L’Associazione Comunità del Lazio Meridionale e delle Isole Pontine comunica che: “dopo 11 giorni di fermo la TAC del Dipartimento Emergenza ed Accettazione allocata nel “Dono Svizzero” è stata riparata ed è funzionante. Il contrasto all’epidemia da Coronavirus non deve farci perdere di vista la diagnosi e la cura delle altre comuni patologie.  Il sud della provincia rispetto al capoluogo  sconta nel settore sanitario un gap notevole di tecnologia e risorse umane. La TAC del “Dono Svizzero”  di 16 strati è obsoleta e soggetta a guasti ripetuti, che ne impediscono l’utilizzo per svariati giorni. L’ultima avaria  ha messo fuori gioco l’apparecchio per 11 giorni, obbligando a trasferire i pazienti a Terracina e Fondi. La TAC di Fondi (40 strati) è vecchia di 14 anni, quella di Terracina (64 strati) ha 8 anni di attività. A Latina, presso il “Goretti”, ci sono TAC di 128 e 384 strati (recentemente acquistata), un’altra 128 è allocata presso l’I.C.O.T. Come è noto le TAC multistrato, come le suddette, sono apparecchiature straordinarie poiché consentono di ottenere immagini di grande definizione, espongono i pazienti a minori radiazioni (Turbo flash -90%), consentono l’impiego di minore quantità di mezzo di contrasto (-50%).

Queste sono le semplici ragioni per le quali torniamo a sollecitare la sostituzione della TAC del “Dono Svizzero” con un apparecchio di almeno 128 strati. Andrebbero sostituiti anche gli apparecchi di Terracina e Fondi ma il Dipartimento di Emergenza e Accettazione del “Dono Svizzero” ne ha necessità prioritaria. E’ il caso di sottolineare che il DEA di Formia serve il centro sud della provincia, da Terracina, Fondi fino al confine regionale con la Campania (200 mila residenti fino ai 250 mila in estate). Anche per quanto riguarda il personale medico, nell’ambito della Radiologia, il confronto con il personale del Goretti (30 medici),  è decisamente deficitario, tant’è che nei tre ospedali di Terracina, Fondi e Formia è esattamente la metà (15). Seri problemi anche per quanto riguarda gli Anestesisti/Rianimatori, il cui concorso è fermo da qualche mese mentre si coprono i turni con i sacrifici durissimi degli operatori in servizio”.