Paola Villa

Non le manda a dire la sindaca Villa che insorge contro la Regione per aver escluso il Dono Svizzero tra i presidi ospedalieri riconosciuti Covid. Un errore che la prima cittadina definisce “un mero refuso di colpa grave”.

“Dal 29 febbraio, giorno in cui la signora di Cremona arrivò al Dono Svizzero di Formia, in tutto il nostro Sud Pontino si è incominciato a parlare, affrontare e conoscere il Covid-19 – ha dichiarato Paola Villa – Da lì poi un escalation, è stata montata la tenda fuori l’ospedale, il pre-triage, luogo in cui arrivano ambulanze con pazienti Covid-19 sospetti, diversi i ricoverati, alcuni positivi, alcuni portati altrove. Il Dono Svizzero diventa un punto di riferimento, per chi proviene da Formia, Spigno, Minturno, Castelforte, Gaeta, Santi Cosma, Itri, Fondi, molti dei pazienti sono ricoverati nella Medicina D’urgenza, in Medicina Generale, la terapia intensiva si prepara, e ne riceve altri. 

Il personale sanitario tutto si organizza, si rimodulano i reparti, si rifanno i percorsi, perché comunque l’ospedale continui a funzionare per tutti, per i pazienti Covid, per chi ha altre patologie, per tutti, con estrema attenzione, con tanto sacrificio, con immense difficoltà. In tutto questo lavoro, tre radiologi risultano positivi, diversi tra infermieri e medici vengono messi in quarantena, ma tutti continuano a lavorare senza avere il minimo tentennamento”.

Poi l’errore. Il 28 marzo infatti, la Regione Lazio pubblica i presidi ospedalieri riconosciuti Covid e nella area F, in quella della provincia di Latina due punti riconosciuti, il Goretti di Latina e il Di Liegro di Gaeta, dove i pazienti vanno a finire la convalescenza: “Che la Regione Lazio e l’Asl mettano mano a questo enorme errore, e ci mettano mano subito, dicendo e scusandosi che è stata una svista, una disattenzione – ha continuato la Villa – con quell’elenco del 28 marzo avete offeso la dignità di chi in prima linea ha lavorato senza sosta, salvando vite, mettendo a rischio se stesso e le proprie famiglie e assumendosi responsabilità.

Non sto qui ad elencare i DPI che non c’erano e poi comprati, regalati da enti e da private donazioni, non sto qui ad elencare come si è lavorato in questi 50 giorni, sto soltanto dicendo che si ripari subito ad un errore madornale e offensivo, ammettendo di averlo fatto con estrema onestà e che si tratti appunto di un “mero refuso”.