Minturno: il problema delle spiagge libere attrezzate e delle ordinanze disattese – Minturno e le sue frazioni. Siamo nel cuore della stagione estiva e vi sono tre modi di viverla. Il primo: avere con il territorio un semplice rapporto da turista, da villeggiante e da bagnante. E avendo tra le mani l’opuscolo degli appuntamenti ricreativi proposti dall’amministrazione comunale. E nulla più. Era il mio primo atteggiamento quando a sedici anni conobbi Scauri, lasciando Vietri sul Mare, dopo l’alluvione di Salerno che spaventò enormemente mia madre.

Il secondo: vivere da residente la quotidianità dei mesi più caldi dell’anno pensando a come affrontare l’afa nell’attesa delle giornate più miti di fine settembre. Chi può si isola nella sua abitazione con la comitiva di sempre. Qualcuno ha realizzato anche una piscina familiare. Il terzo: impegnarsi e lottare perché vinca sempre la legalità e il rispetto di leggi e ordinanze. E questa è la scelta di coloro che militano nella prima associazione ambientalista del nostro Paese: Italia Nostra.

Procediamo con ordine: il governo cittadino concede ben 20 (venti) spiagge libere a nominativi diversi come spiagge libere attrezzate. In sostanza chi si reca a detti arenili può optare tra la libera fruizione degli stessi o richiedere a noleggio attrezzature come ombrelloni, sedie a sdraio o quanto altro. Ebbene gli assidui fruitori, da anni, di detti arenili sono letteralmente “incavolati” perché le norme quasi ovunque sono carta straccia. Venti concessioni, oltre ad essere una chiara e concreta concorrenza per gli stabilimenti balneari presenti lungo la costa cittadina, sono difficili da controllare.

La Guardia Costiera locale ha un organico di solo tre unità, impossibilitati ad affrontare tutte le emergenze che quotidianamente si presentano su una fascia costiera di ben otto chilometri. Senza che siano stati emessi comunicati stampa apprendiamo che i militari del mare della Guardia Costiera supportati da carabinieri delle due stazioni presenti nel comune hanno fatto interventi di controllo. Ma resta il problema delle spiagge libere attrezzate.

È vietato ai concessionari posizionare preventivamente gli ombrelloni, ma possono farlo soltanto su richiesta di coloro che vogliono usufruire del servizio. Ma poco dopo le 6.00 del mattino diversi concessionari provvedono ad occupare le prime file e a sistemare sulle sedie a sdraio qualche capo di abbigliamento che attesti il noleggio. Certo non è così in ogni concessione, ma molti hanno atteggiamenti spregiudicati. Cosa bisogna fare? La competenza sul demanio marittimo è passata da tempo dalle Capitanerie di Porto ai Comuni e, pertanto, sarebbe opportuno che si istituisse – evidenziano gli esperti – una squadra di almeno quattro vigili urbani motivati e competenti per i controlli di legge, chiedendo – in seconda battuta – l’ausilio della Guardia Costiera. E poi le incombenze amministrative.

Eventuale sequestro di ombrelloni e sedie a sdraio richiede atti amministrativi, un mezzo di trasporto per il trasferimento e un deposito comunale dove il materiale deve essere custodito. Siamo a questo punto a Minturno. E siamo ormai ad agosto. Abbiamo speranze che sia compiuto un atto di giustizia? A Italia Nostra è stato chiesto anche di rendere noto l’elenco dei concessionari ma l’associazione è decisamente contro i processi sommari. Ne discuta la giunta comunale e le forze politiche sia di maggioranza che di opposizione in consiglio comunale. Altrimenti sul Lungomare Nazario Sauro va collocato un bel cartello turistico con la scritta “Benvenuti nella terra delle tre scimmiette che non vedono, non parlano e non sentono”. Vorremmo sinceramente essere smentiti.