Lego in versione ecologica non sono sostenibili, anzi: danneggiano l’ambiente.

È l’inquietante scoperta che il colosso danese dei giocattoli ha fatto analizzando l’impatto dei mattoncini realizzati con plastica Pet (il polietilene tereftalato), ricavato da bottiglie per bevande riciclate.

Questi materiali non salvaguardano il clima, ma comportano maggiori emissioni di anidride carbonica. A rivelarlo è l’azienda stessa al Financial Times.

Lego: realizzare i mattoncini che fanno sognare bambini e adulti con sistemi sostenibili si è rivelato un disastro.

La società scandinava spiega che il polietilene tereftalato potrebbe causare maggiori emissioni di CO2 durante l’intera fase di vita del giocattolo.

La materia sintetica delle bottiglie di plastica richiede infatti ingredienti addizionali per garantire durata e sicurezza del prodotto. Senza dimenticare che la produzione stessa richiede grandi quantità di energia per la lavorazione e l’asciugatura.

La casa danese ha testato centinaia di materiali alternativi, ma i ricercatori non sono riusciti a trovare una miscela che possa rispondere effettivamente all’esigenza di avere un prodotto davvero sostenibile.

È come cercare di realizzare una bicicletta in legno anziché in acciaio”, dichiara Niels B. Christiansen, l’A.D. del gruppo.

Proprio il legno non verniciato e la base vegetale sono stati al centro di diversi esperimenti, rivelatisi ecologicamente (per le grandi quantità di alberi e piante necessarie), praticamente (per l’umidità che deforma i mattoncini) ed economicamente insostenibili.

A questo punto, l’obiettivo di Lego Group non è sostituire l’Abs, ma migliorarne l’impronta di carbonio.

Abs, continua a rivelarsi il materiale più affidabile per Lego.

Attualmente l’Abs ha bisogno di 2 kg di petrolio per produrre 1 kg di plastica, numeri che moltiplicati per la produzione mondiale di mattoncini a pensarci danno la dimensione inimmaginabile.

All’inizio pensavamo fosse più facile trovare questo nuovo materiale magico, che però non sembra esistere”, ammette Christiansen.

In totale, la spesa aggiuntiva per il rispetto dei principi di sostenibilità costa all’azienda 3 miliardi di corone (circa 400 milioni di euro) all’anno, per una produzione di oltre un miliardo di mattoncini l’anno.

L’idea iniziale di Lego, se ne parlava già nel 2019, quandoaveva già annunciato progetti di eco sostenibilità, era eliminare tutte le plastiche a base di petrolio nei 20 materiali che utilizza nei suoi set di giochi.

Il cambio green ha spostato le sue scadenze entro il 2030 e sostituire il packaging con la carta entro il 2025.

Ma la transizione green, in questi termini, si è rivelata un’utopia inapplicabile. Dopo circa due anni di esperimenti Lego fa dietrofront.

Non si passa dallo 0 al 100% di sostenibilità da un giorno all’altro, ma si inizia con elementi basati su materiali biologici o riciclati. Forse il 50%, il 30% o il 70%”, conclude Christiansen.

Il colosso danese dei giocattoli ammette che la ricerca sulle alternative all’Abs è stata un fallimento: “Un nuovo materiale magico non esiste”.