Una portata massiccia di esplosioni nucleari potrebbe causare la scomparsa della vita sulla Terra e l’estinzione della razza umana, portando il pianeta a uno stato primitivo, selvaggio e inospitale per qualunque essere vivente. Tutte le esplosioni nucleari hanno degli effetti caratteristici comuni: un lampo di luce, una palla di fuoco, un impulso di radiazione nucleare, un’onda d’urto, un’onda di calore, un fallout radioattivo. L’onda di calore può durare diversi secondi e infliggere gravi ustioni a km di distanza dal sito dell’esplosione. Anche l’onda d’urto si estende per km ed è ciò che provoca il maggiore danno, facendo cadere veicoli, edifici e detriti. Le ricadute radioattive (fallout) arrivano invece per ultime – 15 minuti dopo l’esplosione – e rappresentano il vero e proprio effetto “atomico” della bomba, in quant possono causare l’avvelenamento da radiazioni. Il raggio di azione delle bombe dipende dal tipo di ordigno che viene sganciato: gli effetti più devastanti si concentrano entro il raggio di 2 km (in cui le possibilità di sopravvivenza sono praticamente nulle). Invece, oltre i 30 km dal luogo dell’esplosione il pericolo di radiazioni è nullo.

Il raggio di azione entro cui si avvertono gli effetti di una bomba nucleare dipende dal tipo di ordigno che viene fatto esplodere. Negli arsenali delle principali potenze mondiali sono presenti bombe di diversa portata: dalla bomba di Hiroshima di 15 kilotoni, che può estendere il suo raggio di azione fino a 4,52 km, alla W76, in uso negli equipaggi di Usa e Gran Bretagna, che ha invece una potenza di 100 kilotoni e i cui effetti diretti possono essere avvertiti anche fino a 10 km dal punto dell’esplosione. La più grande bomba nucleare mai costruita, si trova nell’arsenale russo è la Tsar Bomb (chiamata anche Big Ivan). È una testata da 100 megatoni, tremila volte più potente di Little Boy e i suoi effetti possono essere avvertiti fino a 91 km di distanza. In pratica, se ne scoppiasse una al centro di Roma il raggio di radiazione termica (che produce ustioni di terzo grado potenzialmente letali) arriverebbe fino a Viterbo e Latina e l’onda d’urto provocherebbe danni ingenti fino a Tivoli, Palestrina e Velletri. I vetri delle finestre scoppierebbero anche a L’Aquila a causa dell’onda d’urto. 

Ed oggi abbiamo la follia delle parole che vede protagonisti Putin e Biden. Mentre la tensione internazionale legata alla guerra in Ucraina sale, il mondo resta con il fiato sospeso e nel dibattito pubblico torna la paura per una possibile escalation in grado di trascinare il mondo in una guerra nucleare. Putin sin dalla prima settimana di guerra ha aumentato il livello di allerta nucleare e Joe Biden dalla Polonia lo scorso 25 marzo ha annunciato la possibilità di una risposta atomica statunitense anche in caso di attacchi convenzionali, anche se solamente “in situazioni estreme”. Io proporrei un incontro di lotta libera sul ring tra loro due… e lasciassero in pace tutti noi.