Antonio Di Nardo, quarantanovenne, nato a Mondragone il 14 ottobre 1949, coniugato e padre di due figli è un ufficiale di polizia giudiziaria di quelli per i quali non esistono i chiaroscuri, il bianco è bianco e il nero è nero. La sua intransigenza lo ha portato anche ad aprire un contenzioso con il Comune di Mondragone dove prima prestava servizio. In base alle norme di comportamento secondo il governo cittadino dinanzi a eventi di rilevanza penale doveva informare il sindaco e il segretario comunale e, invece, il comandante Di Nardo ha informato…la Procura della Repubblica. Ho riletto la Carta Costituzionale in vigore dal 1 gennaio 1948 in Italia e con estrema chiarezza è descritto il ruolo della Magistratura, che garantisce nel nostro Paese la certezza del diritto. Antonio Di Nardo – ribadiamo – è un ufficiale di Polizia Giudiziaria e ha preferito rivolgersi ai magistrati piuttosto che agli amministratori pubblici, garantendo – in tal modo – che non vi fossero fughe di notizia.

Le indagini sono in corso e chi scrive ritiene corretto garantire la riservatezza in merito. Certamente non è da escludere che la Prefettura di Caserta disponga di inviare una commissione di accesso. Il comandante Di Nardo ha un curriculum di tutto rispetto. Ha indossato la divisa della Polizia Locale presso i Comuni (in ordine cronologico) di Fiuggi, Milano, Gallarate, Caserta, Roccagorga, Teano, Carinola, Mondragone, e dal 19 novembre scorso a Minturno. È abilitato come avvocato e possiede innumerevoli titoli di studio: laurea magistrale in Giurisprudenza, laurea in Economia e Commercio, master universitari sia in Criminologia che in Manager della Pubblica Amministrazione. E innumerevoli altri titoli che è impossibile citare tutti. Il comandante (e in questo non è affatto meridionale) non è legato a una località o alla sua terra d’origine ma è proteso a crescere sempre di più professionalmente e sta collezionando continue idoneità a dirigente che gli occorrono per arricchire il suo curriculum al fine di conseguire la dirigenza stessa. Il sindaco Gerardo Stefanelli ha scelto per la città che amministra quindi un nuovo comandante “tosto”.Ci riceve cordialmente nel suo ufficio e risponde senza reticenze alle nostre domande.

Come ha trovato Minturno e il corpo dei vigili? “Nel complesso il territorio comunale di Minturno è tranquillo e vige un clima di collaborazione con sindaco, giunta e segretario comunale. Certamente il tallone d’Achille è l’organico carente della Polizia Locale che compreso il sottoscritto ammonta a 12 unità, che ad aprile si ridurranno a 10. Per fortuna con la stagione estiva turistico-balneare potremo contare su una ventina di vigili stagionali”.

Cosa sta facendo per rendere più proficuo il lavoro dei suoi collaboratori? “Ci stiamo attrezzando con supporti tecnologici e attrezzature che ci consentono di lavorare – se necessario – h24. Abbiamo acquistato giubbotti antiproiettili e pettorine catarifrangenti per la notte quando i rischi nel fare prevenzione aumentano sensibilmente. E stiamo verificando l’acquisto di biciclette elettriche a pedalata assistita pensate e realizzate specificamente per gli operatori di Polizia Locale. Potremo pattugliare e monitorare vaste aree a cominciare dal lungomare di Scauri. Non escludiamo controlli anche degli arenili con mezzi adeguati”.

Soddisfatto dei risultati? “Proprio in questi giorni abbiamo sequestrato un’auto priva di polizza assicurativa e non essendo la prima volta il conducente è stato soggetto alla revoca della patente. Stiamo curando il pattugliamento sempre più capillare del territorio comunale”. Comandante va segnalato che le numerose traverse che consentono l’immissione di auto sulla via nazionale Appia sono tutte sprovviste di strisce pedonali e i pedoni, in particolare i bambini, passano da un marciapiede all’altro a loro rischio e pericolo in quanto molte volte le autovetture giungono a velocità sostenuta con l’intento di frenare dopo aver parzialmente superato le strisce ed eventuali macchine parcheggiate per poter avere la visuale necessaria atta a decidere se possono immettersi nel traffico.

Che cosa si può fare? “Ritengo corretta la segnalazione e studieremo il da farsi, indubbiamente i pedoni vanno tutelati”. Comandante un altro problema angustia i pedoni. Lo scarso senso civico degli automobilisti poco inclini a rispettare le strisce pedonali e coloro che li utilizzano. Il codice della strada è categorico: le auto debbono fermarsi non appena il pedone accenna l’attraversamento. E sulla stessa nazionale Appia si assistono ad auto che compiono gimkane pur di non fermarsi, dribblando i pedoni come birilli, anche se sono a metà dell’attraversamento. Vigili ben appostati potrebbero arricchire l’erario comunale. E inoltre tutte le strisce pedonali andrebbero dotate di illuminazioni notturne. In particolare all’altezza della Chiesa di Maria Santissima Immacolata sopra Scauri si sono verificati investimenti di donne anziane con abiti scuri anche perché vengono viste dagli automobilisti quando è troppo tardi per una idonea frenata. Senza parlare di coloro che dotati di zero senso civico parcheggiano sulle strisce e gli ausiliari del traffico non possono far nulla, non hanno le competenze. Il comandante Antonio Di Nardo ascolta prestando attenzione all’interlocutore e rassicura. Vi è ancora molto da fare, ma certamente non intende demordere. Ha due doti: la preparazione e la determinazione.