Il parlamentare, gaetano doc, Raffaele Trano interviene sul Pontone e dichiara: “Sono vicino e condivido l’angoscia di famiglie e imprenditori vittime dell’esondazione del torrente Pontone. Hanno dovuto lasciare in fretta le loro abitazioni, dove ci sono impianti elettrici da rifare, pavimenti esplosi, recinzioni saltate, elettrodomestici, letti, lenzuola, divani marciti, ma anche automobili ormai da buttare, mentre sui campi e nei cortili rimangono solo raccolto perso e bestiame morto.

Solo chi ha subito come me per ben 3 volte tali devastazioni può capire quanto sia dolorosa un’alluvione, senza contare la frustrazione e il rammarico di vedersi sfuggire in pochi attimi i risparmi di una vita.

Appena mi sono insediato ho richiesto immediatamente le carte del torrente Pontone al Comune di Gaeta e le ho sottoposte alla Regione Lazio per capire come mai i finanziamenti per le opere idrauliche non fossero mai partiti.

Dato che le risposte non mi soddisfacevano ho chiesto un confronto con il direttore del settore Lavori Pubblici, Wanda D’Ercole a fine luglio 2019, ed è così emerso, alla presenza anche del tecnico di Itri, arch. Meschino, che i progetti caricati sulla piattaforma erano incompleti e che comunque, ai fini del finanziamento, la Regione prende in considerazione solo progetti esecutivi o meglio cantierabili.

Ma non mi sono dato per vinto ed ho voluto approfondire ancora. Ho chiesto alla Regione stessa di indicare una soluzione e di farlo coinvolgendo i Comuni direttamente interessati.

Insieme ai tecnici di Itri, Gaeta e Formia, che in quell’occasione era presente anche con la rappresentanza politica dell’ingegnere Giovannone e del presidente del consiglio Pasquale Di Gabriele, sono stato ricevuto dalla dirigente di settore Maria Cristina Vecchi. Dall’incontro è emersa l’idea della regione di procedere per stralci, in modo da rendere più facile il reperimento delle somme necessarie.

La posizione della Regione è rimasta sempre quella, come ribadito anche in una corrispondenza più recente del 12 maggio 2020 in cui, a mia precisa domanda, la dirigente della Regione Lazio-Area difesa del suolo, ha ribadito di aver invitato i tre Comuni a presentare i progetti. Nel frattempo ho intrapreso contatti con il commissario del consorzio di Bonifica, Sonia Ricci, alla quale ho chiesto un incontro per valutare la possibilità di un intervento del consorzio stesso.

Non mi sono fermato neppure questa volta.

A settembre sono stato al Ministero dell’Ambiente ed ho chiesto un incontro con la segreteria tecnica del ministro.

Nell’attesa ho interessato direttamente il ministro dell’ambiente Sergio Costa, che nell’aula di Montecitorio ha ascoltato con attenzione l’intervento del mio collega del gruppo misto, Antonio Tasso, che lo ha sollecitato ad intervenire per evitare nuove tragedie.

Il 12 ottobre mi sono incontrato con il sindaco del Comune di Itri, Antonio Fargiorgio, e con i tecnici dei tre Comuni dove è stato presentato il finanziamento interministeriale da 307.000 euro, ottenuto dal Comune di Itri per la progettazione delle opere idrauliche del torrente.

E’ una corsa contro il tempo, questo lo sapevo anche prima di diventare deputato quando ho fondato il comitato per Pontone ed ho lottato in tutte le sedi perché gli abitanti fossero coinvolti nelle scelte politiche e nella rendicontazione delle somme che di volta in volta venivano spese, cosa che fin qui non è avvenuta.

Guardiamo oltre. La soluzione che propongo è quella di andare uniti assieme al sindaco di Itri, di Formia, Paola Villa, e di Gaeta, Cosmo Mitrano, con tutti i consiglieri regionali che lo riterranno opportuno, per chiedere lo stato di calamità alla Regione e allo Stato centrale di accedere ai ristori, ma soprattutto per fare richiesta alla Regione di un commissario (sul modello ponte di Genova), affinché, attraverso una pianificazione puntuale dei lavori, con date certe, si possa procedere speditamente alla realizzazione delle opere idrauliche necessarie alla messa in sicurezza del nuovo torrente Rio di Itri o Pontone.

Senza tergiversare, senza fare vuoti proclami ma lavorando con umiltà e concretezza, partendo magari dalla cosa più ovvia: l’istallazione immediata di un allarme”.