A Formia il consigliere comunale d’opposizione capo gruppo Gianfranco Conte, già parlamentare per Forza Italia, ha commentato senza mezzi termini il consiglio comunale tenutosi venerdì 1 marzo: “Ho cercato di spiegare le ragioni dell’assoluta inadeguatezza del bilancio di previsione e del documento di programmazione: aumento delle imposte (Irpef, Tari), piano delle assunzioni (trentuno persone in più), previsioni di nuovi mutui per spese non necessarie nell’immediato, cassa a zero per restituire le dotazioni del distretto al Comune di Gaeta, aumento delle tariffe per i servizi individuali, pochi spiccioli per la manutenzione di strade, pulizia dei torrenti, verde pubblico, nessun intervento per il commercio, un ipotetico incremento delle risorse per il turismo che sarà spazzato via dalla necessità di riconoscere debiti fuori bilancio che temo supereranno i cinquecentomila euro e per i quali sono stati appostati nel fondo contenzioso soltanto centomila euro, istituzione della tassa di soggiorno, nessun intervento sulla valorizzazione dei beni archeologici, lotta all’evasione sulla carta ma senza approntare l’armonizzazione dei sistemi informatici, interventi nulli su digitalizzazione e trasparenza. Francamente non posso riassumere ore di rilievi che hanno lasciato assolutamente indifferenti i consiglieri di maggioranza.

Un bilancio assolutamente inattendibile. Il mio dovere (rappresentare le cose come stanno veramente) l’ho fatto, mi spiace avere urtato la sensibilità di chi ritiene che dire la verità, magari attraverso un intervento durato molte ore sia irrispettoso! Ai consiglieri che si sono lamentati della lunghezza del mio intervento in consiglio comunale e a quelli che fossero interessati consiglio di andarsi a leggere il pregevole documento di 172 pagine elaborato dal segretario generale che si riferisce al sistema integrato dei controlli interni e che ben chiarisce lo stato dell’amministrazione, i molteplici problemi retaggio dell’amministrazione Bartolomeo e l’assoluta confusione di quella attuale!” Successivamente il presidente dell’assise civica ha convocato tutti i capi gruppo con all’ordine del giorno la proposta di fissare un tetto agli interventi in aula ma al momento della discussione – fa rilevare Gianfranco Conte – non si è rinvenuta agli atti  la richiesta formale di un consigliere e nessuno si è reso disponibile a sottoscrivere una richiesta impopolare. Nessuno ha voluto firmare “un’istanza di bavaglio” e la proposta è caduta.

Afferma: “Mi convinco sempre di più che il sindaco, con la sua maggioranza, viva come un fastidio la presenza di un’opposizione che, mai coinvolta nelle scelte strategiche per la nostra città, si permetta di dissentire sui provvedimenti presentati in consiglio comunale! Voglio ricordare alla professoressa Paola Villa che sui banchi della minoranza siedono i rappresentanti di chi non l’ha votata e il cui compito è quello di dare loro voce! Se ne faccia una ragione e governi, finché può, rappresentando tutti i cittadini ed ascoltando le loro istanze senza usare quel sorrisetto sarcastico di commiserazione lamentando le assenze dall’aula! Prima mi si accusa di parlare troppo e poi di non essere presente! Fate pace con voi stessi! Avanti adagio” E aggiunge: “Vogliono il silenzio dell’opposizione
Vogliono un consiglio comunale dove i consiglieri di minoranza non possono commentare liberamente il bilancio, dove non è possibile fornire suggerimenti o visioni diverse. La Formia che ho in mente è un comune che riscopre la fiducia nel futuro, continuerò a lavorare per questo!”

E conclude: “Francamente non posso riassumere ore di rilievi che hanno lasciato assolutamente indifferenti i consiglieri di maggioranza. Nei prossimi giorni su altri mezzi proverò a spiegare perché questo bilancio è assolutamente inattendibile! Il mio dovere (rappresentare le cose come stanno veramente) l’ho fatto, mi spiace avere urtato la sensibilità di chi ritiene che dire la verità, magari attraverso un intervento durato molte ore sia irrispettoso!” Gianfranco Conte ha parlato sei ore in modo ininterrotto. Per la cronaca Marco Boato detiene il record per il discorso più lungo tenuto nella storia della Camera dei Deputati italiana, per l’intervento che pronunciò nel 1981. Aveva trentasette anni quando parlò per la durata di oltre 18 ore e 5 minuti contro la proroga di un anno del fermo di polizia previsto dal DL di Cossiga.  Ma nel ricordo di tutti vi è lo storico intervento di nove ore di Giorgio Almirante tenutosi alla Camera dei Deputati il 16 gennaio 1971 sul disegno di legge di riforma dello Statuto di Autonomia che archiviava la stagione regionale e apriva la strada alle autonomie provinciali.

Secondo molti ricercatori quel discorso rimane un manuale di storia. Denso di contenuti, riflessioni, argomentazioni sottili e sempre garbate, ma pungenti. Si scoprono passaggi che si spingono sino all’elogio della figura di Alcide De Gasperi, a cui Almirante riconosceva l’onestà intellettuale di avere concesso ma anche di avere preteso. Il segretario del Msi – Dn non mancò anche, a sorpresa, di concedere un onore delle armi al CLN, a cui riconobbe un atteggiamento più fermo verso le tesi antinazionali di quello che ebbero nel tempo a seguire molti governi: “Vedete la stranezza delle situazioni. Nel corso di questo dibattito – disse con velato sarcasmo, ma anche onesta precisione – mi sono trovato a rimpiangere od elogiare in parte De Gasperi. Mi sono trovato a rimpiangere od elogiare alcuni dirigenti liberali che non ci sono più; ed adesso mi trovo a rimpiangere – non direi proprio a rimpiangere perché l”espressione sarebbe troppo forte da parte mia – i partiti del CLN che seppero assumere a suo tempo nei riguardi della Volkspartei atteggiamenti giustamente e fortemente reattivi o perlomeno difensivi”. Ma quelli erano giganti, ora non ci sono più, ora ci sono i talk- show.