Gaeta: Specie di velella velella fotografate sulla spiaggia di Serapo Una utente sul gruppo Sei di Gaeta se… ha postato le foto di una specie marina fotografata sulla spiaggia di Serapo. Si tratta di velella velella, una specie simile ad una medusa ma di ridotte dimensioni.

Marina Amori del sito marevivo.it spiega: “La Velella velella, chiamata anche comunemente ”By the Wind Sailor” o “Barchetta di San Pietro”, è una specie planctonica appartenente al phylum Cnidaria, alla classe degli IDROZOI ed all’ordine delle ANTHOMEDUSAE. (…)

Per quanto riguarda la struttura morfologica, la velella è provvista di uno scheletro cartilagineo galleggiante a forma di disco oblungo e le sue dimensioni sono in media comprese tra 2 e 4 cm; talvolta raggiunge anche dimensioni di 6-7 cm.

La caratteristica particolare della velella è la presenza sul disco, in posizione longitudinale, di una cresta di forma triangolare simile ad una vela che le permette di muoversi sulla superficie dell’acqua tramite la spinta del vento. La vela è di colore trasparente, ed assume con la luce del sole riflessi azzurri e verdi, cosicché questi piccoli organismi, che si aggregano in grandi gruppi, appaiono ai nostri occhi come delle vere e proprie flotte di barchette in miniatura di colore blu intenso.

La velella vive nelle acque temperate e calde di tutti gli oceani e prolifera in certi periodi dell’anno, soprattutto in primavera ed in autunno. Gli assembramenti di questi organismi planctonici sono a volte così densi da formare immense distese simili a macchie oleose, facilmente rilevabili anche da lontano, specie quando una lieve brezza increspa il mare calmo.

Il loro nuotare alla deriva fa sì che, durante violenti temporali o in condizioni di vento forte e mare mosso, essi vengano depositati in grandi ammassi sulle spiagge. Così le velelle concludono il loro ciclo vitale. Colonie morte si ritrovano sulle rive lunghe le coste.(…)

Negli ultimi anni l’entità degli spiaggiamenti è notevolmente aumentata; al fenomeno sono state attribuite varie cause come ad esempio maggiori controlli degli scarichi in mare e quindi minore inquinamento marino. Un’altra causa è stata attribuita alla scomparsa della tartaruga marina che era uno dei maggiori predatori delle velelle. D’altro canto c’è anche chi ritiene che le elevate concentrazioni delle colonie di velella, riscontrate negli ultimi anni possono però influire negativamente sull’ecosistema marino, ed in particolare sulla pesca, poiché quest’organismo è un predatore di plancton e soprattutto di uova di pesci.”