L’architetto Giancarlo Belgrano stasera ci ha lasciato per sempre.

È deceduto nell’Ospedale Sant’Andrea di Roma, dopo 19 giorni di ricovero e un momentaneo miglioramento.

La sua morte ci lascia tutti costernati e sinceramente addolorati.

Era un innamorato del suo paese e un collezionista di “cose” che testimoniano la storia di Scauri in particolare, di Minturno in generale.

Lascia una consorte e due figli ai quali va il nostro cordoglio.

Primo piano di Giancarlo Belgrano

Ricordo sempre con gioia gli anni bellissimi del progetto del Parco Regionale Suburbano di Gianola e del Monte di Scauri che vide l’ideazione di chi scrive e di Mauro Novelli, il testo di legge a cura del magistrato Luigi Piccialli e lui Giancarlo come progettista, affiancato dall’architetto Luigi Valerio.

Tutti esponenti della LIPU e di Italia Nostra Onlus, poi affiancati su invito da Franchettone Valerio per l’ARCI. Anni stupendi, impegni disinteressati, senza targhe o premi ma solo per difendere e tutelare la nostra terra patria.

Su facebook ebbe modo di scrivere a marzo; “È la bandiera con cui ringrazio di avere questo sangue, questa carne che vengono dal lontano della Storia. La nostra Storia, che ci ha fatto antichi e moderni assieme, che ci ha plasmati nella certezza del diritto e nella concordia d’ essere cristiani.

È questo sangue comune, oggi, a proteggerci e a distinguerci. Ci distingue da quelli che in questo momento decidono sulla pelle del loro stesso popolo di minimizzare tutto, di mettere in conto una percentuale di morti, pur di “non fermare l’economia”.

Produrre. Vendere. Far soldi. Ora capiamo perché, a suo tempo, nella Carta d’Europa rifiutarono di scrivere che era una Unione Cristiana. Adorano un altro dio, loro, che accettano di immolare una parte della loro popolazione al culto del produrre e del guadagnare.

Sono orgoglioso, invece, degli uomini che abbiamo, di quelli che sono al governo e anche di quelli che ne sono fuori. Perché sono convinto che entrambi, in fondo, avrebbero fatto la stessa cosa: onorare la loro gente che si è ritirata in buon ordine nelle proprie case. Tra questi molti, i meno tutelati, accettano il sacrificio di non poter lavorare per vivere, e spero non siano dimenticati dalla pubblica solidarietà. Noi siamo con loro, e con tutti quelli che stanno rischiando la vita per stare al loro posto e compiere il proprio dovere. Un popolo, una gente così è un sodalizio diverso da quello dei soci in affari.

È un corpo unico, fatto di piccoli e grandi eroi che nessuna calamità, di ogni genere, potrà mai sconfiggere.

E noi siamo fieri, nonostante i nostri tanti scassi, di dire ad alta voce che siamo Italiani, gli Italiani dai mille dialetti che si riconoscono fratelli quando davvero serve.

E alziamo il tricolore al nostro cielo, limpido di onestà”.

L’anno scorso alla vigilia del Santo Natale lui pubblica un’originale stella di Natale che affidiamo parimenti ai nostri lettori.

Nella foto di copertina è il secondo da destra seduto in prima fila.

Giancarlo mi dispiace, ti abbraccio per un’ultima volta, come se stessi vegliando nella cappella del sant’Andrea in questa prima notte senza di te e affidandoti alle braccia misericordiose del Cristo.

La Stella di Natale