Siamo una cittadina pacifica e accogliente, che ha aperto le proprie porte a pellegrini, turisti, nuovi residenti e, più di recente, anche a persone di nazionalità straniera disposte a integrarsi in modo positivo con la popolazione autoctona. Ma non siamo disposti ad accettare che un paio di mele marce irresponsabili e pericolose possano anche soltanto lontanamente provare a minacciare l’ordine pubblico o a turbare la civile convivenza che da sempre caratterizza il resto della popolazione”: sono le parole del Sindaco di Lenola, Fernando Magnafico, dopo i fatti incresciosi avvenuti per le strade del borgo collinare nella notte tra il 12 e il 13 giugno scorsi. “Quella notte stessa – prosegue il primo cittadino lenolese – allertato della rissa, ho iniziato a raccogliere informazioni e testimonianze per cercare di ricostruire la vicenda nel modo più fedele possibile alla verità. Purtroppo, ciò che sembra emergere è solo l’ultimo atto di uno stillicidio di eventi, in gran parte peraltro interni alle strutture di accoglienza in cui questi giovani vengono ospitati, in cui già nei mesi scorsi abbiamo dovuto registrare più episodi di sopraffazione da parte di pochi facinorosi ai danni di altri ospiti tranquilli e rispettosi. I fatti dell’altra sera, perciò, segnano solo il superamento della ‘barriera’ ideale data dall’uscio del centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, poiché minacce, violenze e disordini hanno avuto stavolta come obiettivo principale dei rispettabili cittadini di Lenola”.

“Sono mesi che continuo a segnalare alle istituzioni competenti, con l’ausilio delle Forze dell’Ordine e dei responsabili della struttura stessa – anche per vie ufficiali – episodi a rischio, chiedendo un intervento risolutivo e di buon senso in grado di risolvere il problema. Al momento, purtroppo, invano. La mia Amministrazione non è sorpresa dall’episodio di due notti fa, perché insieme alle Forze dell’Ordine che presidiano il territorio seguiamo e abbiamo sempre avuto il polso della situazione. Finora abbiamo sperato nella sensibilità del Ministero dell’Interno, che è l’unico organo direttamente responsabile del progetto in cui i minori stranieri protagonisti della rissa dell’altra sera sono inseriti”.

“A questo punto, da primo cittadino e da principale responsabile della pubblica sicurezza del nostro borgo, nonché della pace sociale della comunità che guido, sento non più rinviabile il dovere di agire per evitare ogni possibile escalation di episodi di disagio e risentimento ai danni della popolazione residente. Pertanto, da questo momento in poi metterò in campo tutte le azioni e le risorse possibili e consentite dalla legge per troncare il problema alla radice. Qui, sia chiaro, non è in discussione la bontà di un progetto nazionale di accoglienza di minori stranieri in difficoltà. Ma non posso consentire a nessuno di minare alle fondamenta una tradizione di civiltà e rispetto reciproco che secoli di storia hanno edificato e cementato, di generazione in generazione, all’interno delle famiglie e delle persone che abitano nel nostro borgo”, conclude Magnafico.