Itri, opposizione: Riaprire Piazza Umberto I – Antonio Fargiorgio, Vittoria Maggiarra e Tiziana Ialongo in una lettera indirizzata al Sindaco e al Presidente del Consiglio Comunale chiedono: “Scriviamo in relazione alla disposta riapertura di Piazza Umberto I, in ordine alla quale tante segnalazioni e sollecitazioni ci sono pervenute, e tuttora ci pervengono, da parte dei cittadini.

L’Amministrazione Comunale ha ritenuto di adottare ed imporre una decisione, calandola dall’alto, senza avviare alcun tipo di interlocuzione che, a nostro avviso, era ed è invece necessaria quando, come nel caso di specie, si impatti sensibilmente sul decoro e la sicurezza urbana.

Piazza Umberto I è stata per anni una sorta di salotto buono di Itri, un luogo di incontri e rappresentazioni culturali ai piedi del Palazzo Comunale, oltre che uno spazio fruibile dalle famiglie in tutta tranquillità, proprio in ragione del suo carattere pedonale. Non si capisce quali siano le ragioni che abbiano giustificato oggi, a distanza di nove anni, una scelta diversa e, ci sia consentito dirlo, scellerata, che sicuramente non va verso la direzione dell’interesse pubblico ad una fruizione per così dire qualificata dell’area.

Non entriamo nel merito della scelta di ornato pubblico, in quanto l’approssimazione nella sistemazione della piazza è sotto gli occhi di tutti. Sono stati semplicemente presi vasi e panchine che erano dapprima posti su Piazza Incoronazione e messi bellamente su Piazza Umberto I a creare una sorta di corsia carrabile. Ma la stortura, l’impatto visivo, meglio il pugno nell’occhio sono di piena evidenza. La geometria e la sistemazione della piazza ne escono a dir poco vilipese.; sarebbe addirittura blasfemo affermare il contrario

Come gruppo consiliare siamo dell’avviso che, prima di adottare una delibera come quella che ha “riaperto” al traffico Piazza Umberto I, andava coinvolta la cittadinanza. Del resto, gli strumenti vi erano e vi sono; il nostro Statuto comunale, infatti, nel Titolo IV, al Capo I (PARTECIPAZIONE POPOLARE E FORME ASSOCIATIVE), nel complesso degli articoli da 51 a 59, prevede e disciplina espressamente le forme di intervento e partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa. Si va dalle semplici istanze, alle petizioni, alle proposte per arrivare infine al referendum consultivo.

Siamo pronti sin da ora a farci promotori e sostenitori di iniziative popolari che chiedano il mantenimento della pedonalizzazione di Piazza Umberto I, restituendo così alla cittadinanza uno spazio vitale, assolutamente funzionale ad una piena e completa socializzazione. Ci attiveremo in ogni modo per evitare che la decisione della Giunta comunale diventi irreversibile in danno dei cittadini. E chiederemo la partecipazione dei cittadini stessi ed anche delle altre forze politiche che volessero, insieme a noi, battersi per questa giusta battaglia.

Il mantenimento del carattere pedonale della piazza non lede i diritti dei residenti e dei commercianti (che sono stati tutti dotati dalla precedente Amministrazione  dei dispositivi di superamento del dissuasore) e andrebbe visto in un’ottica più ampia in relazione ad una diversa disciplina anche della contigua Piazza Incoronazione che, aperta al traffico durante il giorno, potrebbe diventare isola pedonale nelle ore serali ampliando, specialmente nella stagione estiva, lo spazio aggregativo a disposizione dei cittadini.

Riteniamo che una buona Amministrazione debba procedere verso la realizzazione dell’interesse pubblico e generale e non già verso il soddisfacimento di istanze particolaristiche. In ragione di tutto, ciò, Vi chiediamo di rivedere la decisione adottata e mantenere lo status quo in Piazza Umberto I, revocando la delibera di giunta comunale che ne ha disposto la riapertura al traffico.  Diversamente, attiveremo le necessarie procedure ed utilizzeremo gli strumenti previsti nello Statuto comunale affinché venga sul punto fatta giustizia.

Un’Amministrazione che già prima non era maggioranza nel paese e che ora, dopo la fuoriuscita di una forza politica dalla coalizione, non lo è ancora di più, non può arrogarsi il diritto di decidere ed incidere sulla vita e la tranquillità dell’intera cittadinanza. Farlo significherebbe dare dimostrazione di cecità o, forse, e peggio ancora, di arroganza politica.”