Mercoledì 21 agosto, a Itri, è terminato finalmente il lungo calvario di molestie e violenza sessuale subite da una donna, di origini rumene, dal proprio compagno. Nel corso della prima serata, i militari della locale Compagnia dei Carabinieri, hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Cassino, il quale ha disposto nei confronti del pervenuto, un cittadino rumeno, M.V, 46enne, il divieto di dimora nel Comune di Itri e il conseguenziale, divieto di avvicinamento alla coniuge. L’uomo è ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violenza sessuale.

Con il Codice Rosso, diventato legge il 17 luglio 2019, che modifica codice penale, codice di procedura penale e altre disposizioni di legge in materia di violenza sulle donne, per tale tipologia di reati vengono introdotte importanti misure di sicurezza per le vittime. In primis, vengono velocizzate le indagini: ad esempio la polizia giudiziaria sarà tenuta a comunicare al pubblico ministero le notizie di reato immediatamente anche in forma orale e dovrà infatti attivarsi subito. Da parte loro i pm sono obbligati a sentire le vittime entro tre giorni. Questo per evitare che reati come maltrattamenti, violenza sessuale, stalking, e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di convivenza si reiterino senza interventi tempestivi delle autorità.

Si allargano i termini di tempo in cui una donna può denunciare: con la nuova legge una donna avrà ben 12 mesi a disposizione anziché i 6 attuali. Nei Pronto Soccorso degli ospedali viene introdotto un ‘codice’ con bollino rosso per i casi di violenza di genere che saranno analizzati con priorità per arrivare nel più breve tempo possibile all’adozione di provvedimenti protettivi nei confronti delle vittime.

E’ previsto un braccialetto elettronico, che dovranno indossare i soggetti che avranno ricevuto un ordine di allontanamento e divieto di avvicinamento. Per chi viola la disposizione la misura cautelare si aggrava e la persona in questione rischia una pena di reclusione fino a due anni.

Per quanto riguarda il reato di maltrattamenti sono estese le norme del codice antimafia che prevedono anche la sorveglianza speciale e l’obbligo di dimora in un altro comune per l’uomo violento. Pene più severe per i reati che avvengono i contesti familiari: la reclusione da due a sei anni prevista dal Codice penale all’articolo 572 diventa da tre a sette anni, aumentata fino alla metà se la violenza è avvenuta in presenza o a danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità o se il fatto è commesso con armi.

In caso di violenza sessuale con il Codice Rosso le pene salgono a 6-12 anni e se la violenza è di gruppo si arriva fino a 14 anni di carcere. In caso di vittime minori la pena massima è di 24 anni di reclusione. “Il minore di 18 anni, e questo è molto importante, è sempre considerato vittima del reato, sia che assista alla violenza sia che la subisca”. Inoltre, per gli atti sessuali con minorenni “la procedibilità è sempre d’ufficio. Non è dunque più necessaria la presentazione della denuncia-querela dei genitori”. Infine per il reato di Stalking le pene si inaspriscono “da sei mesi a cinque anni” di carcere a “da uno a sei anni e sei mesi“.