L’estate più calda degli ultimi anni ha fatto capolino nelle case degli italiani, ammantando quelle piccole attenzioni che, bene o male, ognuno possiede di completo menefreghismo ed inciviltà. Forse per il troppo sole l’italiano medio smarrisce il buon senso mentre sale la febbre da vacanza. Si inizia subito con una buona dose di barbarie e così può capitare, inavvertitamente, di dimenticare il proprio cane, con il quale si è condiviso tutto, sulla terza corsia autostradale, legato ad un guardrail con l’asfalto a cinquanta gradi. Ma d’altronde a chi non è capitato? C’è gente che neanche immagina lo stress causato dall’aver rinunciato ad una vacanza per un cane. Soprattutto per queste contraddizioni del “cane si o no” sulle spiagge. Quindi, nel dubbio, meglio sbarazzarsene.

Ora con un quadrupede in meno tra i piedi, è tempo di mare, sole e… spiagge. Peccato che ogni volta ci si dimentichi qualcosa sulla sabbia. Mai oggetti di valore, sempre e solo cartacce, involucri di gelato, bastoncini di legno, cicche di sigaretta, a volte persino pannolini.

E mentre la mattinata scorre serena, giungiamo così all’ora di pranzo, e cosa c’è di meglio di una mangiata in compagnia in pineta? Saranno i troppi zuccheri dati da frittata di pasta, peperonata, salumi, coccobello-coccofresco e anguria per gradire, a far scambiare, a pranzo finito, l’albero per il cestino dei rifiuti. Per carità che fatica camminare sotto il sole per gettare i rifiuti. Che sarà mai una bottiglia di vetro in più, tra le tante sparse qua e là? E poi non dicevano che il vetro lo fanno dalla sabbia? E poi mal che vada lo raccoglierà qualcun altro perché io!

Dopo aver atteso un paio d’ore, l’ideale è fare un bel bagno rinfrescante nell’acqua cristallina.

Se capita, sventrare qualche fondale o tagliare, come dolce dono per la fanciulla sulla battigia, pezzi di corallo dallo scoglio. Intanto un papà sogghigna alla bella pensata del figlio di sciogliere una povera medusa sulla sabbia e portarsi a casa un granchio nel secchiello, come souvenir.

E infine tutti a casa dopo una giornata faticosa, a farsi una doccia chilometrica mentre un terzo dell’Africa muore assetata. Ma c’è qualcuno che pensa agli africani? Quelli ci rubano già il lavoro. L’unica certezza è che domani sarà un altro giorno da passare sulla stessa spiaggia, nuotando nello stesso mare, sicuramente identico al precedente e con gli stessi maldestri e nocivi comportamenti.