Il 14 gennaio 1983 in Italia fu distribuito un film che è entrato di prepotenza nella storia del cinema. Si tratta di “Ufficiale e Gentiluomo” con Debra Winger e Richard Gere. Mi è tornato alla mente quando ho visto le fotografie di una mia illustre concittadina: Francesca Romana Ruberto, nominata recentemente comandante della compagnia dei Carabinieri di Senigallia, in provincia di Ancona. Un giorno, molto presto, si potrà dire “Ufficiale e Gentildonna”, grazie a giovani donne che con sacrifici e autentica passione si sono meritate una divisa, le mostrine e le stellette da ufficiale. La nostra protagonista è figlia della nobile terra traettese, di quella Minturno che dalla collina controlla il Garigliano nel tratto dove il fiume incontra il mare. Racconta: “I miei genitori hanno sempre fatto parte del Gruppo Folcloristico Le Tradizioni. Figlia unica sono cresciuta in questo ambiente che mi ha consentito sia di coltivare la mia passione per i balli folcloristici e sia di conoscere, viaggiando con i miei genitori, tante realtà, anche non italiane. Il nostro è stato sempre per me un ambiente familiare, anche se, ormai, appartiene al mio mondo precedente, quello di civile. Per i miei studi ho frequentato la scuola media inferiore di Minturno capoluogo e poi il Liceo Scientifico Statale Leon Battista Alberti di Marina di Minturno. A 18 anni ho lasciato il mio paese per l’Accademia Militare di Modena e in questi dodici anni i miei genitori non mi hanno fatto mai mancare il loro sostegno, venendomi a trovare periodicamente. Oggi a causa del mio nuovo incarico scendo più raramente a Minturno”.

Il Comandante Francesca Ruberto

I suoi inizi militari? “Sono entrata – racconta – nell’Accademia Militare di Modena con il corso 190 dal 2008 al 2010. Ho dei bei ricordi, anche se è stata un’esperienza dura, ma utile alla mia formazione per iniziare il percorso di vita da me scelto. Per l’Arma dei Carabinieri eravamo cinquanta cadetti, di cui cinque donne, il 10%”. Quali erano i rapporti con gli altri cadetti destinati a una vita nell’esercito? “Oggi i Carabinieri non fanno più parte dell’Esercito Italiano, ma sono una Forza di Polizia ad Ordinamento Militare autonoma nell’ambito delle Forze Armate (Carabinieri – Esercito – Marina – Aereonautica). Ma la nostra natura militare ci avvicina all’esercito, abbiamo molte cose in comune, oltre la storia risorgimentale e l’impegno nei conflitti, alle quali si aggiunge il nostro essere forza di polizia. Successivamente ho frequentato la Scuola Ufficiali Carabinieri dal 2010 al 2013 a Roma, conseguendo anche la laurea magistrale in giurisprudenza”. Vedo che sulla divisa porta il distintivo del brevetto di paracadutista? “Si tratta dell’abilitazione al lancio – precisa – che si consegue al termine del primo anno di accademia militare frequentando un corso presso la base logistica della Folgore a Pisa”. Che si avverte? “Prima del lancio molta tensione interiore, poi nel vuoto si prova un brivido forte, una sensazione inspiegabile. Adrenalina allo stato puro, si ha il tempo prima di toccare terra di guardarsi intorno e il panorama è affascinante”. Complimenti Ufficiale e Gentildonna.

 

LE ESPERIENZE DI UN UFFICIALE CON GLI ALAMARI

Dalla microcriminalità di Ostia al comando di una compagnia a Senigallia

 

Trentenne di Minturno, il capitano Francesca Romana Ruberto è succeduta al tenente colonnello Cleto Bucci, che ha lasciato la città di Senigallia, dopo cinque anni per l’incarico di capo ufficio del comando provinciale di Pesaro Urbino. Francesca Romana Ruberto ha assunto la guida delle otto stazioni di Senigallia e dei paesi limitrofi: Senigallia, Montemarciano, Trecastelli, Ostra, Ostra Vetere, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Belvedere Ostrense. La nuova comandante è giunta dall’Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione dell’Ufficio di Gabinetto del Ministro della Difesa. Appena uscita dalla Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma è stata assegnata al NORM – Nucleo Operativo e Radiomobile di Cesenatico con il ruolo di comandante, poi è divenuta comandante del Norm di Roma Ostia, prima di passare al Ministero.

Il Capitano con i suoi uomini

Può dare ai nostri lettori qualche notizia in più sulle sue esperienze lavorative? Spiega con disponibilità: “Ostia l’incarico più impegnativo, Cesenatico la sede più formativa. Ho vissuto situazioni d’emergenza diverse, grazie a ciò ho fatto tanta pratica. Ho lasciato Ostia tre anni fa, località caratterizzata allora da presenze criminali, io come comandante NORM mi dovevo confrontare maggiormente con la microcriminalità. Al Ministero della Difesa ho curato l’ufficio stampa con due ministri Roberta Pinotti ed Elisabetta Trenta”. Come donna come si confronta con i suoi uomini e i cittadini? “Da donna mi sento più osservata, ma ho trovato sempre tutti nell’Arma disponibili nei miei confronti. Dai militari vengo valutata come comandante, né come uomo né come donna. Il rispetto ti viene concesso se sai essere professionale, all’altezza dei compiti che devi affrontare. Ormai l’Arma da venti anni si è adeguata ampiamente”. Come si svolge la sua giornata? “Sveglia alle 7.00 – racconta – e subito chiamo la centrale e chiedo gli aggiornamenti al militare di turno. Se vi fossero state particolari urgenze non avrebbero esitato a chiamarmi anche nel cuore della notte. Alle 8.00 mi reco in ufficio e trascorro la mia giornata tra le pratiche d’ufficio, gli incontri con i cittadini, le visite nelle stazioni, i rapporti istituzionali. Giornate intense ma gratificanti”.

Che cosa vuole suggerire ai giovani, in particolare sul come trascorrere i sabati sera? “Mi sento di dire che i giovani hanno il diritto di divertirsi, ma debbono astenersi rigorosamente dall’uso di alcol e di droga, usando la propria testa e le norme di sicurezza. In caso di incidente automobilistico debbono prestare assistenza ai feriti. È inutile allontanarsi, si incorre in altri reati quali omissione di soccorso e fuga. Bisogna dimostrare in ogni circostanza la necessaria maturità. Alcuni ragazzi lo fanno, altri – una minoranza – si lascia andare a liti e aggressioni. Noi effettuiamo servizi periodici per prevenire gli abusi di alcol e l’uso di droghe per contrastare tali fenomeni deleteri per loro”. Un appello anche ai cittadini: “A loro dico di fare attenzione ai furti, bastano poche accortezze quali l’uso delle telecamere, degli allarmi, delle porte chiuse, non pubblicizzare le proprie uscite.”

Una riflessione finale? “Sono contenta di fare una professione utile ad aiutare i cittadini, a individuare i colpevoli dei reati perché abbiano le giuste pene. In sostanza lavorare per il rispetto della legge”. L’associazione Italia Nostra Onlus – Sezione del Golfo di Gaeta – ha in programma nel 2020 il conferimento al capitano Ruberto del premio “Civis Minturnensis”. Un giusto riconoscimento per una cittadina minturnese che si fa onore in Italia.

 

DUEMILA LE DONNE CON GLI ALAMARI

Nel 2000 ci fu un’altra rivoluzione per tutte le Forze Armate e, quindi, anche per l’Arma. Una rivoluzione “rosa”. Furono arruolate le prime donne carabiniere, in applicazione della legge approvata nell’ottobre del 1999 che prevedeva l’ingresso nelle Forze Armate di personale femminile. L’ingresso nell’Arma è stato disciplinato in modo graduale, sia per oggettivi problemi infrastrutturali (la predisposizione di alloggi dedicati alle donne negli istituti di istruzione e nelle strutture operative territoriali), sia per cercare di favorire al meglio l’integrazione, provvedendo a formare, prima, il personale femminile che avrebbe dovuto, poi, mettere a sua volta a disposizione delle nuove leve le esperienze e le conoscenze necessarie. Sono stati, quindi, banditi concorsi per reclutare, nell’ordine, donne ufficiali, poi marescialli ed infine carabinieri.

Il Capitano in divisa da gala

Le prime ufficiali donne a indossare le stellette nell’Arma dei Carabinieri, nell’anno 2000 vinsero il concorso per tenenti in servizio permanente effettivo del ruolo tecnico logistico amministrativo, nella specialità Psicologia. Al termine del corso di formazione, sono state nominate capitano e immesse nella vita militare in cui hanno fatto, in pratica, da battistrada per tutte le future colleghe. Le donne sono state via via immesse in tutti i ruoli dell’Arma. Nei primi mesi di quest’anno erano quasi duemila: per metà ufficiali e marescialli, e per metà brigadieri, appuntati e carabinieri. Sono, ormai, inserite in tutte le organizzazioni: centrale, territoriale, addestrativa, mobile e speciale – a eccezione dei battaglioni impiegati nell’ordine pubblico – e anche nei reparti per esigenze specifiche. Le donne sono state impiegate anche nelle missioni all’estero, in cui hanno fornito un validissimo contributo alle operazioni di pace, soprattutto nelle zone a religione islamica, dove hanno favorito i contatti con la popolazione femminile locale. Non va dimenticato, in proposito, che proprio nel corso di una di queste missioni, quella in Iraq, una donna, il maresciallo Marilena Iacobini, riportò gravissime ferite nel sanguinoso attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003, in cui morirono 12 militari dell’Arma.