Trentadue racconti scritti da Carabinieri in congedo. Il Generale di Corpo d’Armata nel ruolo d’Onore Aldo Lisetti ha curato la prefazione di questo libro originale che raccoglie i ricordi di una grande famiglia con gli alamari. Ideatore del progetto un luogotenente in pensione il genovese Giovanni Govoni, meritevole di ogni apprezzamento. Sintetizziamo quanto scritto da Aldo Lisetti, storico e scrittore di successo: “In ogni storia scritta aleggia, comunque, l’Amore, con l’A maiuscola perché, leggendo, si apprende che qualche Carabiniere la chiama “Madre Arma” e altri “La Grande Famiglia”. In alcuni, l’autore fa riferimento ai Valori trasmessi dal nonno e dal padre, anch’essi Carabinieri in passato, come se fosse una specie di eredità ricevuta per successione nell’Istituzione. Altri raccontano semplicemente la loro “storia del dovere compiuto” da rassegnare ai figli che militano oggi nell’Arma. Anche in questi casi il sentimento dell’amore permea i rapporti e i vissuti degli scrittori ed esalta il vincolo di appartenenza.

Ideatore e regista “felliniano” dell’iniziativa editoriale è il genovese Giovanni Govoni, luogotenente nel ruolo d’Onore, il quale appassionato di faleristica, ha pubblicato, in anni recenti, due libri sui nastrini delle decorazioni e sulle medaglie d’Oro al Valore dei Carabinieri, guadagnando attenzione nel mondo della cultura e della storia militare. Ha il merito di aver preso contatto, in ambito nazionale, con centinaia di colleghi in congedo per avviare il progetto “Armarcord” e di aver selezionato e impaginato i primi (dico “primi”, perché sono convinto che ne seguiranno altri in una collana editoriale) trentuno racconti, collocati in ordine alfabetico sillabico sulla base dei cognomi degli autori, in modo che nessuno possa eccepire precedenze per gradi e anzianità. Ha lasciato liberi gli stessi di esporre senza condizionamenti, ma in poche pagine, ciò che ritenevano di far conoscere ai lettori, su una linea di fedeltà storica e di correttezza etica. Ne è scaturito un lavoro che giudico pregevole e che, non dubito, susciterà interesse e consensi, perché i racconti sono vere e proprie testimonianze di Carabinieri, in funzioni ruoli e momenti diversi che come tessere di un mosaico s’inseriscono nella storia dell’Arma e d’Italia. Sono “ricordi” di Uomini che hanno operato nello Stato e per la sicurezza dello Stato, che in un luogo o in un altro, in un tempo o in un altro, sono stati protagonisti o gregari in operazioni, indagini, conflitti a fuoco per assicurare legalità e giustizia nel nostro Paese. Alcuni hanno operato a fianco di Presidenti della Repubblica (Sandro Pertini) o di Personalità di Governo (Aldo Moro, Giulio Andreotti), di grandi industriali (Giovanni Agnelli), di Magistrati (Giovanni Falcone e Paolo Borsellino) e di Generali che hanno lasciato un segno indelebile nella storia contemporanea come, per citare i più conosciuti, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Arnaldo Ferrara, Alfredo Arnera, Roberto Jucci.

Gli Autori, sono in maggioranza “Marescialloni” con brillanti carriere alle spalle e non mancano alcuni ufficiali ed anche appuntati e carabinieri semplici o ausiliari. Essi costituiscono senza dubbio una bella rappresentanza di “Benemeriti” nella lotta al terrorismo, al banditismo sardo, alla mafia siciliana e alle altre organizzazioni criminali, nonché di solidarietà come gli “Angeli nel fango” di Firenze” nell’alluvione del 1966 e altri coraggiosi soccorritori delle popolazioni del Friuli nelle calamità naturali o di singoli cittadini incorsi altrove in situazioni di gravi pericoli. Vi è tra loro anche un superstite dell’attentato di Nassiriya in Iraq, nel 2003, ferito nell’esplosione dell’autocisterna lanciata contro la caserma che provocò ventotto morti, tra i quali dodici carabinieri. Egli rivela che aveva appena assistito un bambino iracheno bisognoso di cure, accompagnato da un collega dell’Arma, ma entrambi persero la vita nell’esplosione qualche minuto dopo. Alcuni racconti sembrano usciti dalla rubrica televisiva “Dentro la notizia” perché approfondiscono e svelano retroscena o particolari di eventi e di delitti che hanno avuto ampia risonanza in pubblico. Comunque, non è solo storia di lotta alla criminalità e all’eversione. Dalla lettura di questo volume, infatti, emergono vicende singolari. Ad esempio, un carabiniere ausiliario, oggi sindaco in un comune ligure, nella sua esperienza territoriale intervenne in “un conflitto a fuoco tra criminali e carabinieri” trovandosi inconsapevolmente sul set di una ripresa cinematografica in luogo pubblico, non preavvisata alle Autorità locali. In altre circostanze, un sottufficiale dell’Arma, ospite in Germania nella caserma della Polizei Hoch Schwenning nell’alta Foresta Nera, fu invitato, con suo forte imbarazzo, dal teutonico comandante a raccontare la fucilazione del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto da parte delle truppe tedesche durante la Seconda guerra mondiale, ma i suoi timori furono dissipati, al termine dell’esposizione dei fatti, ricevendo attestati di stima e abbracci”.