Il 30 settembre 1953 al largo dell’isola di Ponza il Batiscafo Trieste, con a bordo Auguste e Jacques Piccard, raggiunse la profondità record di immersione mai prima raggiunto da un essere umano. Per commemorare la storica impresa svizzero-italiana, nella quale giocò un ruolo fondamentale la collaborazione della Marina Italiana, sabato 30 settembre 2023 alle ore 12.00 nella Sala Polifunzionale Carlo Pisacane (scuole medie) dell’Isola di Ponza si è svolta una giornata con interventi, immagini, filmati e testimonianze. L’editore Alberto Gaffi ha presentato il saggio di Enrico Halupca IL TRIESTE (Italo Svevo edizioni) alla presenza dell’autore.

I saluti introduttivi sono stati esposti dal Tenente di Vascello Dario Nicosia e del Sindaco Franco Ambrosio a cui è seguita una testimonianza di Isidoro Feola. Ha partecipato: Rosanna Conte, Mirella Romano, Francesco De Luca, Silverio Lamonica, Silverio Mazzella e Antonio Ferrara, autore del libro “Nel profondo blu il batiscafo Trieste. Dalla Svizzera all’Italia: l’avventura dei Piccard” (Francesco D’Amato editore).  E’ seguita poi una degustazione di vini a cura di Casale del Giglio. L’impresa del batiscafo ha unito non solo Svizzera e Italia, ma anche il Nord, il Centro e il Sud del nostro Paese, da Trieste, a Monfalcone, a Terni, a Castellammare fino alle isole di Capri e Ponza nelle cui acque ebbero luogo fondamentali immersioni del “Trieste”.

Enrico Halupca, autore della pubblicazione “Il Trieste” (Italo Svevo editore® Accademia degli Incolti, 2019 Collana I Germogli) nel corso del suo intervento dal titolo “La nascita del Batiscafo Trieste, un progetto tutto triestino” ha ricostruito le fasi iniziali dell’avventura del batiscafo e il rapporto tra Jacques Piccard e Diego De Henriquez e ha riferito al pubblico circa l’esito delle proprie ricerche relative al progetto del batiscafo e all’impresa di Jacques Piccard riportati all’interno del suo libro, che è stato presentato nell’occasione.

La copertina del libro

Halupca ha illustrato, anche con l’ausilio di alcuni filmati, l’impresa del batiscafo Trieste, simbolo di eccellenza scientifica nel mondo, che 62 anni fa riuscì, per la prima volta, a raggiungere il punto più profondo del mare e del pianeta Terra. Si è parlato dei personaggi fulcro di quest’impresa: Diego de Henriquez, storico e collezionista triestino e dei Piccard, che fecero partire da Trieste nel 1953 questa meravigliosa avventura italo-svizzera per arrivare poi a 10.917 metri sul fondo dell’Oceano Pacifico, record assoluto. Nell’occasione, è stato presentato anche il trailer del film-documentario tratto dal libro di Halupca e in uscita a settembre per Sine Sole Cinema.

Nel corso dell’evento sono stati proiettati anche alcuni documentari d’epoca e saranno ripercorsi, anche con alcune testimonianze inedite, i principali momenti di quel settembre del 1953.

La giornata di celebrazioni del varo del “Trieste” si collega alla manifestazione “Nel profondo blu. I 70 anni del varo del batiscafo Trieste” svoltasi a Castellammare di Stabia sabato 27 maggio 2023. L’evento, organizzato dal  “Comitato per gli Scavi di Stabia fondato nel 1950 Ets” con il patrocinio dell’Ambasciata di Svizzera in Italia, la Marina militare italiana e la Città di Castellammare di Stabia, intendeva ricordare il varo del batiscafo Trieste avvenuto nel 1953 nei cantieri navali di Castellammare di Stabia e celebrare la geniale invenzione di Auguste e Jacques Piccard e il lavoro delle maestranze, dei tecnici e dei dirigenti stabiesi, ma anche di Trieste, di Monfalcone e di Terni e gli equipaggi della Marina militare che hanno fornito assistenza ai due scienziati svizzeri per il raggiungimento di un’impresa che ha unito il Paese da Nord a Sud e ha visto la felice collaborazione tra l’Italia e la Svizzera.

Il saggio “IL TRIESTE” di Enrico Halupca

«Ma se de Henriquez fu il motore primo dell’operazione “Trieste”, altri personaggi in città, spesso pur restando nell’ombra ebbero un ruolo importante. Come fra gli altri Yolanda Versich Agoral,[…] conobbe Jacques Piccard per caso a Milano, e tra i due nacque un’amicizia destinata a durare tutta la vita.» – Pietro Spirito, il Piccolo

Un’inchiesta storica sulla nascita, nel secondo Dopoguerra, del progetto italo-svizzero del batiscafo Trieste, attraverso documenti inediti svela il ruolo fondamentale di Diego de Henriquez. Il pacifista visionario triestino convinse i due scienziati svizzeri Jacques e Auguste Piccard a puntare sulla città adriatica per realizzare un progetto scientifico senza precedenti: la prima discesa dell’Uomo nel punto più profondo del Mare, l’ultima frontiera inesplorata del pianeta terra.

A settant’anni dalla storica impresa del batiscafo Trieste, il libro di Halupca rappresenta un’inchiesta storica sulla nascita e l’evolversi, tra il 1948 e il 1955, del progetto italo-svizzero. Attraverso la lettura di documenti inediti recentemente ritrovati dall’autore dopo settant’anni di oblio, nel libro viene svelato il ruolo fondamentale di Diego de Henriquez, il pacifista triestino noto soprattutto per aver creato il Museo di Guerra per la Pace di Trieste, nel convincere i due scienziati ed esploratori svizzeri Jacques e Auguste Piccard a puntare sulla città adriatica per realizzare quel progetto scientifico senza precedenti: la prima discesa dell’Uomo nel punto più profondo del Mare, l’ultima frontiera inesplorata del pianeta Terra.

Il progetto italo-svizzero del 1953, precursore di quello americano (che nel 1960 raggiungerà il record assoluto nella Fossa delle Marianne), ebbe origine a Trieste pur nel difficilissimo contesto storico di guerra fredda di quegli anni, dimostrando al di là di ogni aspettativa, la possibilità di realizzare in un contesto di collaborazione federativa, un progetto di tecnologia pacifica al servizio della Scienza per il Bene dell’Umanità. Per questo motivo il Batiscafo Trieste, legato a filo doppio con una delle più grandi esplorazioni del XX secolo, rimane un simbolo di eccellenza della città adriatica nel mondo.

Enrico Halupca
Nato a Trieste nel 1959, si è dedicato immediatamente ad approfondire la storia della sua città. Saggista, archivista, fotografo e collaboratore editoriale, è stato autore di diversi libri (anche con altri autori) per Electa, Il Mulino, Einaudi, UTET, National Gallery of London Publications, LINT, Luglio, Edizioni Italo Svevo – Trieste.

Due recensioni del libro

Davide Macullo: “Vi saluto dalla Svizzera, dal mio piccolo comune di Rossa, un luogo
protetto fra le valli della Val Calanca che vorrebbe diventare un
luogo appartato disponibile per chi vuol pensare, rimuginare,
ripensare vita, sogni finanche emozionanti avventure scientifiche
come quella che del TRIESTE, per di più anche perché il mio Paese
fu protagonista insieme con l’Italia di questa avventura scientifica
iniziata il 30 settembre 1953 esplorando di fronte a Ponza l’abisso
della fossa del Tirreno.
Caro Alberto che incarni il luogo della parola, a nome della comunità
di Rossa che vive la qualità delle forze della natura e delle pietre
parlanti, ti esprimo la nostra gratitudine per il tuo contributo energico
nel progetto olistico LUOGO-ROSSA e il ricordo del batiscafo
Svizzero-Italiano TRIESTE ne è degna parte. Spero che questo
antico sodalizio fra Trieste e Ginevra e più estensivamente fra la
Svizzera e l’Italia trovi nuovo vigore e ospitalità nelle acque di
Ponza dove l’incontro della grande onda culturale storica Latina si
sposa con la cultura ancestrale greca, come in un passato più recente
la Lega Grigia coesisté con le preesistenze celtiche.
Ti voglio augurare che l’esperienza proveniente delle terre del
mediterraneo fertilizzi anche l’alleanza editoriale WIR che vuole
pubblicare gli stessi romanzi di giovani scrittori in diverse lingue
tramite diverse case editrici europee: quella nuova letteratura che
superando le divisioni fra le nazioni può farsi tessuto connettivo fra
le diverse identità che la politica stenta a superare.
Le storie di collaborazione che la scienza di sua natura intrinseca
possono essere lo strumento di memento per permettere la
continuazione naturale del nostro equilibrio continentale; il nostro
progetto è proiettato anch’esso in un futuro di pace, dove la scienza e
la coabitazioni di culture (lingue e religioni diverse da sempre
coabitano in Svizzera) non recitino in teatri diversi, ma anzi
preziosamente pensino insieme.
Il nostro progetto ISpace si sviluppa come la vostra rievocazione
dalla profondità, gli abissi svelati con rispetto dai Piccard sono per
noi una tangibile rappresentazione del nostro ancoraggio a un
ancestrale passato delle montagne, dove l’amore per la natura diventa
cura per il territorio e il fratello uomo, fratello essere vivente, fratello
pianeta. Il nostro lavoro nel presente vuole quindi farsi scaturigine di pigne
piene di fertili pinoli, gemme d’ipoteche di un benessere futuro.
I templi del pensiero “ispace” piccoli manufatti in legno, disegnati
aperti, senza tetto: per esser permeabili pile tondeggianti atte
caricarsi di aura ambientale. Gli “ispace” interpretano nella forma la
medesima geometria sferica utilizzata per ospitare l’equipaggio della
gondola del batiscafo TRIESTE.
Gli spazi “ispace” rappresentano un’idea di protezione e di scoperta
che anche a Ponza vuole trovare ospitalità, unendo questa delicata
antropizzazione con la natura. Non case, non abitazioni ma grandi
nidi d’uccello dove uomini assorti nel pensiero flemmatico e nella
meditazione possano attivare potenti eggregore. Questo pensare lento
e forte permetterà di stratificare e quindi registrare le energie emotive
non razionali e ascoltare l’acuirsi delle sensibilità, le emozioni lineari
e puntiformi. Nidi, incubatori del pensare che aiutino chi vuole
avvicinarsi al lavoro creativo, quasi come svolge il lavoro un editore
che accompagna il suo autore nella sua creazione prima di
consegnarla all’Umanità. A Rossa l’acqua s’interpreta in verticale e
questa dolce linfa caduta dal cielo, sciolta dai ghiacciai alpini, viene
consegna dopo un grande salto nel fiume Calanca. La cascata di
Rossa la vaporizza ma buona parte raggiungerà dinamicamente il
mare. Nel mar Mediterraneo, dove l’acqua dolce del nord si mescola
con il grande Nilo aprendosi nella sua più perfetta forma orizzontale
a sostenere le infinite rotte dell’uomo. L’acqua del mare, finalmente
non più rinchiusa fra argini e i confini rende libero l’uomo di
navigare assecondando quell’ancestrale desiderio al movimento sul
suo pianeta.
Grazie, Davide Macullo – Fondazione Rossarte
Rossa – Val Calanca – Canton Grigioni – Svizzera”

Paola Bergamo: “Porgo il mio entusiasta saluto e i miei più vivissimi complimenti a tutti gli
organizzatori e protagonisti di questo 70^ Anniversario dalla storica impresa
del Batiscafo Italo Svizzero “Trieste” a Ponza.
Un saluto speciale al caro ALBERTO GAFFI editore proprietario della ITALO
SVEVO e con me ha fondato il Centro Studi MB2.
Complimenti a Enrico Halupca per suo libro IL TRIESTE, un saggio
storiografico che ho molto apprezzato e che, attraverso la consultazione di
documenti inediti, ha svelato i retroscena organizzativi della spedizione italo-
svizzera del 1953 nella Fossa tirrenica.
Nel cuore del Mediterraneo le civiltà si sono sempre incontrate ed oggi più
che mai tornano al centro di un necessario pacifico dialogo fra diverse civiltà
e una missione puramente scientifica, la nostra Marina Militare Italiana
rimase solo d’ausilio lasciando che il progetto guidato dai Piccard rimanesse
strettamente civile, anni dopo quando la Marina Americana acquistò il
batiscafo, il progetto fu trasformato in militare e fu apposta la massima
segretezza “top secret”, di fatto derubricando il ruolo del grande scienziato
ginevrino a comprimario e del figlio a copilota.
IL CENTRO STUDI MB2 MONTE BIANCO • MARIO BERGAMO PER DARE
UN TETTO ALL’EUROPA, che mi onoro di Presiedere, e che si richiama alle
istanze libertarie ed europeiste del politico del ‘900 Mario Bergamo,
attraverso me, esprime grande interesse e partecipazione a quella che non fu
solo una storica e straordinaria impresa che batte’ ogni precedente record,
ma anche un simbolo di quanto sia preziosa e irrinunciabile la collaborazione
tra i popoli.
Crediamo sia importante partire dai paesi che confinano con l’Italia, e dopo la
Svizzera il Paese confinante che segue la MB2 è la Francia: collaboriamo nel
fissare il confine sulla vetta del Monte Bianco, auspichiamo nuovi rapporti
economici e collegamenti marittimi fra Corsica e Sardegna: in particolare
dopo le recenti promesse di autonomia differenziata del presidente Macron.
Queste e altre misure sono quei processi pacifici che sono la via
imprescindibile da percorrere per il progresso dell’umanità e segnatamente
del nostro vecchio continente. In un tempo dove tornano così sovrane le
divisioni e i distinguo, sia “IL TRIESTE” l’esempio vincente di cosa si può
ottenere attraverso la cooperazione e la concordia tra le genti vicine.
Paola Bergamo
Presidente Centro Studi MB2, Aosta”