Autoritratto

Settimio Guglielmo (1923 – 2016), Pittore formiano – Nato a Trivio di Formia nel 1923, in pieno periodo fascista, da Raffaela Filosa e Clemente Guglielmo , fu chiamato alle armi non ancora ventenne. Fu destinato prima a Palermo e poi a Firenze al Reggimento Genio Artieri , nato per lavori di viabilità, edilizia e fortificazioni in Tunisia a supporto delle truppe naziste e fasciste impegnate nel 1943 in guerra con le forze alleate francesi ed inglesi . Nella battaglia di Enfidaville, dopo un mese di aspra guerra tra le parti, Settimio fu fatto prigioniero dagli inglesi che lo assegnarono in custodia ai francesi.Nel campo di prigionia francese di Costantina in Algeria , Settimio si ritrovò con altri tre formiani: Roberto Scotti ( papà di Luigi Scotti dell’archivio Storico di Formia), ed altri due di cui sappiamo solo i nomi : Mariano e Battista.

La torre di Mola

Settimio Guglielmo (1923 – 2016), Pittore formiano – In questo campo di concentramento, i nostri soffrirono privazioni e atrocità inenarrabili. Dopo quasi un anno, nel 1944, Settimio fu affidato a truppe americane della V^ armata e si trovò ricoverato all’ospedale di Biserta , per essere poi trasferito via mare al Sanatorio Principe di Piemonte di Napoli e, successivamente con la fine della guerra, al suo borgo natio di Trivio. A Trivio seppe della morte del fratello Antonio trucidato da nazifascisti , assieme ad altri sette giovani di Trivio, in località Costarella. Settimio si avvicinò alla pittura frequentando per corrispondenza un corso alla Scuola d’arte parigina ” Ecole A. B.C. De Dessin ” Nella sua pittura ritroviamo tutto il suo amore per la natura e le cose belle.Seppi da lui stesso che era un allevatore di api ed aveva conseguito un diploma in Erboristeria. Non mancano ritratti e bellissime rappresentazioni di fiori , frutta varia e , soprattutto , angoli di Formia e borghi circostanti. Un artista versatile , capace di trasferire emozioni con le sue numerose straordinarie opere. Eccone alcune. Altre saranno pubblicate nei prossimi giorni. Raffaele Capolino