L’ex sindaco e consigliere comunale in carica di Formia Paola Villa informa e da parte nostra riportiamo testualmente: “Venerdì 18 febbraio scorso, durante la presentazione presso il Comune di Formia, del Contratto di Fiume – Capodacqua/Rio Santa Croce, e mentre si stanno sviscerando le finalità del contratto e le caratteristiche biotiche da salvaguardare, oltre che gli obbiettivi ambientali da proteggere, emerge in maniera chiara ed inequivocabile che tutta l’area industriale di Penitro e Minturno, quella di competenza del Consorzio Industriale del Sud Pontino, manca di un trattamento acque industriali, e quindi praticamente tutte le acque reflue di lavorazione industriale vanno direttamente in fogna per poi finire al depuratore di Formia. Ad ascoltare inermi una tale follia, in sala sono presenti gli assessori di Formia, Eleonora Zangrillo, l’assessore all’ambiente di Minturno e il sindaco di Spigno, oltre ad esperti tecnici e associazioni ambientaliste.Una lacuna grave e mai risolta dell’area industriale che inevitabilmente porta alla mente un altro grande e ancora oscuro progetto più recente, ma che di ambientale ha ben poco, ovvero la progettazione dell’impianto di trattamento fanghi di Minturno, dove saranno trattati i fanghi provenienti dai depuratori del sud pontino e quindi anche le acque reflue dell’area di Penitro e Minturno del consorzio.

Quindi avremo una bella centrifuga di acque non solo domestiche, ma anche industriali, tutte a carico di un sistema di depurazione che spesso ha mostrato tutta la sua inefficienza. Ovviamente nessuno ha sollevato la questione, visto che si sarebbero dovuti accusare persino da soli, avendo ricoperto ruoli comunali e provinciali persino con deleghe all’ambiente per decenni, oltre ad essere ovviamente assoggettati agli interessi privati e politici di Acqualatina. Ma soprattutto la domanda è: come mai il Consorzio industriale del sud pontino presieduto da Salvatore Forte da quattro mandati, non viene “richiamato all’ordine” e dunque ad osservare il rispetto di leggi in materia ambientale sul trattamento delle acque di lavorazione industriale di sua competenza? Un fatto ancor più grave se si considera che un progetto per la messa a norma di queste acque e la loro destinazione esiste ed è già pure stato approvato, ma evidentemente mai eseguito.

Ancora più grave il silenzio del presidente della Provincia, Gerardo Stefanelli, sul risultato complessivo che questi due fatti determineranno, peraltro nel suo Comune. Eppure dovrebbe occuparsene proprio lui visto che amministra un ente competente in materia ambientale, la Provincia, e non solo perché ha fatto pure lui già l’assessore provinciale proprio all’ambiente, ma soprattutto perché quei fanghi dove andranno pure le acque industriali (con la possibile presenza di metalli pesanti ed idrocarburi, ad esempio), saranno trattati praticamente in loco, a Minturno, a ridosso del teatro romano.E allora sarebbe il caso che proprio il presidente Gerardo Stefanelli e l’Ato con ACQUALATINA, mettano mano a tale spaventosa lacuna ben prima di pensare a un nuovo impianto di lavorazione rifiuti (trattamento fanghi), così come si sta facendo per il depuratore di Aprilia ma non per quelli del sud pontino.Oggi che quei fanghi ce lì mettiamo “a trattare” in casa forse è il momento di parlarne, e di non stare più zitti e buoni, sempre che quell’elezione a Presidente della provincia, essendo stata determinata dallo stesso sistema politico  che tutela gli interessi di Acqualatina, Consind compreso, e di cui Stefanelli ha fatto e fa ancora parte, glielo consenta”.