Insieme a Michele Gradone dell’Agenzia Gradone Assicurazioni di Unipolsai cerchiamo di capire quali “protezioni” ha un lavoratore iscritto ad una cassa di previdenza nel caso perdesse il lavoro per una incapacità lavorativa derivante da una grave invalidità per malattia o infortunio. Infatti con la contribuzione obbligatoria il lavoratore ha diritto ad ottenere una serie di prestazioni Previdenziali che però maturano solo a determinati requisiti (anni di contribuzione/età) o al verificarsi di determinati eventi, vediamo quali.

1) A chi spetta la pensione d’invalidità?

“La Pensione d’invalidità spetta a qualsiasi età, con un minimo di 5 anni di contributi dei quali almeno 3 nell’ultimo quinquennio. È richiesto il riconoscimento della perdita di almeno i due terzi della capacità lavorativa 66% per gravi invalidità per malattia o infortunio. Il lavoratore può anche esercitare un’altra attività lavorativa. Per darti un dato del valore di questa pensione ti faccio un esempio: per un lavoratore dipendente con 10 anni di contributi e un reddito lordo di € 25.000,00. in questo caso, l’importo annuo della pensione di invalidità INPS si aggira sui 3.500,00 euro annui”.

2) Ma nel caso il lavoratore non avesse totalmente più la capacita di fare un altro lavoro?

“In questo caso ha diritto alla Pensione d’inabilità che spetta a qualsiasi età, con un minimo di 5 anni di contributi dei quali almeno 3 nell’ultimo quinquennio. E’ richiesto il riconoscimento dello stato di inabilità totale (100 per cento). Ovviamente la pensione di inabilità è incompatibile con qualsiasi reddito da lavoro, in questo caso però al fine di determinare l’importo della pensione vengono calcolati contributi figurativi come se il lavoratore lavorasse fino al 60° anno di età, di seguito una stima della pensione di Inabilità: per un lavoratore dipendente con 10 anni di contributi e un reddito lordo di € 25.000,00. in questo caso, l’importo annuo della pensione di inabilità INPS si aggira sui 7.800,00 euro annui”.

3) Ma nel caso il lavoratore venisse a mancare , il coniuge e gli eventuali figli hanno diritto ad avere una pensione ?

“Si è la Pensione superstiti spetta al coniuge e ai figli fiscalmente a carico del lavoratore deceduto. Per poterla ottenere, devi avere accumulato: Almeno 15 anni di contribuzione effettiva in qualsiasi periodo accreditata, in alternativa, 5 anni di contribuzione di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la domanda”.

Michele Gradone

4) Come viene suddivisa la pensione fra i superstiti?

“Se c’è solo il coniuge viene erogato il 60% della pensione di invalidità maturata mentre se ci sono coniuge e un figlio a carico si ha accesso all’80% della pensione maturata. Infine se ci sono coniuge e due o più figli a carico 100% della pensione maturata”.

5) Bene fin qui abbiamo visto le pensioni in caso nel corso della vita lavorativa accadano gravi invalidità e il decesso che non permettano più di lavorare o lavorare in misura ridotta e vedo che gli importi sono da “tasso di povertà” , ma nel caso vada tutto bene e il lavoratore arrivi alla conclusione della sua carriera lavorativa , quali sono le pensioni a cui ha diritto?

“La prima pensione che matura per diritto è quella di vecchiaia. Questi i requisiti per ottenerla: 66 anni e 7 mesi per i maschi e 65 anni e 7 mesi per le donne. Almeno 20 anni di contributi versati. Oltre ai suddetti requisiti, è richiesto che l’importo della pensione sia almeno pari a 1,5 volte l’assegno sociale. In mancanza di detto requisito, è richiesto 70 anni  con almeno 5 anni di contribuzione. Alle lavoratrici madri è riconosciuto l’accesso alla pensione con un anticipo di quattro mesi per ogni figlio sino ad un massimo di un anno. Poi c’è la possibilità della Pensione anticipata Questi i requisiti dal 2018 al 2020: 42 anni e 10 mesi di contribuzione per i maschi 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne. Un’ ulteriore possibilità è concessa a coloro che si trovano in un sistema di calcolo esclusivamente contributivo: 64 anni  di età con almeno 20 di contribuzione, a condizione che l’importo della pensione sia almeno pari a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale (circa 1.255 euro mensili per il 2019). In ultimo c’è la pensione di reversibilità, che spetta ai familiari superstiti della pensionata o del pensionato deceduto. Per il coniuge superstite (unico titolare) è stato introdotto un particolare regime di cumulabilità fra il trattamento di pensione ed i redditi personali che può diminuire la pensione di reversibilità fino al 50%”.

“Ogni lavoratore ha una storia previdenziale personale, (anni universitari, militare, diverse casse di previdenza ecc..) e quindi il calcolo e i requisiti per avere Diritto alle 6 Pensioni possono avere diverse modalità, è consigliabile perciò individuare un Consulente specializzato in Previdenza per effettuare un’analisi puntuale della propria posizione Previdenziale. La mia Agenzia ha personale qualificato sulla Previdenza ed adotta un programma informatico dove reperisce tutti i dati previdenziali Inps e Casse professionali al fine di predisporre un’Analisi Previdenziale personalizzata”.