Tradizionalmente il Carnevale è la festa che precede la Quaresima, cioè i quaranta giorni prima della Pasqua che ricordano il viaggio di Gesù nel deserto, un periodo in cui fin dall’antichità si osserva il digiuno e la moderazione a tavola, specialmente di venerdì. Il Carnevale è quindi per antonomasia la festa in cui fare una scorpacciata di dolci e ghiottonerie di ogni genere prima delle ristrettezze quaresimali.

Ricordiamoci che Gaeta e il suo golfo sono parte integrante della storia e della tradizione anche culinaria della capitale del Mezzogiorno d’Italia. A Napoli il ceto medio non è egemone come nel resto d’Italia e in gran parte d’Europa. La città dispiega il suo continuo chiaroscuro a cui, nel bene come nel male, è impossibile restare indifferenti. Una diversità esagerata da quando era più grande e bella di Madrid che l’aveva conquistata, e gareggiava alla pari con Parigi. In questa città che fece innamorare tutti i popoli dai greci in poi la gastronomia è eccezionale a cominciare dalla lasagna, un piatto completo e ricco che anche i poveri portano sulle loro tavole in occasione del carnevale. E poi, come da tradizione, salsicce e broccoli, una pietanza classica della cucina napoletana, un piatto semplice ma ricco di gusto. I friarielli sono una verdura tipicamente campana, si tratta in realtà delle infiorescenze delle cime di rapa, e hanno un gusto leggermente amarognolo.

A Napoli e in tutta la Campania l’abbinamento salsicce e friarielli è qualcosa di unico: si gustano insieme al piatto, ma anche come ripieno per il panino, o meglio, il “cuzzetiello” di pane, ma anche per farcire la pizza. Quindi vini rossi, a cominciare da quello di Gragnano. I Dolci di Carnevale sono tra una tradizione in Italia. Ogni regione ne ha almeno uno, che si mangia solo nel periodo precedente alla Quaresima, tante sono le delizie del Carnevale, una delle feste tradizionali d’Italia. La tradizione napoletana vanta tante preparazioni tra cui spiccano i dolci come i mostaccioli, i biscotti all’amarena, le sfogliatelle ricce o le frolle e gli immancabili struffoli, i dolci più caratteristici del periodo carnevalesco, che sono delle piccole palline di pasta dolce, fritte e poi immerse nel miele e decorate con confettini colorati e frutta candita. Per quanto riguarda le origini degli struffoli, dobbiamo tornare indietro fino all’età degli antichi Greci che pare li abbiano esportati nel Golfo di Napoli sin dal tempo di Partenope. Ed è proprio dal greco che secondo molti deriverebbe anche il nome struffoli: più precisamente dalla parola “strongoulos”, ovvero “dalla forma arrotondata”. Nonostante sia una preparazione molto conosciuta ed apprezzata, gli struffoli hanno una larga diffusione solo nell’Italia meridionale dove ne esistono diverse versioni, tutte più o meno simili alla ricetta originale ma con nomi diversi: in Calabria “cicirata” o “turdiddi”, in Umbria ed Abruzzo “cicerchiata” ed a Palermo “strufoli”.

Mentre al Sud imperano gli struffoli invece le castagnole di Carnevale sono un dolce molto diffuso soprattutto nelle regioni centrali d’Italia quali Marche, Umbria e Lazio. Quindi abbiamo le chiacchiere, croccanti e delicate sfoglie fritte tipiche del periodo. Sono chiamate con nomi diversi a seconda delle regioni di provenienza: chiacchiere e lattughe in Lombardia, cenci e donzelle in Toscana, frappe e sfrappole in Emilia, cròstoli in Trentino, galani e gale in Veneto, bugie in Piemonte, così come rosoni, lasagne, pampuglie, eccetera. Sono un dolce molto friabile, ottenuto tirando sottilmente un semplice impasto successivamente fritto e cosparso di zucchero a velo per il tocco finale. La loro forma rettangolare, con due tagli netti centrali, rende le chiacchiere inconfondibili e attira immediatamente da tempo immemore la golosità di grandi e piccini.

La loro presenza rende l’aria immediatamente frizzante e allegra. E ancora le zeppole di patate sono ciambelle dolci di patate fritte e ripassate nello zucchero e si preparano a Napoli durante il periodo di Carnevale. L’impasto è reso soffice e morbido grazie all’aggiunta delle patate lesse e non vanno confuse con le graffe, che non prevedono l’aggiunta delle patate lesse. Le zeppole dolci di patate possono anche avere la forma di una pallina e possono essere realizzate con largo anticipo. Il nostro comprensorio, oggi più che mai terra di confine tra il Latium e la Campania Felix, ci offre la possibilità di gustare tutta questa gastronomia eccezionale.