentiva impreparato, e dal forte carattere della giovane moglie austriaca; egli, come gli ha riconosciuto persino la scrittrice Matilde Serao a pochi giorni dalla sua morte, ha affrontato il destino avverso, il suo e quello del suo fiorente Regno, con dignità e compostezza, diffidando degli avventurieri e dei sognatori e di chi sosteneva di volergli restituire il trono, come le potenze straniere che miravano, in realtà, solo ai propri interessi.