Continua una fattiva collaborazione con Don Antonio Cairo, direttore diocesano per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti, nonché parroco di Scauri della Chiesa di Sant’Albina V.M.. E’ un concreto contributo per tutti coloro che amano seguire il calendario liturgico con il contributo di uno stimato teologo: “Carissimi, a pochi giorni dal Natale, celebriamo la Festa della Santa Famiglia, in ascolto della Parola di Dio, per renderci conto di quanto la fede può aiutarci a scrutare l’opera di Dio  nella storia dell’umanità.

     Il libro della Genesi (15,1-6; 21,1-3) ci presenta Abramo che crede al di là di ogni speranza che in certi momenti sembra spegnersi; la Lettera agli Ebrei (11,8.11-12.17-19) celebra la fede di quest’uomo che non è venuta a mancare nemmeno nei momenti più oscuri della sua vita; il Vangelo di Luca (2,22-40) ci fa incontrare due testimoni della fede, i vegliardi Simeone ed Anna che riconoscono in Gesù il compimento delle attese di Israele e la manifestazione della salvezza che accade nella semplicità e nell’umiltà della Famiglia di Nazareth.

     E’ una Famiglia così speciale e singolare, aperta ad un cammino di crescita “dinanzi a Dio e agli uomini” e di accoglienza di Dio e delle sorprese del suo amore.

     Il Bambino Gesù, è concepito nel grembo della Madre, la giovane Maria, per una diretta azione creatrice di Dio, senza concorso umano.

     Il papà Giuseppe, adottivo e non biologico, superando il limite del dubbio, senza farselo dire due volte dall’Angelo, accoglie il Bambino con sua Madre, la sua fidanzata, per prendersi cura di quel Figlio che non è suo ed inserirlo nella vita sociale e religiosa del suo paese.

     Il Bambino, tutto Figlio di Dio e tutto Figlio di Maria, si lascia educare dai suoi genitori, vivendo la vita di famiglia con i suoi problemi e le sue ansie, imparando il mestiere del falegname, dando dignità al lavoro e collaborando al sostentamento economico e morale della sua famiglia … come tutti i suoi coetanei!

    I suoi genitori, attenti e premurosi, si fanno discepoli del loro Bambino imparando da Lui ad amare una famiglia ancora più grande, formata da fratelli e da sorelle capaci di fare la volontà di quel Dio che è suo Padre.

     E’ il Misterodella vita di Dio che prende un corpo per entrare nella vita del mondo, nelle situazioni più problematiche e umanamente irrisolvibili e donare agli uomini e alle donne di tutti i tempi la forza della fiducia che nulla è impossibile per chi crede.

     Il grande Papa Benedetto XVI nell’omelia di inizio del ministero petrino ebbe a dire: “Chi crede non è mai solo”.

     Per questo, oggi cerchiamo di trovare uno spazio alla nostra giornata, un pò più frenetica delle altre per i preparativi del Capodanno, per riflettere sulle parole del Santo Papa, Paolo VI, nel discorso tenuto a Nazareth il 5 gennaio 1964.

     “La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare … tutto insomma ciò di cui Gesù si servì per manifestarsi al mondo

     Carissimi, in un tempo in cui è in crisi l’istituzione familiare, la famiglia di Nazareth riafferma oggi il carattere sacro ed inviolabile di ogni famiglia, formata da un padre, una madre e i figli che sono il frutto del loro amore.

      E’ un amore condiviso nell’unità e nella diversità dei coniugi, che si traduce in  un processo educativo ai valori alti della vita perché i figli possano diventare consapevoli cittadini del mondo, instancabili lavoratori, non solo per la crescita economica del paese ma anche crescita della personalità di ciascuno.

     Oggi più di prima abbiamo bisogno di liberare le famiglie da ideologie che le privano del loro valore naturale e soprannaturale, perché immagine dell’amore di Dio che è unità e trinità, comunione e diversità, Mistero di vita che si fa dono per la vita del mondo.

RIFLESSIONI NELLA

SOLENNITA’ DELLA MADRE DI DIO

     Carissimi,

muoviamo i primi passi nel nuovo anno 2024 con il cuore aperto ad un futuro migliore, più bello di quanto abbiamo vissuto, riconoscendo che questo nostro tempo ha una grande nostalgia di speranza.

      La data del 1° gennaio è per tutti l’appuntamento con la Pace che quest’anno ha per tema: “Intelligenze artificiali e pace”, nel quale il Papa Francesco invita tutti a fare discernimento sul senso di queste nuove tecnologie, vigilando a che non si radichila logica dell’emarginazione delle persone più fragili ed indifese.

       Ieri il Santo Papa Paolo VI, nel discorso di Nazareth del 1964, proposto come seconda lettura dell’Ufficio delle Letture della Liturgia delle Ore, ci ha esortati a tutelare il valore della famiglia secondo il progetto creatore di Dio, oggi Papa Francesco ci invita ad impegnarci e a perseverare nella tutela della dignità della persona che ha come obiettivo la crescita della fraternità universale, antidoto efficace contro tutte le guerre e le controversie, e terreno dove il seme della pace si radica e germoglia per  una civiltà più umana e un futuro migliore.

     La vera pace porta il nome di Gesù Cristo, non dimentichiamolo mai!

     Lo annuncia oggi l’apostolo Paolo nella Lettera ai Galati (4,4-7): questa pace è venuta tra noi per dare compimento e pienezza alla storia, per donarci la libertà dei figli e farci eredi di Dio.

     Paolo vuole dirci che abbiamo le energie spirituali necessarie per discernere il bene dal male e cercare ciò che concorre alla promozione della dignità della persona e combattere ciò che la minaccia.

     Il tempo pieno di Dio, il kairos, non può non condizionare le nostre scelte future, le scelte di chi non è schiavo dei poteri umani; la fiducia di chi si fida e si affida a Dio a cui nulla è impossibile.

     Certamente la nostra interiorità ospita tante domande sul futuro, sui problemi che vivremo e sulle ansie che faranno battere il nostro cuore a mille.

     Il tempo, pur essendo una grande incognita, possiamo  viverlo con lo stile Maria, che il Vangelo di Luca (2,16-21) tratteggia come la donna, la Madre capace di custodire e meditare nel cuore le cose del suo Figlio dalla cui bocca sentirà un giorno queste parole: “Io sono la Via, la Verità e la Vita.

     Gesù è il perno della storia futura dell’umanità per la quale si è incarnato e alla quale ha offerto una Madre, perché tutti gli uomini e le donne si riconoscessero figli di quella maternità, e quindi fratelli e sorelle di una famiglia nuova costituita ai piedi della Croce, mistero di pace e di amore.

      Carissimi, celebrando la Solennità della Maternità divina di Maria diamo la giusta nota all’inizio di una storia nuova per la quale Dio ha detto il “si” della sua benedizione e la sua protezione annunciata nel Libro dei Numeri (6,22-27): “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.

     Il nuovo anno sarà bello se accogliamo Gesù e il suo Vangelo nella nostra vita, come protagonista delle nostre scelte future e punto di riferimento per i nostri progetti di vita.

      Ogni solidarietà, …. condivisione, …. fraternità, giustizia possono essere duraturi progettati ai piedi della Croce e sigillati con il sangue del Crocifisso.

     Egli è la nostra pace …. Non dimentichiamolo mai!”