Il settore dell’agricoltura in Italia, anche se di poco, cresce, a confermarlo è l’Istat che stima per l’andamento del settore agricolo’18 un aumento dell’1,5% del volume di produzione dell’agricoltura. Una marcata crescita si è registrata per alcune produzioni da coltivazioni arboree, in particolare vino (+14,3%) e frutta (+1,4%). Tra le coltivazioni erbacee gli aumenti più rilevanti risultano quelli delle piante industriali (+7,0%), delle coltivazioni cerealicole (+3,5%) e degli ortaggi e i prodotti orticoli (+2,1). La produzione di olio di oliva ha subìto, invece, un sensibile calo (-36,9%) assieme alle produzioni agrumicole (-6,8%). Nel comparto zootecnico la produzione ha registrato un calo dello 0,5% (Istat 2018 stima dei conti economici dell’agricoltura, ndr). Dati che non fanno esultare l’Italia ma che comunque fanno ben sperare in una ripresa grazie anche all’aumento, secondo le elaborazioni Ismea 2018, del occupazione agricola degli under 35 che cresce dell’1,6%. Sicuramente l’aumento della competitività a favore di un mercato mondiale ha comportato una specializzazione delle tecniche di produzione dei grandi consorzi e cooperative italiane rese altamente competitive e innovative a discapito dei piccoli e medi coltivatori diretti che difficilmente riescono a concorrere. Nel Lazio si registrano 102.572 aziende agricole, distribuite su una superficie totale di poco superiore ai 940 mila ettari, di cui circa il 72% utilizzato per la produzione agricola. Per cercare di capire come e cosa è cambiato nel settore dell’agricoltura, quali sono i prodotti maggiormente coltivati oggi e quali le tecniche di produzione più utilizzate nel territorio pontino, in particolare nel golfo di Gaeta, ci siamo rivolti all’azienda formiana Agraria Simione, con sede in via Rotabile 236, da trent’anni specializzata nella vendita di prodotti, acquistabili anche sul sito, per la zootecnia, fitosanitaria, sementi, concimi, mangimi, attrezzi per enologia, attrezzature agricole, impianti irrigazione che ci ha piegato i cambiamenti del settore agrario e l’importanza della figura del perito agrario, introdotta in Italia, con la legge n. 434 del 28 marzo 1968, modificata e integrata con L. 54/1991, che si occupa di razionalizzare le procedure di produzione attraverso l’introduzione nella filiera agricola di tecniche e tecnologie innovative.

Come inizia questa vostra tradizione commerciale nel settore agrario e chi sono attualmente i soci dell’azienda?

Inizia con l’apertura di un piccolo negozietto, nel 1955, da parte di mio nonno, paterno Simione Francesco, in quanto in quel periodo, c’era molta richiesta in questo settore, iniziò vendendo solamente concimi e mangimi e antiparassitari, che tra l’altro si vendevano in maggiore quantità rispetto ad oggi. Attualmente i titolari siamo io, Simione Matteo di anni 30, e mio padre, Simione Saverio di anni 61, che abbiamo fondato una s.r.l., non appena mi sono diplomato come Perito Tecnico Agrario nel 2008, ovviamente prima di questa società, la rivendita gestita singolarmente da mio padre, il quale ha dato in maggior parte una grande spinta spostandola in un altro sito più grande e inserendo molti più articoli di diverso genere e soprattutto di grande innovazione, ricordo bene che mi ha raccontato quando per la prima volta inserì i primi contenitori in acciaio inox, che non erano tondi come adesso ma quadrati, invece adesso è il miglior contenitore per metodo di conservazione, tutto questo ben 35 anni fa. Una volta creata questa società, con le mie competenze e aggiornamenti continui e alla grande esperienza di mio padre non è stato difficile per noi inserire articoli innovativi e alla portata dell’esigenze di questi tempi, ovviamente ci teniamo sempre in continuo aggiornamento con, riviste tecniche di vari settori, meeting aziendali e fiere ovviamente inerenti al nostro commercio.

Quali cambiamenti si sono riscontrati nelle tecniche di produzione e coltivazione della terra? Sono cambiati i prodotti coltivati?

Parlando a livello generico ci sono stati innumerevoli cambiamenti, sicuramente nel metodo, non nuovissimo come invenzione ma come cultivar applicato. Questa tipologia di coltivazione sempre più diffusa negli ultimi anni, risulta essere una coltivazione con più probabilità di successo, perché in questa tecnica le piante crescono fuori dal terreno, motivo per cui vengono già debellati funghi, insetti e qualsiasi malattia derivi dal terreno. Con questa tecnica si ottengono risultati molto superiori alle coltivazioni tradizionali, senza dover usare antiparassitari che spesso producono effetti dannosi per la cultura stessa. La tecnica di coltivazione idroponica massimizza la resa in termini di qualità, quantità e velocità. Per questo le colture idroponiche iniziano ad essere sempre più diffuse ed apprezzate non solo dai professionisti e dalle grandi catene di distribuzione (faccio presente che la maggior parte dei pomodori in vendita oggi nei super mercati italiani proviene da coltura idroponica) sia dai piccoli coltivatori diretti che, per diletto o lavoro, decidono di cimentarsi in coltivazioni di questo tipo. Per quanto riguarda i prodotti coltivati sono sempre in continuo aumento le varietà, di cui una buona parte molto richiesta e in notevole crescita, ibride. Queste varietà ci sono sia a piante che a semi, quando si parla di varietà ibride si fa riferimento a specie selezionate a seguito di un incrocio mirato per dare vita a una pianta o seme con particolari caratteristiche sia di resistenza, sia di produttività con una particolare immunità ad alcuni parassiti più diffusi di quel tipo di varietà.

Chi è e quanto è importante la figura del perito agrario?

Oggi un attività agricola per vendere prodotti fitosanitari, salvare coltivazioni, ripristinarle o anche conoscere il tipo di coltivazione, che può o non può crescere su un terreno, si rivolgere al Perito agrario. Il perito agrario è un tecnico polivalente che svolge compiti che possono spaziare dalla conduzione di aziende agricole, all’assistenza tecnica o consulenza nel settore agroalimentare. Insomma è un consulente esperto in svariate materie, tra cui: chimica agraria e agroalimentare, zootecnia, entomologia e agronomia. Infine, oltre ad avere conoscenze nella gestione economico-finanziaria delle aziende, della politica e del diritto agrario, possiede conoscenze di economia e di estimo rurale ed è in grado di valutare i danni alle colture, dovuti a eventi meteorologici o accidentali.