GAETA, 28 MARZO 2021 – “Nell’ultimo anno abbiamo vissuto certamente il momento più drammaticamente lungo della nostra umanità e della nostra generazione. E non è ancora finito. Ma come dopo tutte le più grandi difficoltà che hanno segnato la nostra storia, arriva il momento di risorgere e cercare quelle opportunità che ogni crisi è in grado di offrire. Ecco perché abbiamo molto sentito parlare di transizione negli ultimi mesi, perché ora è arrivato il momento di interrogarsi ed adottare strategie di ampio raggio. Dobbiamo guardare non solo al futuro imminente ma alle prossime generazioni, così da innescare una fase di transizione sociale che segni il passaggio da una civiltà ad un’altra, durante la quale si maturano nuove forme sociali e di costume, nuove concezioni e produzioni culturali, letterarie, artistiche”. Penso al Rinascimento e alle rivoluzioni dei secoli scorsi.

Crediamo che per farlo dobbiamo allora ripensare anzitutto al rapporto tra i cittadini e le istituzioni. La politica deve farsi carico di questa transizione epocale. Ormai da tempo molte persone a Gaeta mi chiedono ripetutamente di propormi come riferimento della loro voglia di riscatto, della necessità di transizione che viene dal basso, dagli ultimi, da quelli che spesso non hanno voce e rappresentanza, e credono che un nuovo mondo sia possibile. Io sono naturalmente orgoglioso della loro investitura e ne sento tutta la responsabilità. Ecco perchè insieme ad altri cittadini volenterosi, ormai da qualche tempo stiamo lavorando a un progetto politico organizzato però nella forma della responsabilità collettiva alla partecipazione decisionale sul futuro di Gaeta. Il tempo dell’uomo solo al comando è preistoria, oggi dobbiamo tutti darci da fare e rimboccarci le maniche per essere quel cambiamento che vogliamo vedere nelle nostre comunità. Insieme all’amico, l’ex assessore all’urbanistica, Luigi Zazzaro, e grazie alle sue competenze, abbiamo concepito questo movimento a vocazione collettiva e abbiamo deciso di proporre un progetto politico alla città che si chiamerà “Transizione popolare per Gaeta”, perché a guidarla saremo tutti quanti noi cittadini alla ricerca di una rivoluzione culturale e legalitaria.

A rappresentare questo cammino di riscatto sociale da fare tutti insieme, ci piace la rivisitazione proposta dall’artista argentino Hernan Chavar del celebre dipinto di Pelizza da Volpedo “Il quarto Stato”. In questa rilettura in chiave contemporanea dell’opera, l’artista sudamericano reinterpreta la composizione sociale del popolo in movimento verso il riscatto dei propri diritti nella lotta pacifica ma non meno determinata e consapevole per la conquista di una società più equa e giusta. Precari, riders, studenti, operatori di call-center, disabili, personale sanitario, categorie di lavoratori e di giovani senza diritti, senza futuro, senza opportunità. Ecco perché la nostra priorità sarà tornare a creare lavoro per giovani e meno giovani della nostra città. Dobbiamo invertire la tendenza, perché Gaeta si è andata svuotando negli ultimi anni, un’emorragia di concittadini in fuga dalle tasse, dalla disoccupazione, dalle diseguaglianze e dall’abbandono, causati al prezzo di agevolare gli amici e gli amici degli amici del più classico schema della politica del favore.

Dobbiamo ripensare il modello di gestione dei servizi al territorio con il progetto di una società in house, una “Gaeta Servizi” che possa lasciare un lontano ricordo di appalti sospetti, possibili infiltrazioni criminali e lavoro lontano da Gaeta. Dobbiamo far lavorare le famiglie di Gaeta in difficoltà. Dobbiamo realizzare un progetto simultaneo di rilancio turistico e commerciale, legato alle nostre tradizioni, riscoprendo e valorizzando le ricorrenze tipiche di ogni singolo borgo e periferia, le sagre, le feste patronali, e aggiungendo nuove iniziative, in modo da intensificare il commercio locale, l’artigianato, pensando a un fitto calendario di eventi, per proporre l’enogastronomia, il mare, il paesaggio, la nostra cultura, restituendo dignità ai siti storici e archeologici, per tutto l’anno. Vogliamo fare risplendere la città, trasformandola in una bomboniera da cartolina, pulita, organizzata, partendo dai marciapiedi, dalle panchine, dai cestini, dai bagni pubblici. Dobbiamo rigenerare la nostra vocazione e tradizione culturale, riaprire i centri culturali storici, riattivare la creatività giovanile, con festival di street artist provenienti da tutto il mondo. Dobbiamo ritrovare il giusto equilibrio con la gestione delle spiagge tra pubblico e privato, progettare un piano parcheggi e un piano sicurezza. Dobbiamo invertire il modello di sviluppo, puntare e investire sull’ambiente, sulla transizione ecologica, sulla sostenibilità, su una GaetaGreen.

Abbiamo nel cuore e negli occhi, lo straordinario insegnamento dell’indimenticato Angelo Vassallo, il sindaco pescatore, il sindaco di Pollica, assassinato in circostanze non ancora chiarite, ma certamente a causa della sua azione e determinazione legalitaria e senza sconti sul rispetto delle leggi. Crediamo che la legalità sia il faro di ogni pubblica amministrazione ed ogni amministratore non può e non deve dimenticarsene nel suo agire. Il rispetto delle leggi e la trasparenza non sono ostacoli per chi vuole farsi gli affari propri e commettere reati, ma sono strumenti a supporto di una gestione corretta della pubblica amministrazione, i cui benefici ricadono su tutti i cittadini e non solo sui soliti noti. Chiediamo perciò la partecipazione di chi sposa questi principi, di chi con umiltà vuole rimboccarsi le maniche, perché nella mia idea di amministrazione, quanti più cittadini devono essere delegati e avere responsabilità dirette su una fetta di gestione della città. Il Comune deve essere per davvero un palazzo di vetro, la trasparenza non deve essere solo sbandierata ma deve essere rispettata perché lo impone una legge ma soprattutto la nostra etica. Il programma politico è l’anima di una città, ma la legalità deve essere la sua identità”.

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