FOTO – Trano: Sembra un ospedale di una città in guerra, me è quello di Formia – L’Onorevole Raffaele Trano in una nota stampa comunica: “Dopo la pandemia e a causa della pandemia, questo governo, quello passato, le amministrazioni locali, specie quelle sanitarie, ci hanno giurato e spergiurato che proprio il comparto della sanità sarebbe stato da allora in avanti quello più attenzionato, ovvero quello che più di altri avrebbe dovuto beneficiare di una nuova stagione fatta di stop ai tagli, di rilancio, di finanziamenti pubblici. Insomma mai più ci saremmo dovuti ritrovare in una tale emergenza, come quella che ha portato ad inizio pandemia a far scegliere chi doveva vivere e chi doveva morire perché mancavano pure i caschi CPAP per la respirazione assistita, con strutture fatiscenti da terzo mondo, carenze di personale, chiusure di nosocomi, tagli ai posti letto, personale carente e allo stremo delle forze. Solo l’ennesima bugia di un sistema completamente allo sbando.

FOTO – Trano: Sembra un ospedale di una città in guerra, me è quello di Formia – Potete giudicare voi stessi solo l’ultima delle vergogne alle quali stiamo assistendo da mesi, anzi da anni. Questa volta una storia a dir poco raccapricciante è stata pubblicata direttamente sul web, con un post dettagliato e accompagnato da foto che sembrano arrivare da qualche sperduta e sudicia baraccopoli di qualche luogo di guerra e invece siamo a Formia, all’ospedale Dono Svizzero. Ovviamente chi pubblica la denuncia lo fa proprio per far sì che arrivi a quanta più gente possibile. E proprio per questo, prima di raccontarvi questa indecenza, ho comunicato ad Asl Latina che svolgerò nei prossimi giorni una visita ufficiale presso la struttura e, nel caso le criticità dovessero permanere, depositerò una interrogazione parlamentare al Ministro della Sanità.

FOTO – Trano: Sembra un ospedale di una città in guerra, me è quello di Formia Le immagini che ricondivido provengono dal reparto dialisi del quarto piano dell’ospedale formiano, ci troviamo nello spogliatoio delle donne, anche se sembra di essere in qualche magazzino tecnico di un impianto fognario. “Le donne – si legge nel post di denuncia – entrano al mattino in questo ambiente per cambiarsi, deporre le giacche e prendere le proprie coperte perchè l’ospedale non fornisce nè le coperte nè le lenzuola sopra dei letti, nè copriletti, ma solo il lenzuolo sotto i quali spesso sono rotti, strappati, macchiati e con dei buchi, gli armadietti sono minuscoli, quasi tutti rotti e molti non si possono chiudere a chiave, la stanza è poco più di uno stanzino ove all’interno sostano perennemente una barella, una sedia a rotelle, un comodino e scatoli in pessime condizioni di umidità, nello stesso ambiente ci sono due armadi pieni di lenzuola traverse e copriletti lasciati ad ammuffire, pacchi di guanti sterili, pannoloni e materiale vario pronto all’uso”.

La denuncia prosegue con aspetti a dir poco inaccettabili per un Paese civile, addirittura si racconta come persino i televisori donati anni fa da un benefattore al reparto, uno per letto, affinchè il paziente dializzato potesse avere un sollievo a cause delle lunghe attese di durata della terapia, ebbene tutti i televisori sarebbero fuori uso da tre anni

Ma non finisce qui: “In tutto l’ospedale – prosegue chi denuncia – gira gente senza mascherina, persino negli ascensori, nell’indifferenza di tutti e se qualcuno si azzarda a fare un richiamo la risposta è: si faccia i fatti suoi, ma non è obbligatorio? Gli stessi ascensori quando si guastano restano guasti per giornate intere.

Il direttore sanitario alcuni giorni fà ha dato una nuova disposizione, ha deciso che i furgoni che accompagnano i pazienti dializzati non devono sostare più davanti all’entrata dell’ospedale perchè si sporca la pavimentazione, voglio sperare che abbia notato di persona i segni dei pneumatici sul pavimento. Ma non si è girato a guardare la ringhiera che costeggia il marciapiede per i pedoni, piena di escrementi di uccelli? E’ una cosa vergognosa che una persona che non deambula come dovrebbe, non può appoggiarsi alla ringhiera per accedere all’entrata dell’ospedale.

L’ospedale di una città come Formia – conclude – meriterebbe di più di questo degrado perenne ed è per questo che chiedo a chiunque veda questo mio post di condividerlo con i vostri amici affinchè possa arrivare a qualcuno che possa fare qualcosa per migliorare la vita a tutti i dializzati che spesso sono considerati degli invisibili”. Ecco, io ho tutta l’intenzione di fare ogni cosa che è in mio potere fare per affrontare e portare a chi di competenza – soprattutto della Regione, come al solito assente, questa vergogna, solo l’ennesima di una lunga serie, che ancora una volta mostra che senza un cambio di tendenza, di interessi e di modo di amministrare non cambierà mai nulla.”